2023-12-20
La convivenza entra nell’assegno di divorzio
Sentenza della Cassazione: anche gli anni trascorsi insieme nella stessa casa prima del matrimonio faranno parte del conteggio per l’emolumento. Gli avvocati esultano: «Provvedimento storico». Ma in molti casi il legame pregresso sarà difficile da dimostrare.Da oggi in poi, in caso di divorzio, il periodo di convivenza prematrimoniale andrà a pesare nel calcolo dell’assegno di mantenimento. A stabilirlo, con una sentenza destinata far discutere, la Corte di Cassazione. La decisione, precisa la sentenza, la 35385, resa nota ieri, (presidente PasqualD’Ascola, relatore Giulia Iofrida), riguarda però solo quei casi in cui «il matrimonio si ricolleghi a una convivenza» della coppia che avesse «i connotati di stabilità e continuità», e nella quale i conviventi «abbiano elaborato un progetto e un modello di vita in comune, analogo a quello che di regola caratterizza la famiglia fondata sul matrimonio, dal quale inevitabilmente discendono anche reciproche contribuzioni economiche». La convivenza prematrimoniale, sottolineano i giudici della Cassazione, «è ormai un fenomeno di costume sempre più radicato nei comportamenti della nostra società cui si affianca un accresciuto riconoscimento, nei dati statistici e nella percezione delle persone, dei legami di fatto intesi come formazioni familiari e sociali di tendenziale pari dignità rispetto a quelle patrimoniali». E quindi deve essere considerata parte integrante del matrimonio. Pertanto «ai fini dell’attribuzione e della quantificazione dell’assegno divorzile, avente natura, oltre che assistenziale, anche perequativo-compensativa, nei casi peculiari in cui il matrimonio si ricolleghi a una convivenza prematrimoniale della coppia, avente i connotati di stabilità e continuità, in ragione di un a progetto di vita comune, dal quale discendano anche reciproche contribuzioni economiche, laddove emerga una relazione di continuità tra la fase «di fatto» di quella medesima unione e la fase «giuridica» del vincolo matrimoniale, va computato anche il periodo della convivenza prematrimoniale», si legge nella sentenza. Questo «ai fini della necessaria verifica del contributo fornito dal richiedente l’assegno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio comune e personale di ciascuno dei coniugi, occorrendo vagliare l’esistenza, durante la convivenza prematrimoniale, di scelte condivise dalla coppia che abbiano conformato la vita all’interno del matrimonio e cui si possano ricollegare, con accertamento del relativo nesso causale, sacrifici o rinunce, in particolare, alla vita lavorativa/professionale del coniuge economicamente più debole, che sia risultato incapace di garantirsi un mantenimento adeguato, successivamente al divorzio». Tradotto dal giuridichese, se la convivenza era di fatto un matrimonio, va conteggiata nella durata di quest’ultimo. Gli avvocati matrimonialisti hanno accolto con entusiasmo la decisione degli ermellini. Ieri Gian Ettore Gassani, presidente dell’Ami, Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani ha definito la sentenza «rivoluzionaria sul piano giuridico e giudiziario, nonché su quello culturale e sociale». Aggiungendo poi che «spesso le scelte più importanti vengono condivise durante questa fase prematrimoniale e sovente si tratta di scelte che condizionano la coppia e le prospettive personali e lavorative di uno dei due partners. Dunque la Cassazione ha elevato l’asticella culturale del Paese conferendo alla pregressa convivenza prematrimoniale un valore importante anche per calcolare l’assegno di divorzio sulla base, appunto, di tutto ciò che è accaduto ed è stato scelto dai coniugi prima di sposarsi». Va detto che nel caso della coppia oggetto della sentenza, questa condizione era in qualche modo certificata, in primo luogo dalla nascita di un figlio avvenuta anni prima del matrimonio. Ma in tutti i casi in cui i reali confini della convivenza, se non la sua stessa esistenza, saranno difficili da dimostrare, ci si possono aspettare scontri giudiziari ferocissimi, nonché disparità di trattamento. Cosa accadrà ad esempio, nel caso di una coppia di fatto, che abitava in una casa il cui contratto d’affitto era intestato soltanto al compagno, che aveva anche preso la residenza, mentre lei risultava vivere ancora a casa dei genitori, magari in un’altra città? Cosa accadrà se uno solo dei due pagava interamente l’affitto, mentre l’altro provvedeva a fare la spesa, magari pagandola in contanti? E, al contrario, se documentati, gli anni di convivenza «sporadica», ad esempio durante gli studi universitari, finiranno comunque nel calcolo per l’ammontare dell’assegno? E soprattutto, dopo questa sentenza gli anni di convivenza avranno un valore economico solo per quelle coppie che poi si sono sposate, mentre una convivenza magari ventennale si potrà chiudere facilmente. Con il rischio che ci sia chi sceglie di sposarsi solo per poter divorziare.
(Ansa)
Due persone arrestate, sequestrata droga e 57 persone denunciate per occupazione abusiva di immobile e una per porto abusivo di armi. Sono i risultati dei controlli scattati questa mattina allo Zen da parte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza dopo l'omicidio di Paolo Taormina, il giovane ucciso davanti al pub gestito dalla famiglia da Gaetano Maranzano. Nel corso dei controlli sono stati multati anche alcuni esercizi commerciali per carenze strutturali e per irregolarità sulla Scia sanitaria e mancata autorizzazione all'installazione di telecamere, impiego di lavoratori in nero, mancata formazione, sospensione di attività imprenditoriale. Sono state identificate circa 700 persone, di cui 207 con precedenti ed altri 15 gia' sottoposti a misure di prevenzione.
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