2022-07-04
Conte va da Draghi ma pensa al Pd
Oggi faccia a faccia dopo la scissione di Luigi Di Maio. Cercherà di avere assicurazioni sui temi cari al M5s. Tensioni con i dem: la metà dei grillini non vuole l’alleanza.Oggi pomeriggio l’atteso incontro tra Giuseppe Conte e il premier Mario Draghi. Un faccia a faccia di chiarimento anche se il leader del M5s è ancora offeso per le intromissioni del premier nella vita interna del Movimento e addirittura evoca la sua mano dietro la scissione di Luigi Di Maio lo scorso 21 giugno, non ne vuole fare una questione personale. L’incontro è soprattutto politico, sul futuro del M5s o, meglio, di quel che ne resta e che Conte non vuole far scappare. In mattinata Giuseppi riunirà il consiglio nazionale, non meno facile considerate le fronde interne, per capire quali siano le indicazioni del Movimento e cioè quanti sono effettivamente convinti di uno strappo dall’esecutivo e quanti sono effettivamente governisti. Dal giorno dell’addio del ministro degli Esteri, la maggioranza dei gruppi parlamentari grillini è in pressing per l’uscita dall’esecutivo, a cui garantire semmai un appoggio esterno, ma Conte tentenna perché oltre a sapere di non essere ormai «il più amato dagli italiani», è certo che una rottura provocherebbe la fine dell’alleanza con il Pd. È stato chiaro ieri, infatti, il ministro della Cultura e leader della corrente Areadem, Dario Franceschini, a chiusura dell’incontro di Cortona: «Da qui alle elezioni, per andare insieme al M5s dobbiamo stare dalla stessa parte, se ci sarà una rottura o una distinzione, perché un appoggio esterno è una rottura, per noi porterà alla fine del governo e all’impossibilità di andare insieme alle elezioni. E si brucerà chiaramente ogni residuo possibilità di andare al proporzionale». Dopo i numeri disastrosi dei pentastellati nelle scorse elezioni amministrative, è il Pd ad essere il più forte dell’alleanza anche se, al Nazareno più di qualcuno non riesce più a vedere un’opportunità nell’alleanza. Franceschini ha rivolto un appello al M5s a mettere nell’incontro «elasticità e generosità poiché hanno in mano il destino di questa e della prossima legislatura». Immediata la reazione nelle chat interne dei grillini di molti parlamentari, la maggior parte dei quali in fibrillazione da giorni perché non più disposti ad essere messi all’angolo: «Il Pd vuole mandarci al 2%, ma andasse a fan…» o «Il Pd ci sta minacciando e questo non possiamo tollerarlo», si legge.Conte sa bene che l’unica possibilità che ha per non vedere scomparire definitivamente il partito è uscire dal governo, e un sondaggio Swg ad uso interno del Movimento lo conferma: un sostenitore su due preferirebbe un M5s senza alleati alle elezioni, così come Gianroberto Casaleggio teorizzava alle origini; uno su 3 vorrebbe l’alleanza col Pd mentre una piccola percentuale ambirebbe a un’alleanza col centrodestra. E da Afragola, dove contiani, dimaiani e anche esponenti della Casaleggio associati si sono ritrovati per il matrimonio tra Iolanda Di Stasio, capogruppo alla Camera di Insieme per il futuro, e Pietro Dettori, ex socio di Rousseau, storico braccio destro prima di Casaleggio, poi del ministro degli Esteri, proprio Di Maio ha ribadito: «Qualcuno cerca l’incidente, ma se cade questo governo ci saranno costi devastanti per tutti». E allora oggi, all’incontro Giuseppe Conte si presenterà con una lista di richieste che diventeranno una condizione per restare nel governo: no all’invio di armi a lunga gittata all’Ucraina e parlamentarizzazione del quarto decreto interministeriale con almeno un’informativa, no al termovalorizzatore a Roma, sì al salario minimo, no al ridimensionamento del reddito di cittadinanza («Un nostro errore», ha ironizzato Beppe Grillo sul suo blog. «Che i poveri tornino ad essere invisibili e a sbrigarsela da soli!»). Eliminato il superbonus 110% piuttosto ostico per Draghi, ci sarebbe l’esplicita richiesta di una «maggiore considerazione politica e coinvolgimento su questioni di estrema attualità».
Il Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza il 3 settembre 1950 (Getty Images)
Elbano De Nuccio, presidente dei commercialisti (Imagoeconomica)
Pier Silvio Berlusconi (Ansa)