Il premier è il punto di riferimento delle cancellerie, di Letta (che sulla sua fine incentrerà la campagna elettorale) e dei «centrini»: Tabacci, Brunetta, la Gelmini, la Bonino, passando per Renzi, Calenda, Di Maio e Toti. Tante liste e pochi voti. Li aiuteranno i dem?
Tensione per il fallito blitz del capogruppo. Giuseppi dà di nuovo palla al premier. La crisi investe Rocco Casalino: contratto rinnovato solo al Senato.
Il grande piano del Pd per non perdere il potere si riduce a trasformare il M5s in un’orda di Scilipoti pronti a puntellare la stabilità. Salta il giochetto puerile di votare prima alla Camera (dove Giuseppe Conte ha meno uomini) che al Senato. Manifestazioni «spontanee» per implorare il premier di fare marcia indietro. Lui torna dall’Africa e tace. Modesto consiglio: non si affidi più a dem e grillini.
deputati del Movimento 5 Stelle non partecipano al voto finale sul dl Aiuti alla Camera dei Deputati (Ansa)
Continua il pressing: ci si mettono pure i sindaci. Pd e Quirinale puntano a polverizzare il M5s e convincere più onorevoli possibili a ricucire. Imbarazzante video di Giuseppe Conte: non volevamo rompere, ma senza risposte dal premier sui nostri punti siamo fuori. Centrodestra: mai più coi pentastellati. Mario Draghi per ora non pare disposto a rientrare.
Non solo Ue, Usa e Chiesa. A pregare il premier di restare alla guida dell’esecutivo sono primi cittadini, persino la Cgil, associazioni professionali e di categoria. Senza di lui il mondo si ferma. E si spera che Giuseppi si penta. Ma vuole l’opposizione, evitando le elezioni. E incombe il rischio scissione.