2021-03-24
I vaccini c’erano, Conte non li ha presi
Secondo la funzionaria, durante l'interlocuzione con le aziende, molti vaccini sono rimasti invenduti. A ricomprarli è stata di sicuro la Germania. Perché i giallorossi non si sono accaparrati quei flaconi, di cui ora c'è penuria? La faccenda va chiarita in Parlamento.«Mancano 1,7 milioni di dosi. Le scorte sono quasi esaurite». Così titolava ieri il principale quotidiano italiano. Ma l'allarme del Corriere della Sera non era isolato. Sulle prime pagine dei giornali rimbalzava la preoccupazione di rimanere senza vaccini, alimentata dalle notizie di tagli alla consegna delle fiale da parte delle multinazionali farmaceutiche. Ai ritardi delle Regioni, che faticano a trovare il ritmo giusto per raggiungere le 600.000 inoculazioni quotidiane, tetto necessario per immunizzare gran parte degli italiani entro l'estate, si aggiunge dunque la penuria della materia prima. Così, le promesse di recuperare il tempo perduto da Arcuri e compagni e di tornare alla normalità si allontanano nel tempo, nonostante il cambio alla guida della struttura commissariale anti Covid. Fin qui la cronaca che, come detto, non fa presagire nulla di buono per il prossimo futuro. Poi però si aggiungono le dichiarazioni di Sandra Gallina, ovvero dell'italiana a cui la Ue ha affidato la negoziazione dei prezzi dei vaccini. La signora, che è la direttrice generale del dipartimento Salute della Ue, di fronte alla commissione di controllo dei bilanci di Bruxelles ieri ha spiegato che, nei mesi scorsi, piazzare le dosi di farmaci anti Covid è stato un problema. «Quando la Commissione ha negoziato i contratti di acquisto con le case farmaceutiche, molti Paesi membri tendevano ad acquistare solo una parte delle dosi di loro spettanza, lasciando inoptato il resto. Piazzare quelle dosi invendute è stato dunque un problema». Chiaro il concetto? Secondo la funzionaria che per conto di Ursula von der Leyen ha seguito l'iter della trattativa con le Big Pharma, l'anno scorso alcuni Stati erano riluttanti ad aprire il portafogli e a comprare i vaccini in base alla loro popolazione. La signora Gallina, forse per difendersi dalle accuse che anche dall'Italia le sono state rivolte (Roberto Burioni, immunologo del San Raffaele, l'ha accusata di non sapere nulla di farmaci, e di essere una semplice laureata in lingue) a causa dei ritardi nelle consegne delle fiale, ha insomma scaricato sui Paesi europei, dicendo in pratica che la penuria delle dosi di alcuni è dovuta alla loro tirchieria, oltre che alla miopia di certi politici. Oltre a questo sassolino dalle scarpe, la direttrice della Salute si è levata anche un macigno dal décolleté. Sempre di fronte ai commissari del Parlamento europeo, Sandra Gallina ha aggiunto che si devono ringraziare quei Paesi che hanno deciso di «assorbire» l'inoptato, comprandolo, consentendo dunque alla Ue di chiudere i contratti con le case farmaceutiche. So che la faccenda può sembrare un filo tecnica, ma le dichiarazioni della signora, al contrario, sono tutt'altro che cose per addetti ai lavori. In pratica, la numero uno della Salute, cioè colei che si è occupata dei contratti con le Big Pharma, sta dicendo che, dopo aver negoziato con le aziende forniture per centinaia di milioni di dosi, si è trovata spiazzata perché alcuni Paesi non si decidevano a confermare gli acquisti di loro spettanza e così quelle fiale sono state comprate da altri, che si sono resi disponibili a ritirare ciò che era rimasto sul mercato. La funzionaria, nello specifico, fa riferimento alla Germania, che non avrebbe ritirato 30 milioni di vaccini Pfizer per conto proprio, ma si sarebbe accaparrata quelli che altri non volevano. Tutto liscio fin qui? Bene. O meglio: male. Perché se ciò che ha raccontato Sandra Gallina è vero, significa che il governo italiano - come quello tedesco - aveva la possibilità di comprare più fiale anti Covid. Noi non sappiamo (perché la signora dei contratti non lo dice) se tra i Paesi con il braccino corto che non si decidevano a ordinare le dosi dovute ci fosse anche il nostro. Una cosa però è certa: Conte e compagni non hanno acquistato i vaccini che altri avevano lasciato «liberi». Vale a dire che, se avessimo seguito l'esempio di Berlino, ieri il Corriere della Sera e tutti i giornaloni non avrebbero all'improvviso scoperto che c'è carenza di dosi. So che l'unità nazionale ha messo il silenziatore a tutti i partiti, i quali se ne guardano bene dal creare problemi al governo. Ma c'è qualcuno in Parlamento che ha intenzione di fare chiarezza su questa faccenda? Perché se l'Italia non ha esercitato il diritto di acquisto dei vaccini prenotati o si è lasciata sfuggire quelli che altri Paesi non hanno ritirato, una responsabilità politica esiste ed è in capo allo stesso signore che ancora fa il ministro della Salute, oltre che naturalmente al precedente presidente del Consiglio. Altro che andrà tutto bene, come ci venne promesso un anno fa. Ogni giorno che passa scopriamo che non è andato tutto bene. Ieri abbiamo dimostrato che la curva dei decessi in Francia, Germania, Gran Bretagna e America è crollata grazie ai vaccini, mentre in Italia cresce ancora. Qualcuno ci vuole dire di chi sia la colpa di queste migliaia di morti?
13 ottobre 2025: il summit per la pace di Sharm El-Sheikh (Getty Images)
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