
Luigi Di Maio rincara: «Non perda la testa». Lui risponde: «Salto di qualità sui rimpatri».Dissolte le nuvole di fumo, ovvero di cannabis, la polemica tra Lega e M5s ieri si è concentrata su vari temi, da quelli più seri (i rimpatri) ad altri più ameni (la notizia della conduzione del programma Rai Linea Verde affidata a Nunzia De Girolamo) passando per un «lei non sa chi sono io» indirizzato dal premier Giuseppe Conte al vicepremier Matteo Salvini.Partiamo da quest'ultimo capitolo: Conte ha affidato al quotidiano spagnolo El Pais la rivendicazione del suo ruolo di presidente del Consiglio, minimizzando la forza della Lega. «Salvini», ha detto Conte, «è un compagno di viaggio con cui mi confronto molto serenamente. Se da fuori o dall'estero colpisce di più il ruolo o l'immagine di Salvini, che ha una grande capacità di comunicazione, e sembra che nel governo comandi lui, questa è un'illusione ottica. Alla guida di questo governo ci sono io e Salvini, come Di Maio, sono i vicepresidenti e leader delle due forze che lo compongono». Il ministro dell'Interno ha commentato con un sorriso la sottolineatura di Conte: «Lui è il presidente del Consiglio», ha detto Salvini, «ci mancherebbe altro. Io mi occupo di ordine pubblico».Sull'immigrazione è stato Luigi Di Maio ad aprire le danze della polemica quotidiana all'interno della maggioranza: «Senza urlare o sbraitare», ha scritto il capo politico del M5s su Facebook, riferendosi agli ultimi sbarchi di immigrati, «senza minacce al mondo, in poche ore, grazie soprattutto al lavoro del presidente Conte, siamo riusciti a salvare la vita a quelle persone e a fare in modo però che a occuparsene non fosse nuovamente l'Italia, ma l'Europa! Ci auguriamo che dopo il caso Siri la Lega non perda la testa. Comprendiamo la loro difficoltà di ritrovarsi, dopo nemmeno dieci mesi di legislatura, un proprio sottosegretario indagato per corruzione in un'inchiesta dove c'è anche la mafia, ma questo non giustifica certi atteggiamenti. Non siamo dei bambini». Di Maio ha aggiunto: «Siamo dei ministri e veniamo pagati per costruire un futuro al Paese, non per lamentarci».Da parte sua, Salvini ha indirizzato a Conte, e per conoscenza al ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, una lettera nella quale affronta il tema dei rimpatri degli immigrati clandestini: «Nel 2019 in Italia i rimpatri superano gli arrivi», ha scritto il leader del Carroccio, «ma è ben chiaro che il problema travalica i confini nazionali e deve essere affrontato a livello generale, prevedendo dei meccanismi di condizionalità vincolante nelle relazioni con i Paesi terzi, tanto a livello Ue che sul piano bilaterale. In tale direzione, il consolidamento di questi obiettivi richiede un vero e proprio salto di qualità nella politica estera italiana nella sua collegialità», ha sollecitato Salvini, «investendo profili di natura economico commerciale e di politica estera tout court, ambiti che naturalmente travalicano le competenze del mio dicastero».Immediata la replica al vetriolo dell'alleato di governo: «Salvini scrive a Conte per chiedergli un salto di qualità sui rimpatri? Ma per favore», ha fatto sapere il M5s, «sono di sua competenza, non faccia lo gnorri. Il fatto che abbia scritto a Conte e Moavero è come una dichiarazione di fallimento. Si prenda anche lui le sue responsabilità. Non aveva detto che avrebbe rimpatriato 600.000 migranti in un mese?». Infine, l'ultima stoccata di Di Maio è arrivata sul tema-Rai: «Si può capire tutto», ha scritto il vicepremier pentastellato su Facebook, «ma che Nunzia De Girolamo, ex deputata di Forza Italia e poi Ncd, ovvero Silvio Berlusconi e Angelino Alfano (non so se rendo l'idea), sia stata messa a condurre Linea Verde su Rai 1, no, non lo posso capire. Mi auguro sia una balla, anche se finora non è arrivata alcuna smentita dall'azienda e questo mi preoccupa. Ci sono grandissimi giornalisti e conduttori che meritano di condurre Linea Verde. Scegliamo loro», ha concluso sibillino Di Maio, «non un'ex deputata amica di Berlusconi, Alfano e non solo...». Il «non solo» finale è un lampante riferimento a Salvini, in eccellenti rapporti con la De Girolamo.
Il miliardario cambia idea, niente catastrofe climatica. Apre il circo della COP30. Cina, sale il prezzo del carbone. Russia e Turchia in trattativa sul gas.
Allarme Coldiretti: «Il porto di Rotterdam è un colabrodo, il 97% dei prodotti non subisce esami». Il ministro incalza Bruxelles.
In ballo ci sono malcontati 700 miliardi di euro, quasi un terzo del Pil generato dall’agroalimentare, oltre che la salute, eppure l’Europa non protegge i campi. Perciò l’Italia si candida a sentinella della qualità e della salubrità delle merci che arrivano dall’estero. Francesco Lollobrigida annuncia: «Chiederemo che venga assegnata all’Italia l’autorità doganale europea». È la risposta all’allarme lanciato dalla Codiretti nella sua tre giorni di Bologna. Ha ammonito il presidente Ettore Prandini: «Con 97 prodotti alimentari stranieri su 100 che entrano nell’Ue senza alcun controllo, approfittando di porti “colabrodo” come Rotterdam, serve un sistema realmente efficace di controlli alle frontiere per tutelare la salute dei cittadini e difendere le imprese agroalimentari dalla concorrenza sleale che mette a rischio i nostri record».
Sigfrido Ranucci (Ansa)
Ennesimo scontro tra la trasmissione Rai e l’Autorità, che dice: «Inchiesta errata sugli Smart glasses, il servizio non vada in onda». La replica: «È danno erariale».
Non si ferma lo scontro tra Report, la trasmissione di Rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci e il Garante della privacy. Anche questa settimana, alla vigilia della puntata di stasera, l’Autorità di controllo ha chiesto alla Rai lo stop alla messa in onda di un servizio sulle attività del Garante. Report ha infatti pubblicato sui social una clip con l’anticipazione di un’inchiesta sull’istruttoria portata avanti dal Garante della privacy nei confronti di Meta, relativa agli Smart glass, gli occhiali da sole che incorporano due obiettivi in grado di scattare foto e registrare filmati. Il servizio di Report punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio dell’Autorità Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia, «prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni».
Diego Moretti (Ansa)
I dem che hanno sempre criticato l’ex sindaco Anna Maria Cisint firmano una mozione sul lavoro nei cantieri navali. Ora vogliono superare il modello di immigrazione a basso costo.
«Nella sua campagna permanente contro gli stranieri che a Monfalcone regolarmente lavorano, la Cisint aggiunge un nuovo tema: ora mette in discussione anche le rimesse economiche, annunciando misure per vietarle o limitarle. Una delle tante dichiarazioni che si aggiungono a quelle del passato, sicuramente buone per costruire narrazioni false e per alimentare odio nei confronti dello straniero».





