2020-04-28
«Congiunti», parchi e bus. L’Italia cerca di decifrare le supercazzole di Conte
Le regole della fase 2 sono già un labirinto: visitare i propri cari sarà un'avventura, il trasporto pubblico non è pronto. Ma l'ex avvocato del popolo dà la colpa ai tecnici.Siamo alle solite. Il Dpcm di Giuseppe Conte sulla fase 2 alimenta una pletora di dubbi interpretativi. Infatti, in men che non si dica, è partita la giostra dei «chiarimenti» di Palazzo Chigi, che spesso sono a loro volta fonte di confusione. E il premier stesso, giunto in Lombardia (Milano, Bergamo e Brescia) per provare a ricucire gli strappi con il Nord, è intervenuto su alcuni punti oscuri.Cominciamo dalle visite ai «congiunti». Ieri abbondavano esegesi e proteste. I gruppi Lgbt, ad esempio, lamentavano la discriminazione delle coppie omosessuali non «ufficiali». Si può andare a trovare la fidanzata o il fidanzato? E un amico? Palazzo Chigi, nel pomeriggio, ha precisato che per «congiunti» bisogna intendere «parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili». Niente, amanti, insomma: il governo vi guarda tra le lenzuola. E resta il divieto di assembramento «in luoghi pubblici e privati». L'ha ribadito Conte dalla prefettura di Milano, dove è arrivato in serata: la fase 2 «non significa che si può andare a casa di amici a fare delle feste. Si andranno a trovare persone con cui ci sono rapporti di parentela o stabili relazioni affettive». Se vado dallo zio, che vive con la moglie e due figli, sto provocando un assembramento in luogo privato? E se alziamo la musica, ci macchiamo del grave delitto di «party privato»? Arriverà il drone dei carabinieri? Le sfilate del 25 aprile sì e i compleanni con i cugini no. I limiti della costituzionalità li abbiamo superati; rasentiamo quelli della persecuzione.Quanto agli spostamenti, poi, aleggiava l'interrogativo delle seconde case: spostarsi fuori Regione è permesso soltanto per tornare nella propria residenza. Ma nel Dpcm era sparito il divieto esplicito di recarsi nelle abitazioni di vacanza. Ogni speranza è stata stroncata dalla titolare del Mit, Paola De Micheli, durante La vita in diretta. Le comparsate tv come fonte di diritto. Le incomprensioni si sprecano anche in merito alle attività all'aperto. È venuto meno l'ordine di rimanere entro i 200 metri da casa. Lo sport va praticato individualmente - a meno che non si stia accompagnando un minore - ma è impossibile distinguere l'atleta dal semplice camminatore. Lo Stato non può certo prescriverci l'andatura, ma che ne sarà di chi, anziché in tuta, decidesse di passeggiare in abiti borghesi? Si dirà che è zonzo senza motivo? Gli si potrà contestare di aver falsamente dichiarato, nell'autocertificazione, che è fuori per fare sport? Pasticci pure sui parchi urbani: nuovamente accessibili, purché con ingressi contingentati. I sindaci, tuttavia, hanno fatto sapere di non avere abbastanza personale per controllare i varchi. E così, la riapertura dei polmoni verdi si riduce a uno specchietto per le allodole: nella maggior parte dei casi, rimarrà la serrata. Un vero disastro potrebbe consumarsi sul fronte del trasporto pubblico. Nei giorni scorsi, il sindaco di Milano, Beppe Sala, aveva anticipato i provvedimenti per impedire gli affollamenti sul metrò. Adesso l'Inail, insieme all'Istituto superiore di sanità, ha approntato un documento, approvato dal comitato tecnico scientifico e dalla Protezione civile e consegnato al governo. L'ipotesi è che, spalmando gli orari di lavoro e di apertura dei negozi su fasce più ampie e flessibili ed evitando ore di punta, si riduca la pressione sui mezzi pubblici, che dovranno garantire la distanza di sicurezza tra i passeggeri ed essere sanificati frequentemente. Per i treni, come per gli aerei, si pensa a posti alternati. Ma dove il Tpl sconta carenze strutturali, come a Roma, c'è già il panico: l'Atac ha comunicato che non è in grado di assicurare le distanze a bordo dei bus. Bisognerà fare affidamento sull'obbligo di mascherine (che varrà in luoghi pubblici e privati, anche se le aziende si regoleranno in base ai protocolli interni). Peraltro, il parco mezzi Atac, al netto dei Cotral che la Regione offrirebbe in prestito, non consente l'incremento delle corse. La De Micheli, vorrebbe «punti di distribuzione e vendita» dei Dpi vicini ai macchinari dei biglietti e mezzi a capienza dimezzata. Nella capitale, le sperimentazioni lasciano supporre che finirà male: assalti alle fermate e vetture troppo piene. Impraticabile l'idea del blocco automatico dei bus che superino i limiti di carico.E i luminari che dicono? Prendete la bici o andate a piedi. Così, mentre i genitori cercano di capire come recarsi al lavoro (Sala ha pure minacciato che ripristinerà le ztl, se aumentasse l'inquinamento da auto private), rimane l'enigma: i figli a chi li lasciamo? Le scuole sono chiuse, i congedi parentali non bastano e l'Iss ha lanciato un anatema su centri estivi e oratori. Chiameremo Giovanni Rezza e Walter Ricciardi come baby sitter?Nel frattempo, nonostante le intimazioni di Francesco Boccia, ministro per le Autonomie, le Regioni si stanno muovendo per conto loro. La Lombardia vuole dare il via libera alle messe. Proprio da Milano, su questo argomento, Conte ha tentato di addossare le responsabilità agli esperti, spiegando che le chiese sono luoghi di contagio e che il comitato tecnico-scientifico è stato irremovibile sul divieto. Dal canto suo, il Veneto permetterà passeggiate e corse senza limiti all'interno dei Comuni di residenza e autorizzerà il trasferimento nelle seconde case o nelle imbarcazioni, per attività di manutenzione. Stesso copione in Liguria, che ha aperto tutto in anticipo, spiagge escluse. E in tutte e tre le Regioni torna disponibile il cibo d'asporto consegnato dai ristoranti. Non ci avete capito niente? Tranquilli: i dubbi li dissiperà, come ha annunciato Giuseppi, la sezione «domande frequenti» del sito di Palazzo Chigi. Ormai, in Italia, è quella a dettare legge.
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