2021-05-12
Al confine tra insulti e dissidenza. Ma il «sovranismo» non è un reato
L'inchiesta sembra evocare una dubbia «rete» tra estrema destra e suprematisti russi.Il codice penale, all'articolo 278, prevede il reato di offesa all'onore e al prestigio del presidente della Repubblica. In Italia, per altro, sussiste l'obbligatorietà dell'azione penale, dunque è normale che - se qualcuno offende l'inquilino del Colle - le forze dell'ordine indaghino. Ed è normale pure che, di fronte a eventuali insulti, scaturisca sincera indignazione: l'inquilino del Quirinale rappresenta, tra le altre cose, l'unità del popolo italiano, cosa che dovrebbe essere sacra e non oggetto di scherno o minacce. In questo caso, tuttavia, a lasciare leggermente sorpresi sono i toni e i modi. La misura della risposta, in altre parole.Ieri si è saputo che 11 persone sono indagate per offesa all'onore e al prestigio del presidente e per istigazione a delinquere. Di due degli indagati, che ieri sono stati perquisiti dai Ros, si conosce il nome. Uno è Marco Gervasoni, professore all'Università del Molise; l'altra è la influencer Francesca Totolo. Tra l'aprile del 2020 e il febbraio del 2021, gli 11 indagati avrebbero pubblicato post e contenuti multimediali offensivi verso il capo dello Stato, commenti oggettivamente molto sgradevoli come «bastardo», «devi morire», altri più blandi: «vai a quel paese» e «il popolo prima o poi si ribellerà». Tutto ciò ha prodotto l'intervento dei carabinieri del reparto anticrimine del Ros, supportati dai comandi provinciali dei carabinieri di Roma, Latina, Padova, Bologna, Trento, Perugia, Torino e Verbania. Un'operazione in grande stile, insomma. Tanto che, a scorrere giornali e siti, sembrava che fosse stata individuata una pericolosissima organizzazione terroristica sul genere dei Nar. Su tutte le testate sono rimbalzate le stesse identiche parole. Tre degli indagati, si leggeva, «gravitano in ambienti di estrema destra e a vocazione sovranista». Gervasoni, poi, sarebbe «in collegamento con gruppi e militanti di ispirazione suprematista e antisemita tramite la piattaforma social russa VKontakte». Le 11 persone sotto inchiesta – tra cui spiccano un pensionato, uno studente, un ottico e un impiegato – avrebbero messo a punto, dicono gli inquirenti, «una elaborata strategia di aggressione alle più alte istituzioni del Paese». Secondo Il Fatto Quotidiano, che ha citato fonti investigative, non ci sarebbe però «l'ipotesi di una regia comune». Ora: si possono non condividere le posizioni politiche di Gervasoni e della Totolo. Si può pensare che il professore o l'influencer utilizzino toni sbagliati per esprimersi sui social network. Ma che c'entra la «vocazione sovranista»? Posto che la formula – esattamente come «estrema destra» - non ha alcun senso, non ci risulta che essere sovranisti in Italia sia un reato. O che la parola «sovranismo» sia sinonimo di «terrorismo». Lo stesso presidente della Repubblica potrebbe (o dovrebbe) essere sovranista, cioè avere a cuore la sovranità nazionale. Che cosa significa, poi, essere «in collegamento» con «gruppi suprematisti»? È sufficiente che qualche strano soggetto ti segua sui social per finire sotto osservazione? Il fatto che Gervasoni sia apprezzato da presunti militanti di «estrema destra» fa automaticamente di lui un criminale? Il professore è editorialista del Giornale (non esattamente un foglio clandestino), pubblica libri e interviene nei talk show: le sue opinioni non sono propriamente segrete. E non lo sono nemmeno quelle di Francesca Totolo. Se si scoprisse che fra le ombre del suo studio Gervasioni progettava attentati o che la Totolo, dal suo salotto, organizzava atti di violenza, ogni repressione sarebbe senz'altro giustificata. Ma non ci risulta che si sospettino fatti di questo tipo. E allora «l'elaborata strategia di aggressione» dipenderebbe dal fatto che sono sovranisti con molto seguito? Ripetiamo, a scanso di equivoci: finché esisterà il reato di offesa al presidente, sarà giusto indagare ed eventualmente condannare. Ma evocare misteriose reti di «estrema destra», inquietanti organizzazioni «sovraniste» e tirare in ballo le oscure forze della reazione in agguato, a oggi, appare abbastanza surreale, a meno che non si voglia stabilire che essere di destra sia un crimine. Sì, in Italia bisogna perseguire i reati: se però scoprissimo che si perseguono gli psicoreati, beh, qualche problema inizieremmo a farcelo.