2024-12-06
Confindustria alza la voce: «Stellantis mantenga gli impegni verso il Paese»
Emanuele Orsini: «Il gruppo dimostri di voler bene all’Italia». Poi chiede più aiuti all’automotive. Carlo Calenda attacca la Elly Schlein che oggi sarà a Pomigliano: «Dì qualcosa di sinistra...».Con il terremoto che ha comportato l’uscita dell’ex ad Carlos Tavares da Stellantis, ora anche Confindustria (di cui il gruppo automobilistico non fa più parte) ricorda che in passato l’Italia ha dato molto all’azienda che fu degli Agnelli e che è giunto il momento di avere qualcosa indietro. «Vedremo quello che succederà con l’uscita di Tavares. Abbiamo bisogno che anche Stellantis dimostri di voler bene al Paese. L’Italia ha fatto ciò che doveva fare in passato, ha mantenuto gli impegni verso Stellantis. A questo punto serve che Stellantis mantenga gli impegni verso il Paese e la salvaguardia dei posti di lavoro e della filiera che è importantissima». A parlare è stato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che ha commentato la situazione di Stellantis durante l’assemblea di Confindustria Genova. Orsini ha quindi riflettuto sulla grave crisi che sta attraversando il settore automotive, in particolare per quanto riguarda la riduzione del fondo di settore nella legge di bilancio. Un tema che è stato oggetto di discussioni con il governo, e su cui il presidente di Confindustria ha sottolineato: «Duecento milioni sono insufficienti, è necessario aumentare questa cifra almeno del doppio. Serve premiare le aziende che investono e mantengono gli utili nella propria impresa. È il lavoro da salvaguardare», ha ribadito, «È fondamentale che anche il governo dimostri di essere vicino all’industria perché l’industria ha bisogno di avere vicino a sé il governo sugli investimenti».Insomma, visto il peso di Stellantis in Italia a livello occupazionale, sono in molti a essere preoccupati per le sorti del gruppo francoitaliano. Certo, va detto che Confindustria (come altri) punta il dito contro Stellantis e l’operato di Tavares, ma nella realtà ha fatto ben poco per evitare che il gruppo delocalizzasse all’estero. C’è, però, persino chi sul caso Stellantis non ha proprio nemmeno aperto bocca. È il caso di Elly Schlein, numero uno del Pd, che ha destato lo sdegno del leader di Azione, Carlo Calenda. Il politico, all’interno di un video postato sui social, ha attaccato duramente la Schlein (che sarà a manifestare oggi a Pomigliano) invitandola a dire qualcosa di sinistra. «Domenica alle 8 di sera è uscita la notizia che Stellantis ha cacciato il suo amministratore delegato», ha detto il numero uno di Azione, «Ovviamente questo ha generato grandissime preoccupazioni, ansie sul gruppo, sul futuro dei lavoratori, un allarme che noi abbiamo dato da tanto tempo, una battaglia che abbiamo fatto per tanto tempo. Stamattina è giovedì», ha detto ieri ed «Elly Schlein non ha pronunciato una parola. Voi direte ma che te frega a te? No, mi frega molto, perché c’è qualcosa che non gira nel rapporto tra la sinistra e la questione Stellantis e non è spiegabile la ragione per cui Elly Schlein non riesce a parlare della più grave crisi di cui hanno parlato tutti i giornali, persino quelli della Gedi», ha detto. «L’altra volta io feci una battaglia per avere tutti i segretari di partito nel chiedere a John Elkann di venire in Parlamento, l’unica segretaria che alla fine non firmò, fece siglare il responsabile economico del Pd Misiani, fu la Schlein. E oggi appunto siamo a giorni di silenzio; allora io credo che sia giusto dire le cose come stanno. Questa cosa accade perché ci sono due giornali, La Stampa e La Repubblica, che sono come era l’Unità una volta», ha detto. «Sono i giornali del Pd, che dedicano alla Schlein pagine infinite. Ovviamente noi siamo cancellati perché diamo fastidio al loro padrone, pagine di inni infiniti e sono come l’Unità», anzi «no: nel senso che era il Partito comunista a dare la linea all’Unità, non era l’Unità a dare la linea al Partito comunista». Per questo, dice Calenda, «il mio appello alla Schlein è dì qualcosa, dì qualcosa di sinistra perché non c’è niente più di sinistra che questa battaglia, cioè vedere lo scempio di un capitalismo predatorio, assistito, che lascia gli operai per strada. Se noi non siamo in grado di parlare di questo, fregandocene di chi possiede i giornali, non siamo in grado di dare rappresentanza alla parte che dobbiamo proteggere, che è quella delle persone più deboli, quindi cara Schlein, dì qualcosa». Da Elly Schlein, sul tema, non è arrivata alcuna risposta. Per il Pd ha parlato Arturo Scotto, capogruppo alla commissione Lavoro alla Camera. «Il Pd diretto da Elly Schlein, in questo anno e mezzo, si è occupato di Stellantis tutti i giorni», ha detto. Fatto sta che la responsabile del primo partito di sinistra in Italia non ha proferito parola in merito alla crisi di una delle maggiori aziende che operano nel Paese. La situazione, insomma, è molto complessa. Mentre il governo è alle prese con un emendamento all’interno della manovra che prevede di aumentare le risorse in capo al Fondo automotive per almeno 750 milioni, mercoledì il responsabile finanziario di Stellantis Doug Ostermann, intervenendo alla sedicesima edizione della Goldman Sachs annual industrials & autos week, ha rassicurato gli azionisti spiegando loro che vedranno un dividendo il prossimo anno. «Una delle cose di cui sono orgoglioso è che abbiamo costruito un bilancio solido e lo abbiamo fatto perché sappiamo di operare in un settore volatile e ciclico, siamo consapevoli che ci saranno periodi di flessione e quindi abbiamo preparato l’azienda ad affrontare anni come questo», ha affermato. «Alla luce di questi fattori, ritengo che avremo un dividendo. Avremo una discussione, credo, anche sui buyback», ha concluso.
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