2021-03-16
Con le zone rosse le imprese a Pasqua ci rimettono 80 milioni al giorno
(Donato Fasano/Getty Images)
Confesercenti: consumi in calo di 9,5 miliardi nei primi mesi del 2021. Intanto, con il dl Sostegno, si fa strada la pace fiscale.Le nuove restrizioni costeranno all'economia italiana circa 80 milioni di euro di consumi al giorno. A stimarlo è Confesercenti, in occasione dell'avvio delle zone rosse che da ieri riguardano la maggior parte del territorio nazionale. La crisi, insomma, non è solo sanitaria, ma anche finanziaria. Come ha sottolineato ieri l'associazione di categoria che rappresenta le imprese italiane del commercio, del turismo e dei servizi, dell'artigianato e della piccola industria, il mancato superamento della crisi sanitaria sta determinando un costo sempre più elevato per il settore del commercio. Le ennesime misure di restrizione stanno determinando un bilancio fortemente negativo per i consumi delle famiglie, che, secondo le stime, nei primi quattro mesi dell'anno arriveranno a perdere complessivamente 9,5 miliardi di euro. Di questi, oltre 3 miliardi riguardano il commercio al dettaglio e oltre 5 miliardi viaggi, ospitalità e pubblici esercizi. Un problema, spiega Confesercenti, che è da attribuire soprattutto all'estensione delle chiusure fino al fine settimana di Pasqua, unico ponte di questo aprile, che avrebbe dovuto segnare l'avvio della stagione primaverile in termini di fatturato dopo la cancellazione di quella invernale.«Le dimensioni della crisi sono tali che i livelli di consumo pre-pandemia potranno ormai essere ripristinati solo nel 2024», spiega Confesercenti. «In questo quadro, come abbiamo avuto già modo di sottolineare, la proroga ed il contestuale rafforzamento delle restrizioni fino a Pasqua costituiscono un nuovo, grave trauma per le imprese. Ed è particolarmente forte per quelle del terziario e del turismo, che si vedono privare dell'avvio della stagione della moda e dell'unico ponte della stagione primaverile. Se si considera che, dopo un anno di stop & go, ci sono circa 450.000 imprese a rischio chiusura, ci sembra evidente che le restrizioni non siano una soluzione sostenibile a lungo termine dall'economia».Del resto, come spiega una nota di Nsa, mediatore creditizio per le aziende italiane, basta dare uno sguardo ai numeri del Fondo di garanzia per le Pmi che riguardano il periodo tra il 17 marzo 2020 e il primo marzo 2021 per avere un'idea della situazione. Il fondo in questo periodo ha erogato prestiti alle Pmi per 142 miliardi di euro. Di questi, solo 808 milioni non riguardavano il decreto Cura Italia e Liquidità. Il resto, insomma, erano tutti interventi legati alla crisi del coronavirus. Per avere un'idea ancora più chiara del problema portato dalle chiusure generalizzata delle attività commerciali, va aggiunto anche che su 1.765.555 prestazioni erogate, solo 8.072 non riguardavano i due recenti decreti «anti Covid». Secondo Coldiretti, con le chiusure di massa innescate dalle diverse zone rosse partite ieri, ci sono 39,6 milioni di italiani in lockdown che non consumeranno o quasi massacrando l'economia italiana. «Con la stretta anti Covid in tutta Italia (ad eccezione della Sardegna)», spiega Coldiretti, «è infatti vietato il servizio al tavolo e al bancone in bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi in tutta Italia con una perdita stimata in circa 5 miliardi nelle tre settimane che finiscono con gli appuntamenti delle feste di Pasqua e Pasquetta. Sono 7 milioni gli italiani che tradizionalmente consumano il pranzo fuori casa a Pasqua per una spesa stimata pari a 400 milioni mentre ben un italiano su tre (32%)», continua la Coldiretti, «dovrà rivedere i propri programmi nel lungo fine settimana di Pasquetta dedicato tradizionalmente alle gite fuori porta, alle visite a parenti e amici e alle vacanze».Intanto, nella serata di ieri si è tenuto un incontro sul dl Sostegno tra il ministro dell'Economia Daniele Franco, quello dei Rapporti con il parlamento Federico D'Incà e alcuni capigruppo della maggioranza. Tra le novità emerse c'è sicuramente la pace fiscale che coinvolgerà i debiti dei cittadini italiani accumulati negli anni passati nei confronti dell'erario, al fine di andare incontro ai contribuenti in questo difficile periodo di crisi economica. Allo studio c'è l'idea di fare un maxi condono per le cartelle esattoriali emesse tra il 2000 e il 2015 per un valore non superiore ai 5.000 euro. Ciò varrebbe anche per tasse non pagate come bollo auto, Imu e Tari. «Oggi come oggi», ha detto ieri il sottosegretario all'economia Claudio Durigon a Radio24, «ci sono 137 milioni di cartelle giacenti in Agenzia, in archivio, questa possibilità di cancellare le cartelle fino a 5.000 euro, fino al 2015, porterà sicuramente un vigore all'archivio dell'Agenzia delle Entrate in modo che si possa verificare anche quelle esigibili».A ciò si aggiunga la possibilità di introdurre una rottamazione quater delle cartelle superiori ai 5.000 euro, che dovrebbe consentire di saldare anche questi debiti erariali senza pagare sanzioni o interessi. Sul piano dei fondi per la vaccinazione di massa, poi, Durigon ha fatto sapere che «dalla crisi provocata dalla pandemia non ne usciamo con gli indennizzi ma con un piano vaccini» che prevede investimenti per 5 miliardi di euro e non 2 come previsto dalla prima bozza del dl Sostegno. «Si tratta di un piano concreto per la vaccinazione, con risorse importanti», ha voluto sottolineare ieri il leghista.