Lucio De Gasperis direttore generale di Mediolanum gestione fondi: «Le oscillazioni non sono sempre negative. Le obbligazioni potrebbero risalire come negli Usa. I giovani pensino ai prodotti pensionistici».
Lucio De Gasperis direttore generale di Mediolanum gestione fondi: «Le oscillazioni non sono sempre negative. Le obbligazioni potrebbero risalire come negli Usa. I giovani pensino ai prodotti pensionistici».La fine del programma di riacquisto titoli della Bce previsto per dicembre non deve spaventare. Mario Draghi ha scelto di interrompere il Qe perché siamo in una fase espansiva. L'economia sta ripartendo, così come i rendimenti. L'importante è non farsi prendere da facili entusiasmi e puntare sempre su investimenti con coerente orizzonte temporale. La Verità ne ha parlato con Lucio De Gasperis, direttore generale di Mediolanum gestione fondi.Cosa fare con la fine del Qe? È un bene o un male?«Iniziamo col dire che Draghi ha fatto questa scelta di abbandonare un territorio ultra-espansivo di politica monetaria per un motivo: secondo gli analisti del Fondo monetario internazionale, a livello internazionale per il 2018 la crescita prevista è del 3,9%, negli Stati Uniti del 2,9% e nell'Eurozona del 2,4%. Le scelte di Draghi, dunque, si inseriscono all'interno di un positivo quadro economico. Se non vi fosse stata la fine del quantitative easing, questo avrebbe significato che l'Europa ancora non si trovava in un trend favorevole di crescita. In quest'ottica quindi la fine del Qe è un bene». Che impatto avrà dunque sugli investimenti degli italiani?«Da un punto di vista economico-finanziario, questa espansione sta a significare che le società stanno producendo utili in crescita. Quindi possiamo dire che ci sono tutti i presupposti perché gli investimenti portino a risultati positivi. Determinante sarà la capacità delle autorità politiche ed economiche di accompagnare i vari Paesi al di fuori del Qe. Dovranno essere bravi però ad attutire alcuni effetti di breve periodo come la volatilità. In presenza di temporanei aumenti di volatilità le opportunità di investimento potrebbero aumentare. Il consiglio è di sfruttare questo fenomeno attraverso servizi quali i piani di accumulo che consentono un investimento progressivo».Ci sono ancora opportunità nell'obbligazionario?«Per quanto riguarda il mercato obbligazionario statunitense, stiamo già assistendo a un innalzamento dei rendimenti. L'aumento dei rendimenti sulle scadenze a breve della curva è stato certamente generato dal nuovo orientamento di politica monetaria della Fed, mentre il ritorno dell'inflazione su livelli prossimi a quelli indicati dalla Fed ha influenzato le scadenze più lontane. Simili dinamiche potrebbero interessare in futuro l'area europea anche a seguito della fine del programma di riacquisto titoli voluto da Draghi. Più in generale, quando parliamo di opportunità nell'obbligazionario, c'è da dire che in primis bisogna capire quali sono gli obiettivi del risparmiatore nel suo complesso. In generale, si tratta di investimenti che devono sempre avere un corretto orizzonte temporale. Nel breve periodo, il rischio di un repentino rialzo dei rendimenti può suggerire durate finanziarie più brevi».Con la fine del Qe quale sarà l'impatto sui mutui?«Di certo i banchieri centrali staranno molto attenti a evitare che i risparmiatori possano subire gli effetti di un aumento critico del costo del denaro. La scelta di Draghi va nella direzione di una conclusione graduale del quantitative easing, tale da non compromettere la crescita e da non creare criticità di carattere economico».Come dovrebbe considerare un risparmiatore la volatilità?«Le oscillazioni dei mercati non sono per forza da valutare negativamente. Il risparmiatore deve capire qual è il corretto orizzonte temporale del suo investimento. Purtroppo in Italia c'è scarsa educazione finanziaria. Se ve ne fosse di più, la volatilità non verrebbe considerata un evento avverso, ma come una normale caratteristica dei mercati. L'importante è non realizzare investimenti guidati su basi puramente speculative o persino emotive. Orizzonte temporale e profilo di rischio dovrebbero sempre essere la stella polare del risparmiatore, invece di focalizzarsi su investimenti dalle caratteristiche non coerenti con il proprio profilo». Cosa è cambiato per i risparmiatori con la norma sulla trasparenza degli investimenti, la Mifid2?«Questa norma ha portato una grande ventata di novità sui mercati. È sempre più necessario che gli investitori si focalizzino sui loro bisogni, magari con l'aiuto di consulenti professionisti. Il cliente è al centro: una maggiore trasparenza dei bisogni del cliente si accompagna con una maggiore trasparenza da parte dell'industria del risparmio gestito. È un percorso di crescita che potrà contribuire positivamente a colmare il ritardo in termini di cultura finanziaria del risparmiatore domestico».Quanto è interessante oggi l'Italia in termini di investimento?«Le stime elaborate da diversi analisti indicano come le società quotate sul mercato italiano trattino a multipli intorno alle 12,9 volte gli utili attesi per quest'anno e 11,3 volte quelli attesi per il 2019. I valori, pur segnalando un'economia in crescita, appaiono contenuti e ancora a sconto rispetto ad altri mercati dell'Eurozona. Inoltre, grazie ai Pir, l'investitore medio italiano è stato messo ancora di più nelle condizioni di investire nelle Pmi italiane. Grazie anche ai benefici di carattere fiscale che costituiscono un fattore non secondario».Se avesse 100.000 euro da investire, dove punterebbe?«Le variabili sono moltissime. Dall'età della persona, dalle capacità di risparmio del singolo. Oggi, in presenza di un ampio orizzonte temporale, valuterei ad esempio un investimento di carattere pensionistico, con una adeguata diversificazione in termini sia di asset class sia di profili geografici e settoriali. Il consiglio è sempre quello di prefiggersi prima un obiettivo e poi di scegliere come investire».
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L’ultimo è stato Fedez: dichiarando di preferire Mario Adinolfi ad Alessandro Zan e scaricando il mondo progressista che ne aveva fatto un opinion leader laburista, il rapper milanese ha dimostrato per l’ennesima volta quanto sia avventata la fiducia politica riposta in un artista. Una considerazione che vale anche retrospettivamente. Certo, la narrazione sul rock come palestra delle lotte per i diritti è consolidata. Non di meno, nasconde zone d’ombra interessanti.
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Magistrato, politico in quota Pd per un breve periodo e romanziere. Si fa predicatore del «potere della gentilezza» a colpi di karate. Dai banchi del liceo insieme con Michele Emiliano, l’ex pm barese si è intrufolato nella cricca degli intellò scopiazzando Sciascia.
(IStock)
Pure la Francia fustiga l’ostinazione green di Bruxelles: il ministro Barbut, al Consiglio europeo sull’ambiente, ha detto che il taglio delle emissioni in Ue «non porta nulla». In Uk sono alle prese con le ambulanze «alla spina»: costate un salasso, sono inefficienti.
Con la Cop 30 in partenza domani in Brasile, pare che alcuni Paesi europei si stiano svegliando dall’illusione green, realizzando che l’ambizioso taglio delle emissioni in Europa non avrà alcun impatto rilevante sullo stato di salute del pianeta visto che il resto del mondo continua a inquinare. Ciò emerge dalle oltre 24 ore di trattative a Bruxelles per accordarsi sui target dell’Ue per il clima, con alcune dichiarazioni che parlano chiaro.






