2024-09-11
Con la coppia Lagarde-Ursula
l’Unione non può certo cambiare
Ursula von der Leyen (Ansa)
La proposta dell’ex premier prevede debito comune e cambi radicali sull’ambiente Impossibile che una Commissione nata sui compromessi realizzi svolte così profonde. Vi ricordate cosa capitò il 22 settembre del 2013 quando Napolitano, neoeletto presidente della Repubblica per la seconda volta, andò a parlare alle Camere riunite? Il neopresidente strigliò il Parlamento che neanche un preside nei confronti di studenti che hanno dato fuoco alla scuola: «Siete stati sordi!», e loro applaudivano. «Inconcludenti», e giù uno scroscio di applausi; «irresponsabili», e qui l’assemblea sembrò andare in delirio. Li accusò come dei deficienti e sia i leader che i peones ascoltarono la ramanzina con il capo chino. Cioè, li prese a ceffoni e questi, senza alcuna dignità - evidentemente riconoscendo la coglionaggine della quale venivano accusati - lo applaudivano in modo servile e indegno. Lo stesso è accaduto lunedì, a Bruxelles, a Mario Draghi che ha esposto il suo Rapporto sulla competitività dell’Ue nel quale ha indicato una serie di interventi che vanno in senso completamente diverso da quello della Commissione di questi anni presieduta - e ahimè, continuerà a presiederla - da Ursula von der Leyen detta anche Nursòla - nome composto dal tedesco «nur» (soltanto) e dall’italiano «sòla» -, grandi abbracci e baci, grandi applausi di fronte a uno che in sostanza ti dice: siete stati degli incapaci, avete sbagliato tutto (riferendosi anche alla compagna di merende di Nursòla, la signora Laguardia) non avete un’idea in testa dell’Europa ma solo ideuzze e ideologiuzze da quattro soldi, soprattutto di colore verde, lo stesso del vomito dell’indemoniata del film L’esorcista. Insomma, sarebbe come se uno mi incontrasse domattina, mi dicesse che sono un coglione e io lo abbracciassi o lo baciassi con trasporto. Stesso copione, diversi personaggi e diversi contesti: Draghi e la Commissione, Napolitano e il Parlamento. Già questo risulta di una ridicolaggine per la quale uno dovrebbe vergognarsi per il resto della sua vita. Ma questi sono abituati ad inghiottire di tutto, hanno stomaci ricoperti da uno strato di Maalox che si aggira attorno ai tre centimetri. Ursula von der Leyen ha fatto delle piroette, durante questi anni, che a confronto i trapezisti del circo Orfei erano dei dilettanti. La Lagarde, invece, ha una rigidità di posizioni soltanto pari alla rigidità neuronica e sinaptica che la contraddistingue; sull’inflazione, infatti, non ha capito niente, non capisce niente e continuerà a non capire niente. Peccato ne faccia le spese la parte posteriore media del nostro corpo. Torniamo a Draghi. Senza entrare nel merito dei singoli contenuti, certamente dobbiamo rilevare tre elementi del suo discorso che, non essendo stati realizzati dalla Commissione precedente, non saranno realizzati neanche da quella futura. Primo. Cosa distingue il Rapporto Draghi dai vari documenti partoriti - evidentemente con parto podalico - da Von der Leyen & C? Che, lo ripetiamo, condivisibile o no nel merito, questo è un rapporto organico, non onirico, sistematico, con una visione di Europa, ovviamente tutta da discutere. Come è stato notato, il discorso che la signora Thatcher tenne a Bruges il 20 settembre del 1988 andava in direzione totalmente opposta. Questo paragone è molto significativo perché vuol dire che ci sono due visioni a confronto dotate entrambe di spessore culturale, economico, politico e financo linguistico. La Von der Leyen e la sua compagnia di giro non so se abbiano visioni notturne, ma una visione diurna dell’Europa è certo che non ce l’hanno. Hanno accumulato una serie di idee senza alcuna considerazione sugli effetti sull’economia reale. Draghi invece questi li indica così come si deve fare, scrivendo un programma, un rapporto e non un diarietto da quinta elementare. Secondo. La proposta di un debito pubblico europeo è una proposta sensata, non nuova, alla quale la Germania si è già detta contraria (e la Ursula pure, scodinzolando ai tedeschi) e, considerato il casino che ha combinato proprio la Germania con il Green deal subendone ora le conseguenze (vedi i licenziamenti Volkswagen) la proposta è certamente giusta. Come dicevano i latini, sub specie contraria: cioè è vero il contrario di ciò che dicono. È evidente, infatti, che il debito pubblico europeo rappresenta una possibile soluzione ad un’Europa priva di strumenti per aiutare i Paesi che sono in difficoltà come avevano concepito i fondatori dell’Europa stessa: quando un Paese è in crisi, gli altri intervengono per aiutarlo. Terzo. Draghi ha duramente criticato i tempi e i modi della transizione energetica ed ecologica che non sono adeguati all’economia europea e che, se continueranno su questa strada, arrecheranno ad essa danni irreparabili. Non so che fine farà il Rapporto Draghi ma, molto probabilmente, finirà in quello che Indro Montanelli chiamava l’«archivio cilindrico», cioè il cestino. E questo per due motivi fondamentali: perché questa Commissione non è all’altezza di un rapporto del genere e perché questa Commissione, tenendosi insieme con lo sputo, non può adottare piani e rapporti decisi, vive e vivrà di indecisione, compromessucci, ideucce e, come si dice in Toscana, volerà bassa come le fagiane incinte.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.