2020-04-30
«Con il petrolio rischi troppo alti». Nel 2020 consumi giù di un altro 10%
La decisione di tagliare la produzione non riesce a fermare il crollo del greggio. L'esperto: «Negli Usa iniziati i primi fallimenti: impossibile stare sul mercato con tali prezzi». La fine del «lockdown» non invertirà la rotta.Le montagne russe per il prezzo del petrolio continuano con qualche tentativo di rimbalzo che poco però intacca la tendenza generale che ha segnato un crollo storico delle quotazioni negli ultimi due mesi. Martedì il «light sweet crude» (Wti) è precipitato al -21%, dopo che il fondo passivo americano United States oil fund, uno dei principali attori finanziari, aveva deciso di chiudere anticipatamente il contratto per termine sostenuto da una consegna di petrolio americano a giugno. Il motivo? Il rischio di vederlo cadere in territorio negativo. Tutti i fondi indicizzati quotati (Etc) che replicano questo indice sono stati così quindi costretti a vendere i loro contratti di giugno martedì per acquistare contratti a più lungo termine, innescando una nuova discesa. «Vendite forzate stanno facendo capitolare in queste settimana i prezzi delle scadenze ravvicinate e moltissimi trader piccoli e grandi “a caccia di affari" hanno visto i conti saltare per l'eccezionale movimento negativo», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf.Questioni tecniche e speculative ma anche fondamentali dietro un mercato petrolifero che continua a risentire del crollo della domanda, legato alla pandemia di Covid-19, che ha anestetizzato le principali economie mondiali. In risposta alla crisi, i principali Paesi produttori di petrolio hanno concordato ad aprile di ridurre la loro produzione da circa 10 milioni di barili al giorno dal primo maggio, fattore che rappresenta una contrazione di circa il 10% dell'offerta mondiale. «Questo “taglio" non sta funzionando bene perché alcuni Paesi hanno bisogno di vendere a qualsiasi prezzo pur di raggranellare qualcosa e sono in condizioni finanziare complicate mentre le scorte di petrolio sono ai livelli massimi e i produttori di greggio non sanno più dove stoccarlo, mentre alcuni produttori Usa stanno già iniziando a fallire visto che a questi prezzi è impossibile stare sul mercato se si ha anche il fardello di un forte indebitamento», spiega Gaziano.Rispetto ai livelli precedenti si stimano i consumi di petrolio mondiale a -30% ad aprile e -20% a maggio. E per tutto il 2020 l'uso di greggio nel pianeta diminuirà di un ulteriore 10%. L'industria spera ora che i progressi nella lotta contro la malattia, come i piani per riaprire parzialmente diverse grandi economie, riporteranno i mercati alla normalità nelle prossime settimane.Diversi risparmiatori hanno provato in queste settimane a cercare di puntare sul barile spesso subendo cocenti perdite. «Come ripetiamo da sempre come consulenti finanziari indipendenti», conclude l'esperto, «non è il nostro approccio cercare di investire contro il mercato e cercare “vendetta" puntando sui prezzi che sono scesi moltissimo e più di così non possono calare. In un contesto del genere gli Etc sul petrolio sono un prodotto chiaramente troppo rischioso anche perché estremamente penalizzati dalla forma della curva a termine di questa materia prima».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 17 settembre 2025. Il nostro Giorgio Gandola commenta le trattative nel centrodestra per la candidatura a presidente in Veneto, Campania e Puglia.