2018-06-27
Con il decreto Di Maio più cari tutti i contratti a tempo
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I tre grandi obiettivi sono anche nuove norme per contrastare le delocalizzazioni e eliminazione delle spesometro per le imprese. Senza considerare l'eliminazione della pubblicità al gioco d'azzardo. Forse già domani (o al più tardi il 28 giugno) il ministro del Lavoro Luigi Di Maio porterà il decreto dignità in Consiglio di ministri con la speranza di farlo approvare al più presto. Del resto Di Maio aveva chiarito che tra le sue priorità ci sarebbe stata una soluzione del problema del precariato in Italia.I tre grandi obiettivi del decreto, visionati da La Verità, sono: contratti a termine più cari a ogni rinnovo, nuove norme per contrastare le delocalizzazioni e eliminazione delle spesometro per le imprese. Senza considerare l'eliminazione della pubblicità al gioco d'azzardo. Andiamo con ordine: il decreto prevede un massimo di quattro proroghe (attualmente la legge ne conta cinque) in 36 mesi con un rincaro del costo contributivo dello 0,5% per ogni rinnovo. In più, il decreto aumenta a 270 i giorni dalla fine del contratto per impugnarlo.Inoltre, a partire dal primo rinnovo (non dalla stipula del contratto) è previsto il ritorno delle causali.In parole povere, per i rinnovi superiori a un anno, il datore di lavoro dovrà specificare per quale motivo il contratto ha un termine e perché viene riproposto. Tre i tipi di motivazioni previste:esigenze temporanee e oggettive, connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, o relative a picchi di attività stagionali.Sempre nell'ottica della lotta alla precarietà, il decreto prevede anche che i contratti in somministrazione (come quelli dei riders che portano le pietanze a casa dei clienti) contribuiscano al conteggio delle assunzioni a termine: in totale questo tipo di accordi con il personale non può superare il 20% del totale.Nel decreto il ministro Di Maio ha previsto sanzioni anche per le aziende che hanno deciso di delocalizzare dopo aver ricevuto aiuti di Stato. La norma prevede che debbano essere trascorsi almeno dieci anni dai contributi statali prima di trasferire la produzioni. Altrimenti l'entità delle multe dovrà essere da due a quattro volte i benefici ricevuti. In più, quanto ottenuto dallo Stato dovrà essere interamente restituito con interessi fino al 5%.Lotta anche alla ludopatia. Stop totale agli spot sul gioco d'azzardo che dal 2019 riguarderà anche le diverse forme di sponsorizzazione e «tutte le forme di comunicazione legate al mondo delle scommesse e non solo. Chi non seguirà il divieto potrà ricevere una sanzione del 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità» che abbia comunque un importo minimo di 50.000 euro. Tutto questo denaro andrà al fondo per il contrasto al gioco d'azzardo patologico. Invariate le sanzioni da 100.000 a 500.000 euro per chi viola il divieto durante spettacoli dedicati ai minori.Nel decreto ci sono anche regole di natura fiscale. Innanzitutto è previsto il rinvio all'inizio del 2019 dell'obbligo della fattura elettronica per l'acquisto dei carburanti da parte di chi ha una partita Iva. La misura dovrebbe valere solo per la vendita al dettaglio e non per tutta la filiera. La norma dovrebbe avere un costo per la collettività tra i 30 e i 50 milioni di euro.Con il decreto dignità, inoltre, Di Maio apre la strada a un blocco delle split payment (la misura che obbliga le amministrazioni centrali dello Stato a trattenere l'Iva delle fatture ricevute e a versarla direttamente all'erario) e una accelerazione dei tempi di rimborso dell'Iva.In rampa di lancio anche l'abolizione del redditometro e una posticipazione a fine anno dell'invio cumulato dei dati dello spesometro. Secondo le norme attuali il prossimo invio sarebbe previsto per settembre.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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