2022-06-23
Con i titoli di Stato buoni rendimenti anche nella lista dei Paesi emergenti
L’instabilità internazionale ha abbassato i prezzi del 10% a livello globale e alzato i potenziali guadagni. Ma ha pure ridotto la protezione dalla volatilità. Opportunità con i prodotti di Sudamericana e Pacifico.
L’instabilità internazionale ha abbassato i prezzi del 10% a livello globale e alzato i potenziali guadagni. Ma ha pure ridotto la protezione dalla volatilità. Opportunità con i prodotti di Sudamericana e Pacifico.Quella trascorsa è stata un’altra settimana nera per i mercati azionari e obbligazionari e in particolare per il debito pubblico italiano che è tornato a scottare. La febbre dell’obbligazionario è arrivata a superare quota 250, un valore molto elevato. Basti pensate che il rendimento di un titolo governativo italiano (Btp) con scadenza a dieci anni il 14 giugno era del 4,2% mentre quello di un analogo titolo tedesco (Bund) dell’1,7%.Per qualche ora, insomma, i rendimenti dei titoli di Stato italiani hanno superato quelli greci. Sono peggio di noi, fra i Paesi dell’Ue come debitori, solo l’Ungheria (8,7% il rendimento del decennale, +95% da inizio anno) e la Repubblica Ceca (5,77%, + 108,5% l’incremento del rendimento da inizio anno) contro il 3,7% di rendimento annuo offerto dal Btp italiano (al 21 giugno) che da inizio 2022 ha visto il più forte degli incrementi (+230%).In parole povere, siamo tornati a essere la pecora nera d’Europa anche per l’entità del nostro debito pubblico (quasi 2.760 miliardi di euro, in rapporto al Pil meglio del Giappone ma peggio delle Barbados); mercoledì 15 giugno la Banca centrale europea ha convocato una riunione d’emergenza per affrontare soprattutto il problema dell’Italia e cercare di raffreddare lo spread.«La misura provvisoria di reindirizzare alcune delle obbligazioni in scadenza acquistate come stimolo pandemico nei Paesi dell’Eurozona in difficoltà è stata evidentemente giudicata dai mercati troppo esigua (come svuotare un oceano con un catino) e la Bce ha promesso ora di accelerare i lavori su un nuovo “strumento anti frammentazione” (una sorta di nuovo bazooka anti spread) come soluzione a lungo termine», dice Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldi expert scf.Al momento nessuno sa bene cosa sia questo scudo anti spread, anche se tutti ne parlano. D’altronde, il presidente della Bce Christine Lagarde si trova in una situazione difficile da gestire, visto che i Paesi del Nord Europa non vogliono firmare cambiali in bianco all’Italia per «ottenere rendimenti obbligazionari più bassi come scusa per prestiti ancora più insostenibili» (citazione tratta dal Wall Street Journal). Del resto, il boom dell’inflazione e la risalita dei tassi d’interesse hanno fatto crollare i prezzi delle obbligazioni con il governativo mondiale in discesa di circa il 10% da inizio anno. Una botta così non si vedeva dagli anni Trenta. In particolare, il governativo decennale italiano è in rosso di circa il 13%. Va meglio all’obbligazionario governativo americano (-1,45%) nel caso non sia coperto dal rischio cambio vista la forza del dollaro.Pallottoliere alla mano, con l’inflazione attuale presente in tutto il mondo i rendimenti offerti dall’obbligazionario governativo mondiale ed europeo (poco meno del 2% annuo) salgono al 3,2% per quello statunitense, al 3,77% per quello italiano, al 4% per quello australiano e al 7,4% per quello indiano. A conti fatti si tratta di rendimenti non entusiasmanti, ma nessuno sa dove sarà l’inflazione fra quattro o otto anni e in un portafoglio complessivo la presenza dell’obbligazionario governativo rappresenta di solito una diversificazione per rendere meno volatile il proprio patrimonio e soprattutto per decorrelarlo dalla volatilità dell’investimento azionario. Una tendenza che nell’ultimo anno è completamente saltata ma in presenza di rendimenti dell’obbligazionario governativo che partivano da livelli in alcuni casi perfino negativi. Quello del reddito fisso, insomma, è un mare in tempesta e la tranquillità che un tempo era cara a molti investitori italiani oggi rischia di essere un ricordo sempre più lontano. Ecco perché è sempre meglio evitare di scommettere direttamente in titoli obbligazionari, pensando piuttosto a fondi che investono in un paniere di strumenti di debito.In Italia c’è l’imbarazzo della scelta. Ma la varietà di offerta non è sempre detto che sia una buona cosa. A volte, si corre il rischio di spaesare l’investitore. Per intenderci, chi ha investito nel Janus Henderson Us short term bond a tre anni ha guadagnato il 527%, valore che si è ridotto all’1,14% nel caso di chi ha investito nel 2022. Anche il Vanguard usd treasury etf punta sul reddito fisso americano e porta a casa a 36 mesi un guadagno del 5,4%. Sullo stesso livello l’Inveso India bond che punta sui titoli indiani e, in questi tempi difficili, a tre anni mette a segno il 5,6%. Da questi esempi, insomma, il ritornello della canzone è chiaro a tutti: evitare oggi i titoli italiani, meglio puntare su Paesi emergenti o Stati Uniti. Ma anche in questo caso è il caso di indossare un salvagente ben stretto. Il mare dell’obbligazionario è pieno di onde di questi tempi e il rischio di un naufragio è sempre dietro l’angolo. Certo, la speranza è che prima o poi il mercato si rassereni e che il mondo dei Bond torni ad avere la sua funzione di porto sicuro per gli investitori.