2021-06-18
La rivoluzione viola. Commisso si ribella ai procuratori rapaci e rompe con Gattuso
Rocco Commisso e Rino Gattuso (Ansa)
Motivo del divorzio è Mendes, agente del tecnico, che voleva piazzare i «suoi» alla Fiorentina. Al capolinea anche Antognoni.«Ai livelli dirigenziali alti nessuno ha un contratto nella mia azienda, eppure sono stati con me per sempre. C'è la fiducia che se tu ti prendi cura di me, io mi prendo cura di te. Che è lo stesso feeling che voglio stabilire nella nostra Fiorentina, e ho già fatto quel discorso: Take care of me and I'll take care of you»: così parlò Rocco Commisso in una fluviale intervista rilasciata alla Voce di New York il 25 luglio 2019. Rocco aveva appena acquistato la società viola, e si fece intervistare a bordo dello yacht che trasportava squadra e dirigenti ad ammirare da vicino la Statua delle Libertà. Nessuno ha un contratto con lui, e non lo avrà nemmeno Rino Gattuso: si è consumato ieri mattina, dopo giorni e notti di tensione, il divorzio tra l'ex allenatore del Napoli, arrivato in riva all'Arno da appena due settimane, e Commisso. Tra i due calabresi, si è inserito un portoghese troppo ingombrante, il re dei procuratori sportivi Jorge Mendes, che cura gli interessi di Gattuso, oltre ovviamente ai suoi. Non è andato giù, a Commisso, l'atteggiamento di Mendes (agente anche di Cristiano Ronaldo), che voleva piazzare a tutti i costi, attraverso le insistenze di Gattuso, alcuni giocatori della sua infinita scuderia in viola. Commisso si è ribellato alle commissioni, stellari, e alle pressioni, insostenibili, e addio Mendes, Gattuso, avvocati e compagnia contante (con la o di cash). Take care of me and i'll take care of you: quando Rocco ha sospettato che Rino si prendeva più cura degli affari di Mendes che della Fiorentina, ci ha messo un attimo per farlo fuori (calcisticamente parlando). Un perfetto «job of Bronx», una boccata d'aria fresca in un mondo, quello del calcio, che ormai è totalmente sottomesso ai Mendes, ai Mino Raiola e a tutti i mendesini e i raiolini che fanno il bello e il cattivo tempo fuori e dentro il rettangolo verde.Per la successione a Gattuso non mancano i nomi: Claudio Ranieri, Walter Mazzarri, Rudy Garcia e Paulo Fonseca i più gettonati.Il feeling tra Commisso e Gattuso è durato lo spazio di qualche mese: gennaio 2021, il Napoli di Ringhio arranca, Aurelio De Laurentiis fa capire all'allenatore che il suo tempo è scaduto. Tra i due è tempesta vera, tanto che Adl è costretto a proclamare un silenzio stampa solo e soltanto per impedire che Gattuso lo attacchi di continuo in tv. Commisso ascolta i suggerimenti della comunità calabrese di New York, alla quale è legatissimo: «Prendi Gennarino», gli ripetono, «è uno di noi». Rocco si lascia convincere, i contatti tra i due iniziano, durano, si concludono alla fine del campionato: Gattuso lascia il Napoli nei guai, escluso dalla Champions league e con uno spogliatoio a pezzi, e si imbarca sulla nave viola. Manco il tempo di mettere piede a Firenze, e Rino inizia a piantare grane su questioni di grana: vuole a tutti i costi alcuni giocatori gestiti dalla società di Mendes, la Gestifute.Gattuso fa capire a Commisso di non poter assolutamente fare a meno (guarda caso) di due portoghesi: l'attaccante del Porto Sergio Oliveira (29 anni, ingaggio di 3,2 milioni l'anno) e l'esterno del Valencia Gonçalo Guedes (24 anni, ingaggio di 5,5 milioni l'anno). C'è Mendes anche dietro la trattativa per portare in viola l'esterno destro messicano, sempre del Porto, Jesus Corona, classe '93. Trattative intavolate con tavolo immediatamente saltato: Commisso, il suo braccio destro Joe Barone e il direttore sportivo Daniele Pradè non hanno alcuna intenzione di spendere 40 milioni di euro (20 ciascuno) per i due calciatori della scuderia Mendes, per non parlare dei 30 chiesti per Jesus Corona. In particolare la quotazione di Oliveira viene considerata sproporzionata per un giocatore di 29 anni: Commisso mette sul piatto un'offerta di 12 milioni più bonus, ma Mendes tiene duro e Gattuso gli fa sponda, lasciando trapelare che potrebbe andar via.Il giochino al rialzo sortisce l'effetto esattamente opposto di quello sperato da Mendes: Rocco Commisso si innervosisce, le telefonate a Joe Barone, a Daniele Pradè e allo stesso Gattuso diventano incandescenti, sintetizzabili con un sonoro «accà nisciun è fess!», espressione napoletana che rende perfettamente l'idea dello stato d'animo del ragazzo di Gioiosa Jonica cresciuto nel Bronx e diventato miliardario. Trovandosi a fare piazza pulita, Commisso non ha intenzione di rinnovare neanche il contratto del club manager Giancarlo Antognoni, in scadenza il 30 giugno, che avrebbe rifiutato un ruolo nel settore giovanile: prevedibile la reazione dei tifosi, che si scateneranno nel caso di un addio dell'eterna bandiera viola (piovono già insulti contro Commisso sui social, anche se non manca chi sostiene la scelta del patron relativamente al caso-Gattuso). Il quale Gattuso ieri veniva segnalato in avvicinamento al Tottenham, prestigioso club londinese che non ha centrato la qualificazione in Champions, e al quale era stato accostato, nei giorni scorsi, Antonio Conte. Gli Spurs, lo scorso 19 aprile, hanno esonerato Josè Mourinho, il più famoso degli allenatori gestiti da Jorge Mendes, il quale aveva già tentato di piazzare sulla panchina un altro suo assistito, il portoghese Nuno Espirito Santo. Amen.
Jose Mourinho (Getty Images)