2023-04-12
Via libera alla commissione. Indagherà anche sui vaccini
I vari Conte, Speranza, Draghi, Magrini e Brusaferro dovranno rispondere su piano pandemico, appalti dubbi, green pass, obblighi vaccinali. Pd e 5 stelle tremano e protestano. Noi vogliamo la verità dopo tre anni di balle. Hanno provato in tutti i modi a farla saltare. Le virostar che durante la pandemia si erano esposte con interviste sui giornali e in tv si erano date da fare per sconsigliarne l’istituzione, sostenendo che una commissione parlamentare d’inchiesta avrebbe prodotto «un’onda di fango mediatico». Qualche esponente delle truppe cammellate care a Roberto Speranza si era anche spinto a dire che la massa di incombenze affidate all’organismo sarebbe stata tale che ne avrebbe appesantito l’agilità, con il risultato di rendere inefficace l’indagine. Ma alla fine, nonostante i trucchi e i trabocchetti disseminati sul percorso, la commissione d’inchiesta sulla diffusione del Covid si farà. E, a differenza delle obiezioni mosse dalla sinistra per impedirne la nascita, non sarà un doppione di quella avviata dalla Procura di Bergamo sulla mancata istituzione delle zone rosse. La decisione mai presa di isolare Alzano Lombardo e Nembro, due dei centri più colpiti nelle prime settimane di diffusione del virus, continuerà ad essere argomento per la magistratura, mentre alla commissione competerà tutto il resto, a partire dalla tempestività e dall’efficacia delle misure che furono adottate dal governo Conte prima e da quello di Mario Draghi dopo.Ovviamente non sarà un lavoro da poco, perché si tratterà di esaminare i documenti e i verbali degli organismi che si sono occupati della pandemia e della sua prevenzione. Il primo passo riguarderà il mancato aggiornamento del piano pandemico, che, come è ormai a tutti noto, giaceva dimenticato da almeno 14 anni. Quando l’epidemia cominciò a circolare in Cina e l’Oms avvertì tutti i Paesi di stare in guardia e di mettere mano alle misure preventive contro la diffusione del Covid, a nessuno venne in mente di sfogliare le prescrizioni previste dal piano, che, seppur non aggiornate, prevedevano di fare uso in tutti gli ospedali di mascherine e strumenti di protezione. Dal ministero della Sanità all’Istituto superiore di Sanità, per finire all’Aifa, non ci fu funzionario ma neanche usciere che si pose il problema di rileggere le procedure da adottare in caso di pandemia. Perché, nonostante le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, Speranza e compagni rimasero con le mani in mano, accontentandosi di chiudere gli aeroporti ai voli provenienti da Pechino ma lasciandoli aperti per tutti gli altri? Sarà questa la prima domanda a cui dovrà rispondere la commissione, che - immagino - vorrà ascoltare tutti i protagonisti dell’epoca, a cominciare dallo stesso ministro della Salute per finire ai vari Brusaferro e Magrini, senza escludere Giuseppe Conte. Sarà interessante sentire le loro risposte. Se nelle conferenze a reti unificate questi signori hanno sempre avuto gioco facile, perché nessuno aveva il coraggio di porre loro delle domande e di esigere delle spiegazioni che non fossero supercazzole (ricordate quando, senza neppure arrossire, l’allora presidente del Consiglio giallorosso disse che l’Italia era presa ad esempio nel mondo perché aveva chiuso in casa gli italiani?), davanti ai commissari non potranno sottrarsi a chiarire i motivi di certe decisioni. Sarà anche un’occasione per verificare «la quantità, la qualità e il prezzo» dei dispositivi di protezione individuale, ovvero delle mascherine, che, come sappiamo, furono comprate per miliardi, anche se non erano adeguate e sebbene alcuni acquisti arrivarono fuori tempo massimo. Si parlerà dunque anche di sprechi, abusi e irregolarità negli appalti, con l’intenzione di accertare chi ha speculato e chi ha guadagnato sulla pelle degli italiani, cominciando magari da quei banchi a rotelle che avrebbero dovuto risolvere il problema dei contagi a scuola, ma che anche un bambino delle elementari avrebbe capito essere inutili se non dannosi.Ma la commissione non si limiterà a indagare sul periodo in cui a Palazzo Chigi c’era Giuseppe Conte. L’inchiesta, infatti, si estenderà anche al periodo successivo, quello del governo Draghi, dove dal nostro punto di vista vennero prese alcune decisioni non soltanto ingiustificate dal punto di vista scientifico, ma soprattutto gravi dal punto di vista delle libertà costituzionali. Il green pass era giustificato? Vietare l’accesso ai locali pubblici a coloro che non si erano vaccinati, negando anche il diritto a utilizzare treni e autobus, erano misure necessarie? La commissione avrà il compito di accertare le ragioni di tale scelte, confrontandole con quelle prese da altri Paesi europei, che pure hanno avuto meno morti di noi. In pratica, si metterà in discussione la narrazione che ha accompagnato questi anni. E ai poteri d’indagine non sfuggiranno i test preventivi sui vaccini, per capire quanto siano stati valutati gli effetti avversi e quanti siano i casi di reazioni gravi che ancora oggi ignoriamo. Sì, sarà un’inchiesta ad ampio spettro, a conclusione della quale non ci aspettiamo condanne, né censure dell’operato di chicchessia. Ma la verità, sì. Dopo tre anni di balle, quella non soltanto l’aspettiamo, ma è dovuta.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)