2021-09-15
Si scrive catasto, si legge altre tasse sulla casa
Il governo accarezza l'idea di una riforma del catasto: la revisione si tradurrà in imposte più alte su prime e seconde case. Ovvero in una patrimoniale mascherata. Con impatti drammatici: l'Imu voluta da Monti fece crollare il mercato e gli incassi dello StatoSiamo alle solite: quando c'è da far cassa lo Stato ha un solo modo di trovare i quattrini che gli servono, e cioè alzare l'asticella delle imposte. Un tempo lo si faceva con le sigarette e la benzina, con il risultato che il prelievo fiscale sulle une e sull'altra è tra i più alti del mondo, anche perché la tassa di scopo, una volta introdotta, non la leva più nessuno. Prova ne sia che sul carburante gravano ancora l'accisa messa nel 1935 per il finanziamento della guerra in Etiopia e quella del 1968 per il terremoto del Belice (conflitti e disastri sono sempre stati ripagati dagli italiani ogni volta che facevano il pieno). Ma adesso, sia la benzina che le sigarette sono spremute a sufficienza e dunque lo Stato ci pensa due volte prima di dare un nuovo giro di vite e strizzare altri soldi. Così, il nuovo bancomat della finanza pubblica si chiama casa, sulla quale, grazie a Mario Monti, da oltre un decennio grava una vera e propria patrimoniale. Chiunque non sia proprietario della sola abitazione di residenza, ma disponga anche di un appartamento per le vacanze comprato a prezzo di sacrifici, lo sa bene, perché l'Imu, dopo essere stata introdotta dall'ex rettore della Bocconi, è stata cancellata sulla prima casa, ma l'esenzione è stata compensata da tasse più alte su chiunque ne abbia una seconda. Dalla foga tassatrice del professore che Giorgio Napolitano e l'Europa insediarono a forza al posto di Silvio Berlusconi, non si sono salvate nemmeno le case all'estero e gli emigrati i quali, per mantenere l'abitazione paterna nel Paese che sono stati costretti a lasciare per cercare come mantenere la famiglia, sono tenuti ad aprire il portafogli.Che cosa abbia prodotto la politica di Monti, ossia del professore che, come uno scolaretto, si presentò al cospetto di Angela Merkel giurando di aver fatto i compiti a casa, si sa. Nel 2011, anno in cui fu varata l'Imu, il mercato immobiliare crollò e quello delle costruzioni seguì a ruota. Per i proprietari fu una perdita secca di valore e di risparmi (il mattone, come è noto, era considerato l'investimento più stabile delle famiglie), per le aziende un incredibile crollo del fatturato e per lo Stato una secca diminuzione del gettito fiscale derivante da compravendite e dal settore edilizio. Alcuni ricercatori hanno valutato l'effetto depressivo causato dall'imposta sugli immobili, stimando che non solo abbia rallentato il mercato, facendo calare i prezzi delle abitazioni e dunque dando alle famiglie la sensazione di essere più povere, ma abbia anche influito sul Pil, generando una contrazione dei consumi, in particolare nelle famiglie che l'abitazione ancora non l'avevano pagata, in quanto impegnate finanziariamente con un mutuo.Se ho rifatto la storia della tassazione sugli immobili, che poi fu modificata per trasferirla dalle prime interamente alle seconde case, è perché nonostante i trionfalismi dell'ultimo anno (ricordate quando Giuseppe Conte raccontava agli italiani che stavano per essere sommersi da una montagna di soldi?), ogni tanto qualcuno si ricorda che abbiamo uno dei debiti più alti del mondo e per far quadrare i conti suggerisce un bel prelievo patrimoniale, ovvero un'imposta sul patrimonio netto delle persone fisiche. Ovviamente, dare una stangata agli italiani, con prelievo sui conti correnti, come fece Giuliano Amato trent'anni fa, susciterebbe una rivolta popolare e dunque nessuno prende in considerazione la rapina notturna in banca. Ma la casa è un'altra cosa e il furto con destrezza è molto più facile, perché mentre il denaro depositato va e viene, magari è investito, oppure chiuso in una cassetta di sicurezza, la casa è lì e non la si può spostare con le rotelle per nasconderla agli occhi del Fisco. L'operazione è quella che carezza da anni l'Agenzia delle entrate, ovvero non una tassa ad hoc e nemmeno una reintroduzione dell'imposta sulla prima casa fatta da Monti e trasferita poi da Renzi e compagni sulla seconda. No, l'idea consiste nella revisione catastale, cioè nell'attribuire alle abitazioni un valore diverso da quello attuale, rivedendo dunque le rendite. In pratica, riclassificando gli immobili censiti, si possono aggiornare i parametri che il Fisco utilizza per calcolare le tasse dovute dal contribuente. Un sistema semplice, politicamente indolore, non certo per il portafoglio degli italiani, i quali si vedrebbero rimodulare le proprie imposte, ovviamente al rialzo. Calcolando che in Italia le seconde case sono circa 5 milioni e mezzo, cioè poco meno del 20 per cento dell'intero patrimonio immobiliare delle famiglie, il gettito non sarebbe indifferente. Infatti, dalla sola Imu, lo Stato ogni anno si prende circa 26 miliardi di euro e basterebbe rivalutare del 20 per cento quei cinque milioni e mezzo di edifici per portarsi a casa cinque miliardi di più. Ma poi, considerando che il ricalcolo catastale riguarderebbe anche le prime case, lo Stato guadagnerebbe altri soldi con l'imposta di registro. Ovviamente, gli unici a perdere sarebbero come al solito i contribuenti, ai quali ogni governo promette la riforma fiscale, omettendo di dire che per il Fisco riforma è sinonimo di stangata.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)