2020-08-14
Coltelli alla gola in Duomo a Milano ma Sala è felice per la cena da Grillo
All'indomani dell'irruzione di un egiziano in cattedrale, il sindaco di una metropoli preda dei balordi ha avuto solo una cosa da dire: «Ottima cucina», in riferimento al pasto (elettorale) col fondatore del M5s. «Ottima cucina». È l'unico commento autenticamente politico uscito dal vertice più esclusivo dell'estate, quello in villa fra i due Beppe del minestrone di sinistra al governo: Grillo e Sala, gente del popolo con evidente sensibilità operaia. «Ottima cucina» ha twittato il sindaco di Milano, neanche volesse parafrasare Lenin mentre spiegava che con la rivoluzione bolscevica perfino la sua cuoca avrebbe potuto governare il paese. È ciò che sta accadendo (anche se Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede danno l'idea di non saper mettere insieme una caprese), quindi è doveroso ribadirlo. Sala orgogliosamente l'ha fatto sui social perché secondo lui nulla meritava più di quella cena fra vip a Marina di Bibbona con le signore, la padrona di casa Parvin Tadjk e la sua compagna Chiara Bazoli, figlia del banchiere buono per antonomasia. Toujours perdrix. Meglio dell'Idroscalo dove ha mandato a nuotare i milanesi.Per la verità nella Milano chiusa per disperazione e non per ferie; nell'area urbana dominata dall'invadenza dei monopattini; nella città che va a mollo ogniqualvolta piove e il Seveso passeggia attorno a Niguarda; non sta accadendo altro. Almeno secondo il sindaco, che ha derubricato a insignificante sciocchezza (esattamente come la stampa mainstream) il gesto del disoccupato egiziano di 26 anni che è entrato nel Duomo, ha estratto un coltello, lo ha puntato alla gola a una guardia giurata, l'ha fatta inginocchiare (nessun intellettualismo da Black Lives Matter), l'ha presa in ostaggio. E ha sparso terrore fra i pur pochi turisti prima di essere disarmato e arrestato grazie all'opera di mediazione di un funzionario della Questura. Ieri è arrivata la convalida dell'arresto per sequestro di persona e minacce. Per Sala evidentemente tutto ciò è volgare. Invece tenera è la notte fitzgeraldiana dal terrazzo di Grillo. «Signore, ancora bollicine?». E lo sfregio di un luogo simbolo della religione maggioritaria nel Paese? Insignificante dettaglio. E la disperazione di un uomo con regolare permesso di soggiorno che aveva perso il lavoro a maggio, sintomatica di un malessere sociale diffuso e pronto a esplodere nell'autunno del nostro scontento? Dettaglio insignificante. E il problema sicurezza sempre più urgente, con interi quartieri in balia di clandestini e spaccio? Chiedete a Pierfrancesco Majorino quando scende a valle dall'augusta magione di Griante sul lago di Clooney, vicino alla villa che fu di Konrad Adenauer. Un altro sincero difensore delle classi meno abbienti, in prima linea sul fronte dello Spritz. Per il sindaco di Milano - che durante la pandemia è passato dagli apericena alla guerra dei pennarelli alle piste ciclabili pitturate a tradimento -, il relax era più urgente. Il confronto delle idee con il guru alleato, più pregnante. Il farlo sapere per far ammalare d'invidia Nicola Zingaretti, Giorgio Gori e Matteo Renzi in un colpo solo, più gratificante. Così ha deciso che la notizia del giorno era il suo svago in villa e ha apparecchiato la pietanza: «La giornata al mare da Beppe Grillo è stata molto piacevole e interessante. Abbiamo parlato di tante cose, ma non di ciò a cui tanti pensano e cioè alle elezioni milanesi». Questo per cementare una pretesa sintonia con il comico fondatore, al quale da mesi faceva la corte per conto suo con ineffabile stile da maître d'hotel. In un'intervista parlò del «dialogo che nasce da una comunità di visione su tanti temi, una relazione amicale, uno scambio che trovo molto stimolante». Sala è stato fra i primi ad abbracciare l'alleanza con il Movimento 5 stelle, dimenticando in fretta gli schiaffoni volati durante Expo, durante la corsa ai Giochi olimpici (quando andava a nascondersi dietro l'ombra del Pirellone) e nell'anno del governo Conte 1. Nell'autunno scorso aveva avanzato, sgomitando con Dario Franceschini e Goffredo Bettini per la primogenitura, la richiesta al centrosinistra di «riflettere sulla rivoluzione straordinaria di Grillo». Oggi ecco un'altra puntata del corteggiamento delle truppe pentastellate, peraltro molto residuali in una città calvinista come Milano. Il vezzoso esibizionismo anni Ottanta non è sfuggito a Mariastella Gelmini che gli ha commentato con sarcasmo: «La città ha bisogno di sicurezza. Ultimata la stagione dei flirt con Beppe Grillo, il sindaco Sala dovrà metterci la testa. Campagna elettorale permettendo». Il governatore Attilio Fontana è stato costretto a sostituirsi a lui nel prendere le parti dei cittadini: «Grazie al pronto intervento degli agenti di polizia, il giovane è stato disarmato e non ci sono stati feriti. Ma il fatto rimane gravissimo e inaccettabile».Milano avrebbe effettivamente bisogno di un sindaco che si occupi meno del riscaldamento globale, del marketing sostenuto da Greta Thurnberg e un po' più delle priorità della città. Conclusi gli anni delle inaugurazioni di progetti dei sindaci Gabriele Albertini e Letizia Moratti (City Life, i grattacieli dell'Isola, la Darsena, la M5 e in vista della M4, tutto criticatissimo dal Pd di allora), a Sala rimangono le mossette fashion, le palme di piazza Duomo e i debiti. Non un buon viatico verso il secondo mandato, verso una riconferma che si preannuncia complicata: il buco nel bilancio è di 200 milioni, con il rischio di dover tagliare i servizi sociali proprio sotto campagna elettorale. Meglio non pensarci, lasciare che alla protezione del Duomo ci pensi la Madonnina. Fare la corte a Grillo e i complimenti al cuoco.
Papa Leone XIV (Ansa)
«Ciò richiede impegno nel promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti», ha detto Papa Leone nel suo discorso al Quirinale davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Padre, madre, figlio, figlia, nonno, nonna sono, nella tradizione italiana, parole che esprimono e suscitano sentimenti di amore, rispetto e dedizione, a volte eroica, al bene della comunità domestica e dunque a quello di tutta la società. In particolare, vorrei sottolineare l'importanza di garantire a tutte le famiglie - è l'appello del Papa - il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alle esigenze legate alla maternità e alla paternità».
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