
Dopo aver fatto causa all'Inter, l'ex capitano e la moglie agente si accordano con gli sceicchi per un anno in prestito a Parigi. Il Milan finalizza (con il brivido) lo scambio Silva-Rebic. Commisso scatenato: presi Duncan e il gioiellino brasiliano Pedro. Mauro Icardi firma con il Psg e mette la parola fine, almeno per questa stagione, al feuilleton che lo riguarda. Un caso di costume, capace di valicare i tradizionali sussulti emotivi degli ultimi giorni di mercato. L'Inter incassa 5 milioni di euro subito, fissando un diritto di riscatto a 65 milioni con la formula del prestito annuale, per un affare complessivo di 70 milioni. Ante Rebic diventa un attaccante del Milan, sigillando la sceneggiatura di un altro melodramma: quello della collocazione di André Silva, portoghese dall'occhio languido, pedina di scambio dei rossoneri con l'Eintracht Francoforte per arruolare la versatile punta croata nella rosa a disposizione di mister Giampaolo. Si tratta di un prestito biennale con diritto di riscatto. E ancora: la Roma puntella il reparto offensivo con l'armeno Henrix Hamleti Mkhitaryan dall'Arsenal e con il croato, ex Fiorentina e Milan, Nikola Kalinic. L'ala trentenne ex Gunners, uomo da ultimo passaggio, sette lingue parlate al suo attivo e un record di 32 assist col Borussia Dortmund, potrebbe diventare un riferimento dei capitolini. Dal canto suo Kalinic, dopo diverse stagioni deludenti, potrebbe riconquistarsi il nomignolo di attaccante «funzionale». In uscita per i giallorossi Patrick Shick, destinazione Lipsia in prestito. La compravendita di giocatori per le squadre italiane quest'anno segna un borsino al rialzo per quantità e qualità dei nomi.Fino a ieri, il tira e molla Icardi aveva reso ogni altra notizia l'appendice subalterna di un intrigo internazionale. L'attaccante argentino aveva presentato ricorso all'arbitrato sportivo contro l'Inter, snocciolando 41 punti considerati «prove» di discriminazione professionale ai suoi danni, manifestando l'intenzione di non muoversi da Milano. Poi la situazione è mutata. Nelle ultime ore, Icardi e consorte sono volati a Parigi per perfezionare il trasferimento. Non si sa quanto possano aver inciso le scritte minacciose comparse sotto la residenza milanese del calciatore, episodio che ha dell'inquietante. Di recente, sul destino dell'attaccante aveva provato a intercedere anche il potente procuratore Jorge Mendes, stringendo per lui contatti, pare, con il Valencia.Mendes cura anche gli interessi di André Silva, attaccante portoghese passato dal Milan all'Eintracht Francoforte, garantendo al club di via Aldo Rossi l'arrivo della punta Ante Rebic. Nazionale croato di 26 anni, Rebic è considerato l'erede di quell'Alen Boksic che fece la fortuna della Lazio di Sergio Cragnotti. Non molto prolifico sotto porta, ha nel suo carniere una certa versatilità di collocazione tattica. Ma il suo arrivo in rossonero era tutt'altro che scontato. Il nodo gordiano era rappresentato dal superamento delle visite mediche in Germania di André Silva. Già a metà luglio, il lusitano era vicinissimo a un trasferimento al Monaco. Ma l'affare saltò. Problemi fisici, si diceva, una fastidiosa tendinopatia che ha fatto storcere il naso al club del Principato. C'è chi aveva visto nel fallimento dell'operazione lo zampino di Mendes: la partenza di André Silva sembrava vincolata all'arrivo al Milan di Angel Correa dall'Atletico Madrid, altro suo assistito, rimasto poi nella capitale spagnola. Fatto sta che Silva è oggi a tutti gli effetti un giocatore dell'Eintracht, squadra sulle cui magliette campeggia, la sorte a volte è canzonatoria, lo sponsor di una società di lavoro interinale. Dopo una stagione deludente al Milan, dopo essere stato rispedito al mittente dal Siviglia, che proprio dal Milan lo aveva prelevato in prestito, c'è da sperare che le sue peregrinazioni siano terminate.L'Atalanta perfeziona l'arrivo del difensore centrale danese Simon Kjaer, prestito secco per un anno dal Siviglia. Occuperà il ruolo offerto allo slovacco trentaquattenne Martin Škrtel, che ha rescisso il contratto dopo essersi reso conto di non potersi integrare nel calcio tutto corsa e dedizione tattica di Gasperini. La Fiorentina di Rocco Commisso prova a mantenere alte le aspettative alimentate dal suo nuovo patron. Arriva a titolo definitivo Pedro, attaccante brasiliano classe 1997 della Fluminense, con i cui colori ha segnato 20 gol in 58 partite, oltre a Rachid Ghezzal, esterno offensivo del Leicester, in prestito con diritto di riscatto fissato a 10 milioni. Non scordando il talentino britannico, classe 2001, Bobby Duncan, ex Liverpool: per lui tre anni di contratto. Non mancano le indiscrezioni in casa viola, il cui campionato è iniziato con due sconfitte: se Vincenzo Montella non dovesse convincere nelle prossime partite, la dirigenza potrebbe pensare a Gennaro Gattuso, in una linea di continuità al sapor milanista. Sul fronte Juve, definito l'acquisto dell'attaccante nordcoreano Han Kwang Song dal Cagliari. Fino all'ultimo, si è pensato alla soluzione Jerome Boateng, difensore del Bayern Monaco, come ripiego d'emergenza dopo il serio infortunio di Giorgio Chiellini. Sembra che sia stato Maurizio Sarri a negare il consenso per completare l'affare. Il Parma acquista a titolo definitivo dal Manchester United il terzino Matteo Darmian, garantendogli un contratto fino a giugno 2023. Il difensore, dopo anni di Premier League, potrebbe trovare nel capoluogo emiliano una nuova giovinezza agonistica. Eppur si muove anche la Sampdoria, insolentita da un inizio stagione da psicodramma per l'allenatore Eusebio Di Francesco. Arriva in blucerchiato Emiliano Rigoni, esterno d'attacco dello Zenit San Pietroburgo, ex Atalanta: ha firmato un quadriennale.
La poetessa russa Anna Achmatova. Nel riquadro il libro di Paolo Nori Non è colpa dello specchio se le facce sono storte (Getty Images)
Nel suo ultimo libro Paolo Nori, le cui lezioni su Dostoevskij furono oggetto di una grottesca polemica, esalta i grandi della letteratura: se hanno sconfitto la censura sovietica, figuriamoci i ridicoli epigoni di casa nostra.
Obbligazionario incerto a ottobre. La Fed taglia il costo del denaro ma congela il Quantitative Tightening. Offerta di debito e rendimenti reali elevati spingono gli operatori a privilegiare il medio e il breve termine.
Alice ed Ellen Kessler nel 1965 (Getty Images)
Invece di cultura e bellezza, la Rai di quegli anni ha promosso spettacoli ammiccanti, mediocrità e modelli ipersessualizzati.
Il principe saudita Mohammad bin Salman Al Sa'ud e il presidente americano Donald Trump (Getty)
Il progetto del corridoio fra India, Medio Oriente ed Europa e il patto difensivo con il Pakistan entrano nel dossier sulla normalizzazione con Israele, mentre Donald Trump valuta gli effetti su cooperazione militare e stabilità regionale.
Le trattative in corso tra Stati Uniti e Arabia Saudita sulla possibile normalizzazione dei rapporti con Israele si inseriscono in un quadro più ampio che comprende evoluzioni infrastrutturali, commerciali e di sicurezza nel Medio Oriente. Un elemento centrale è l’Imec, ossia il corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, presentato nel 2023 come iniziativa multinazionale finalizzata a migliorare i collegamenti logistici tra Asia meridionale, Penisola Arabica ed Europa. Per Riyad, il progetto rientra nella strategia di trasformazione economica legata a Vision 2030 e punta a ridurre la dipendenza dalle rotte commerciali tradizionali del Golfo, potenziando collegamenti ferroviari, marittimi e digitali con nuove aree di scambio.
La piena operatività del corridoio presuppone relazioni diplomatiche regolari tra Arabia Saudita e Israele, dato che uno dei tratti principali dovrebbe passare attraverso porti e nodi logistici israeliani, con integrazione nelle reti di trasporto verso il Mediterraneo. Fonti statunitensi e saudite hanno più volte collegato la normalizzazione alle discussioni in corso con Washington sulla cooperazione militare e sulle garanzie di sicurezza richieste dal Regno, che punta a formalizzare un trattato difensivo bilaterale con gli Stati Uniti.
Nel 2024, tuttavia, Riyad ha firmato in parallelo un accordo di difesa reciproca con il Pakistan, consolidando una cooperazione storicamente basata su forniture militari, addestramento e supporto politico. Il patto prevede assistenza in caso di attacco esterno a una delle due parti. I governi dei due Paesi lo hanno descritto come evoluzione naturale di rapporti già consolidati. Nella pratica, però, l’intesa introduce un nuovo elemento in un contesto regionale dove Washington punta a costruire una struttura di sicurezza coordinata che includa Israele.
Il Pakistan resta un attore complesso sul piano politico e strategico. Negli ultimi decenni ha adottato una postura militare autonoma, caratterizzata da un uso esteso di deterrenza nucleare, operazioni coperte e gestione diretta di dossier di sicurezza nella regione. Inoltre, mantiene legami economici e tecnologici rilevanti con la Cina. Per gli Stati Uniti e Israele, questa variabile solleva interrogativi sulla condivisione di tecnologie avanzate con un Paese che, pur indirettamente, potrebbe avere punti di contatto con Islamabad attraverso il patto saudita.
A ciò si aggiunge il quadro interno pakistano, in cui la questione israelo-palestinese occupa un ruolo centrale nel dibattito politico e nell’opinione pubblica. Secondo analisti regionali, un eventuale accordo saudita-israeliano potrebbe generare pressioni su Islamabad affinché chieda rassicurazioni al partner saudita o adotti posizioni più assertive nei forum internazionali. In questo scenario, l’esistenza del patto di difesa apre la possibilità che il suo richiamo possa essere utilizzato sul piano diplomatico o mediatico in momenti di tensione.
La clausola di assistenza reciproca solleva inoltre un punto tecnico discusso tra osservatori e funzionari occidentali: l’eventualità che un’azione ostile verso Israele proveniente da gruppi attivi in Pakistan o da reticolati non statali possa essere interpretata come causa di attivazione della clausola, coinvolgendo formalmente l’Arabia Saudita in una crisi alla quale potrebbe non avere interesse a partecipare. Analoga preoccupazione riguarda la possibilità che operazioni segrete o azioni militari mirate possano essere considerate da Islamabad come aggressioni esterne. Da parte saudita, funzionari vicini al dossier hanno segnalato la volontà di evitare automatismi che possano compromettere i negoziati con Washington.
Sulle relazioni saudita-statunitensi, la gestione dell’intesa con il Pakistan rappresenta quindi un fattore da chiarire nei colloqui in corso. Washington ha indicato come priorità la creazione di un quadro di cooperazione militare prevedibile, in linea con i suoi interessi regionali e con le esigenze di tutela di Israele. Dirigenti israeliani, da parte loro, hanno riportato riserve soprattutto in relazione alle prospettive di trasferimenti tecnologici avanzati, tra cui sistemi di difesa aerea e centrali per la sorveglianza delle rotte commerciali del Mediterraneo.
Riyadh considera la normalizzazione con Israele parte di un pacchetto più ampio, che comprende garanzie di sicurezza da parte statunitense e un ruolo definito nel nuovo assetto economico regionale. Il governo saudita mantiene l’obiettivo di presentare il riconoscimento di Israele come passo inserito in un quadro di stabilizzazione complessiva del Medio Oriente, con benefici economici e infrastrutturali per più Paesi coinvolti. Tuttavia, la gestione del rapporto con il Pakistan richiede una definizione più precisa delle implicazioni operative del patto di difesa, alla luce del nuovo equilibrio a cui Stati Uniti e Arabia Saudita stanno lavorando.
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