2022-04-01
Colao spieghi i piani di Tim Brasile
Vittorio Colao (Imagoeconomica)
L’azienda sta per ricevere una pioggia di miliardi, soprattutto grazie al Pnrr. Basta che le risorse vengano investite qui e non servano a finanziare il 5G carioca.Alessio Butti, Responsabile dipartimento media e tlc di Fratelli d’ItaliaIl governo italiano, senza dirlo esplicitamente, ma procedendo su una rotta conosciuta, sta di fatto decidendo di finanziare Tim con le risorse del Pnrr. Sarà interessante capire, poi, se tali esborsi saranno considerati aiuti di Stato o meno. L’azienda, che come è noto è - purtroppo - in difficoltà economiche e finanziarie, sta ricevendo e riceverà ingenti cifre dal governo Draghi, grazie ai fondi pubblici per il 5G, ai fondi pubblici per il Cloud e ai fondi, sempre pubblici, per la fibra nelle aree grigie, oltre che ai sussidi, anche stavolta pubblici, dei voucher, sulla cui edizione precedente stendiamo un velo pietoso.Noi non discutiamo, in questa sede, le vicissitudini societarie dell’ex monopolista, ma evidenziano come a favore di Tim, potrebbero arrivare nel complesso non meno di 4-5 miliardi di euro (un importo che non si scosta eccessivamente dall’attuale valore dell’azienda). Tutto questo in un contesto confuso che vede fondi Usa interessati anche ad esercitare Opa su Tim, l’azionista di riferimento francese in sorniona attesa, la stessa Cdp incerta sul da farsi e sempre nel pieno di un incredibile conflitto d’interessi che la vede presente nella compagine societaria sia di Open Fiber che di Tim… due società che sono in lampante competizione tra loro. Almeno fino a quando la matassa della rete unica di dipanerà.Quali decisori politici, siamo però chiamati a valutare la situazione nel suo complesso, anche per verificare quali siano gli impegni che Tim ha preso ufficialmente nei confronti del governo italiano. Sotto questo profilo le informazioni fornite dagli ultimi tre governi al Parlamento sono decisamente carenti. Abbiamo più volte incalzato ministri e sottosegretari, competenti sul settore, senza mai ottenere risposte esaustive. Come se una ristretta oligarchia di manager o banchieri potesse decidere sulle vicende del Paese, eludendo l’indirizzo e il controllo del Parlamento.Poi c’è la complessa, quanto spinosa, vicenda degli esuberi che agita migliaia di famiglie e preoccupa i sindacati, una vicenda rispetto alla quale sarebbe utile conoscere quali siano state le garanzie occupazionali fornite dall’azienda in cambio della promessa di un fiume così cospicuo di risorse pubbliche. O il governo intende dare soldi pubblici ad un’azienda privata senza avere in cambio contropartite di interesse pubblico? E allora interrogheremo nuovamente il ministro Vittorio Colao, per sapere se egli abbia la garanzia che i soldi pubblici del Pnrr destinati a Tim non siano utilizzati per finanziare i progetti di copertura 5G di Tim Brasil in Brasile, un Paese grande poco meno che l’intera Europa, dove la realizzazione della rete 5G sarà molto costosa (la sola città di San Paolo richiede non meno di 1 milione di antennine 5G per la copertura del nuovo servizio).Se Tim fosse, a tutti gli effetti, una vera azienda privata, come tale, non dovrebbe rendere conto a nessuno. Nessuno si lamenterebbe, ovviamente. Ma qui la situazione è diversa. Non è scritto da nessuna parte che lo Stato-Pantalone debba solo pagare e non chiedere nulla, non reclamare precise garanzie.E siamo anche preoccupati dalle voci di spacchettamento di Tim, dopo le scelte scellerate degli anni scorsi che hanno portato a perdite miliardarie. Basti pensare ai contratti siglati con Dazn e alla svendita della rete secondaria a Kkr e tutto questo dopo aver pagato nelle ultime settimane lauti super bonus ai suoi dirigenti e addirittura prevedendo un nuovo super piano di Stock option. In questo quadro, la partecipazione in Tim Brasile non ha più nessun senso industriale e non apporta alcuna sinergia. È un corpo staccato del tutto inutile alle sorti di Tim. I numeri, lo ribadiamo, spiegano come Tim non sia in grado di fare investimenti importanti nel nostro Paese, se non con soldi pubblici. Ecco perché appare, quindi, opportuno non perdere tempo prezioso circa la necessità, da parte del governo, di assumere garanzie sull’eventuale vendita di Tim Brasil, chiedendo magari l’impegno di Tim a investire il ricavato in Italia.Il governo Draghi reclami tali impegni prima di elargire denari pubblici, la cui assegnazione, in un contesto così alterato e confuso, risulterebbe come un grave danno al Paese.