2023-08-10
«Colpa del clima impazzito». Ursula si tuffa pure sulla Slovenia alluvionata
Ursula von der Leyen (Ansa)
Von der Leyen prepara il terreno per le Europee proseguendo il tour dei disastri. E alle vittime frasi già dette in Romagna: «Fermiamo il riscaldamento globale».«Tieni botta, l’Europa è con voi». L’aveva detto due anni fa in Olanda e in Germania, l’ha ripetuto tre mesi fa a Cesena per l’Emilia-Romagna, fra le palpitazioni di Giorgia Meloni e Stefano Bonaccini. Ursula von der Leyen non poteva esimersi dal rinfrescare il suo show da Madonna dei Disastri in Slovenia, dove si è materializzata dopo l’alluvione che ha colpito nei giorni scorsi il piccolo e vitale Paese balcanico, per il suo consueto tour emozionale in favore di telecamera. Un momento ancora una volta utilizzato per ribadire gli unici concetti che la baronessa anseatica riesce a esprimere in questi casi. Il primo è numerico e rappresenta la quantità di denaro pronta cassa degli aiuti (questa volta 400 milioni di cui 100 subito) messi a disposizione da Bruxelles. Il secondo è un concentrato di tre parole: «Maledetto cambiamento climatico».Ormai per l’Europa l’unica ragione del troppo caldo, del troppo freddo, della neve, delle frane, delle esondazioni, delle botte di siccità, della morte delle api, degli alberi caduti a Milano, dei terremoti, delle onde anomale, della bassa marea a Mont Saint Michel e della luna Comanche (quella rossa) è il cambiamento climatico. Convitato di pietra di ogni convegno, nemico pubblico numero uno prima di Vladimir Putin, il tema utilizzato a pranzo e a cena dalla presidente della Commissione è un chiaro fenomeno elettorale in vista della campagna di primavera per ricandidarsi ai vertici dell’Unione europea. Poiché i suoi avversari ritengono negativa una transizione ecologica suicida, milady sulla transizione ecologica ha puntato per il suo personalissimo «lascia o raddoppia».Anche il Slovenia, identico refrain. «Il cambiamento climatico gioca un ruolo in questi disastri naturali, non c’è da discutere. Non è l’unica ragione ma gioca un ruolo. Noi dobbiamo adattarci a ricostruire e a investire in maniera più intelligente, dobbiamo lavorare duro per combattere il riscaldamento globale». Niente di più superficiale e banale, l’ennesima dimostrazione di appiattimento al claim dominante del socialismo continentale, del quale il Ppe (pur maggioritario) ha deciso di diventare la fedele mosca cocchiera. «Non è l’unica ragione ma gioca un ruolo», una frase che definisce un dogma sul quale l’Europa al potere ha deciso di giocare tutto, come il bovaro texano disperato nei weekend a Las Vegas.Dietro la sceneggiata delle lacrime, dietro l’emotività determinata dal dramma degli sfollati, dietro il richiamo ai «bambini salvati» e alle immagini della melma pervasiva in libera uscita sulle strade della Carinzia c’è la strategia del terrore climatico, utilizzata con cinico realismo per allargare ancora di più la breccia del business green destinato a prosciugare le tasche (per gli obblighi dell’elettrico nelle auto e dei folli adeguamenti alle abitazioni private) dei cittadini del continente. Von der Leyen sembra un disco rotto. Già due anni fa in Belgio aveva sperimentato lo speech: «Solo se prendiamo con decisione in mano la lotta contro i cambiamenti climatici riusciremo a contenere gli eventi estremi. Ciò che accade è qualcosa che ci mostra davvero l’urgenza di agire».Siamo all’atto di fede che lo stesso Parlamento europeo fatica a metabolizzare. Il presidente della commissione Ambiente, Pascal Canfin, macroniano uscito dall’incubo dei gilet gialli, ha più volte paventato un pericolo: «Il suicidio politico. Se non facciamo in modo che ciò che chiediamo ai nostri cittadini sia socialmente equo rischiamo di andare dritti al disastro». Von der Leyen non coglie, preferisce ripetere a nastro in ogni occasione le tre frasi imparare a memoria puntando sullo charme dei foulard di Hermès per nascondere la povertà di linguaggio e idee. Ogni volta conclude con l’anatema più surreale: «Incrementare le foreste, che funzionano come pozzi di carbonio e ci aiutano a raffreddare le città, proteggendoci dalle inondazioni e riducendo l’impatto della siccità». L’obiettivo è sempre quello dei tre miliardi di alberi entro il 2030. L’esempio di Milano, dove i Verdi di Chance Giardiniere Beppe Sala li hanno messi a dimora e poi lasciati morire, viene opportunamente nascosto.Solo lacrime nella pioggia, si potrebbe chiosare. Solo slogan privi di progettualità contenuti dentro la cartelletta dei discorsi. Con un solo cambiamento, quello della città in cui vengono pronunciati. L’Olanda con l’acqua nelle pianure? «Un Paese millenario travolto dal cambiamento climatico». Venezia visitata qualche mese fa? «Una meraviglia minacciata dal cambiamento climatico». Le baronesse tedesche hanno poca fantasia. «Credetemi, tutto questo viene fatto per liberarci dai fossili». Quelli con il foulard di Hermès sono i più inquinanti.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.