2021-08-19
Clandestino prova a uccidere gli agenti. Poliziotto gli spara e rischia l’indagine
L'aggressione nel Varesotto: il marocchino, con precedenti, ha minacciato con una lama la pattuglia. Ferito, è fuori pericolo.Sarebbe dovuto essere un ordinario controllo dei documenti, si è trasformata nell'ultima aggressione violenta di un marocchino irregolare, armato di coltello, nei confronti di due poliziotti. Inevitabile la reazione di un agente che per difendersi ha sparato un colpo di pistola e ferito all'addome l'aggressore. Anche l'apertura di un fascicolo di inchiesta, da parte della Procura di Varese, a carico del poliziotto appare pressoché certa. Così viene subito da pensare al più paradossale degli scenari, il danno oltre la beffa, per l'agente che ha difeso la sua incolumità e quella della sua collega. Questa la dinamica della vicenda andata in scena ieri a Lavena Ponte Tresa, paese del Varesotto, bagnato dal lago di Lugano al confine con la Svizzera. Erano da poco passate le otto della mattina quando la coppia delle forze dell'ordine si trovava in via Guglielmo Marconi per la consueta attività di pattugliamento. Qui hanno notato il trentacinquenne nordafricano, con molta probabilità un senza fissa dimora, che aveva con sé alcuni sacchetti per la spesa. Forse l'orario e il fatto che nelle vicinanze non siano presenti supermercati ha destato l'attenzione dei poliziotti. Dunque è scattato l'intervento. In seguito alla richiesta di fornire i propri documenti, l'uomo si è prima agitato e poi è andato su tutte le furie. Inutili i tentativi di riportarlo alla calma. La situazione è andata sempre più peggiorando, il culmine quando il marocchino ha estratto un coltello da cucina, con una lama di 10 centimetri (lunghezza totale dell'oggetto 21 centimetri), e si è avvicinato minacciosamente verso la poliziotta. La quale, dopo aver fatto qualche passo all'indietro per evitare di essere colpita da un fendente, ha perso l'equilibrio ed è caduta. Ma non è finita qui: il clandestino, sempre con l'arma in mano, ha puntato anche l'altro agente. Quest'ultimo per difendersi dalla violenza dell'uomo ha preso la pistola d'ordinanza e premuto il grilletto. Nell'istante seguente l'aggressore si è accasciato a terra, colpito all'inguine. Poco dopo è stato portato in elisoccorso all'ospedale Circolo di Varese dove è arrivato in codice rosso, nonostante le gravi condizioni e la prognosi riservata, non è in pericolo di vita. Per il trentacinquenne marocchino è scattato l'arresto con l'accusa di tentato omicidio. Le indagini sul caso sono state affidate alla Squadra Mobile di Varese, guidata da Silvia Elena Passoni. Dalle prime ricostruzioni è inoltre emerso che nei sacchetti della spesa che aveva con sé ci sarebbero degli oggetti rubati. In ospedale avrebbe cercato di confondere gli investigatori fornendo generalità errate, in particolare avrebbe modificato più volte il suo anno di nascita. Ciò non ha impedito a chi indaga di accertare che l'uomo da tempo si trova irregolarmente in Italia, in seguito al respingimento della sua richiesta di protezione internazionale. Inoltre su di lui pendono dei precedenti penali, visto che in passato è stato denunciato per furto, minacce aggravate e porto di armi od oggetti atti a offendere. Sul caso è intervenuto il segretario generale del Mosap (movimento sindacale autonomo di polizia), Fabio Conestà: «Cosa sarebbe accaduto se il collega non avesse usato l'arma? Anche se la domanda da porsi è: con il taser (pistola elettrica, ndr) sarebbe successo? Siamo stanchi di essere presi in giro.Questa vicenda ricorda quella del collega che sparò all'esterno della stazione Termini, divenuta subito occasione di proclami pro taser. Da allora a oggi però», ha aggiunto Conestà, «trascorsi diversi mesi, della pistola elettrica neanche l'ombra. Ipocrisia e speculazione sulla pelle dei poliziotti che, chissà, magari adesso dovranno anche risponderne per “atto dovuto". Esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi e tutta la nostra amarezza per un impianto normativo che lascia impuniti e a piede libero questi soggetti e per una certa politica alla quale della sicurezza non importa nulla». Come detto il caso di Lavena Ponte Tresa è solo l'ultimo in ordine temporale. Il precedente più recente, che ha scatenato un polverone mediatico e non solo, è quello della stazione Termini a Roma. È lo scorso 20 giugno quando un irregolare di origine ghanese, già noto alle forze dell'ordine «per aver danneggiato alcune statue presenti in alcune chiese della Capitale» (e con precedenti per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale), aveva cercato di colpire, anch'egli con un coltello, i passanti di via Marsala. Anche allora uno dei poliziotti intervenuti aveva fatto esplodere un colpo, ferendo l'africano ad una gamba. Circostanza che ha avuto come conseguenza l'iscrizione dell'agente nel registro degli indagati.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)