2021-11-26
La suora, l’ufficiale e l’amore lesbo: è l’opera pornosoft di «santa» Cirinnà
Il romanzetto che narra di Eve e Ada, firmato dalla paladina delle unioni Lgbt, è un'autocelebrazione zeppa di stereotipi.Sappiamo – perché ce lo ha comunicato lei con il famigerato cartello «Dio, patria, famiglia vita di merda» - che Monica Cirinnà non nutre grande affetto per la nazione. In questo caso, però, potrebbe fare un'eccezione e dare lustro a una grande tradizione italiana: la commedia sexy. Il suo nuovo libro, un romanzo edito da Mursia, sarebbe perfetto come spunto per un film con Edwige Fenech e Anna Maria Rizzoli. Bisognerebbe, questo sì, cambiare il titolo. Quello attuale, La forma del cuore, non va bene. Ma volete mettere gli incassi che farebbe La novizia e la soldatessa? Gli elementi pruriginosi ci sono tutti: il convento, gli sguardi maliziosi, le divise militari... Manca Alvaro Vitali vestito da scolaretto. Scherziamo, ma mica troppo. La storia è più o meno questa e il Corriere del Mezzogiorno (che ha dedicato all'opera un articolo imponente) non avrebbe potuto riassumerla meglio: «Eve è una giovane novizia, in attesa di confermare i propri voti e di abbracciare definitivamente la vita religiosa voltando per sempre le spalle al mondo. Ada è un sottufficiale dell'Esercito, reduce da una storia d'amore clandestina con una collega del distretto di corso Malta dove svolge servizio. Le due ragazze si conoscono a Lourdes, durante un pellegrinaggio. I loro sguardi si incrociano e niente è più come prima. Si rivedono a Napoli, capiscono di essere innamorate». Confessiamo: quando abbiamo sentito che la Cirinnà avrebbe pubblicato un romanzo abbiamo subito sperato che si trattasse di qualcosa di avventuroso in stile Robert Louis Stevenson. Pensate che bellezza: La cuccia del tesoro, storia di un cagnolino che, chissà come, ha nella cuccia diverse migliaia di euro. Sarebbe stato interessante, no? A metà tra il giallo, il thriller e, appunto, l'azione. Ma era evidente che l'esponente del Pd, cimentandosi nella letteratura come tanti colleghi di partito (Franceschini e Veltroni su tutti), non potesse esimersi da temi Lgbt. Ed ecco allora il racconto piccantino delle due innamorate, un po' Promessi sposi e un po' La poliziotta fa carriera. A quanto pare, si tratta di una vicenda realmente accaduta, di cui ovviamente abbiamo il massimo rispetto. Il punto è il modo in cui la Cirinnà e il suo coautore (Anton Emilio Krogh, avvocato impegnato nella difesa dei diritti civili) la raccontano. Cioè con una sequela di stereotipi degni di un film di serie Z, senza però i pregi che certe pellicole «cult» presentano. A partire dai tentativi di disputa teologica che qua e là affiorano dal testo. Già l'eco biblica dei nomi delle protagoniste – Ada e Eve – è piuttosto indicativo. Ed è proprio la novizia Eve, a un certo punto, a dire a una sorella: «Immagina se le cose fossero andate diversamente, se al posto di Adamo ed Eva, Dio avesse creato Adama ed Eva, due donne alle quali affidare le sorti del mondo». Immaginando un paradiso tutto al femminile, la nostra aspirante suora aggiunge: «Credo che sarebbe stato un posto di grazia e bellezza, senza tutta la brutalità di cui sono capaci i maschi».Insomma, in un colpo solo vari luoghi comuni: la Chiesa e l'Esercito covi di omofobia; i maschi che sarebbero intrinsecamente violenti e brutali; la polemichetta tiepida contro «le divise di ogni tipo»; la tiratina femminista che coinvolge a sproposito pure i testi sacri… Non che altre parti del libro brillino per originalità, va detto. Ma la traduzione in romanzo del già tristo cartellone su Dio, patria e famiglia ce la saremmo risparmiata volentieri. Comunque sia, come tutte le commedie, anche questa va a finire bene, anzi benissimo. E sapete di chi è il merito? Beh, di Monica Cirinnà ovviamente! Ci scusiamo per lo spoiler, ma il finale merita d'essere svelato: Ada e Eve riescono ad aver ragione di tutti i loro nemici e a superare ogni ostacolo grazie alla legge sulle unioni civili che porta il nome dell'eroica Monica. Come Renzo e Lucia, si sposano, però appaiono più felici di Tramaglino e consorte. Tutto per merito della pasionaria arcobaleno e della sua legge. La quale, a dirla tutta, non è stata proprio un grandissimo successo. Stando all'ultima rilevazione Istat, le unioni civili in Italia sono circa 12.000: non proprio numeri da capogiro. Ma alla Cirinnà bastano e avanzano, tanto che in pratica ha scritto un romanzo per autocelebrarsi. Il che è abbastanza sgradevole. Non tanto per noi lettori, quanto per il malcapitato Alessandro Zan. Riflettete: il ddl tanto sostenuto dal Pd non passa, il povero Zan rimedia una pessima figura, e la sua collega Cirinnà che fa? Scodella un libro in cui si vanta dei successi ottenuti con la sua legge! Diciamo che, per lo meno, è di cattivo gusto. L'autrice, tuttavia, non sembra farsi problemi. Anzi a tratti l'autocelebrazione raggiunge vette ultraterrene. Intervistato dal Corriere del Mezzogiorno, l'avvocato Krogh dichiara: «Per le due innamorate Monica è come la madonna, sono certe che sia stata messa sulla loro strada proprio da un volere divino. La legge Cirinnà è un pilastro della nostra società, ma deve essere alimentata giorno per giorno. Perciò queste due giovani donne - pur chiedendo di restare nell'anonimato - ci hanno affidato la loro storia».Chiaro: Ada e Eve, già devote al culto mariano, ora venerano santa Cirinnà (con buona pace di Laura Boldrini che sarà rosa dall'invidia). Non dubitiamo che ben presto verrà avviato il processo di beatificazione, e alla fine anche noi scettici dovremo ricrederci. Almeno un miracolo, dopo tutto, lo abbiamo già visto: provateci voi a far apparire magicamente 24.000 euro dal nulla.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)