2024-10-28
Cingolani smonta le bugie verdi: non poteva farlo prima?
Lo scienziato Roberto Cingolani smonta le teorie di Bruxelles che puntano sull’auto elettrica e su eolico e fotovoltaico per risolvere la crisi climatica: «È fisicamente sbagliato, hanno detto tante sciocchezze». Noi siamo d’accordo, ma lui si sarebbe dovuto svegliare prima.Mi dicono che l’amministratore delegato di Leonardo, la nostra più grande industria nel settore della Difesa e della sicurezza, sia una specie di scienziato. Pur non avendolo mai conosciuto, di Roberto Cingolani però conosco il curriculum. Figlio di un professore universitario, docente di Fisica all’ateneo di Bari, ha studiato a sua volta Fisica in alcuni dei più importanti istituti del mondo, collaborando anche con un premio Nobel. Finito il tour attorno al globo, si è accasato presso l’Iit di Genova, un centro che lavorava alla realizzazione di robot e di cui lui era il direttore scientifico. Una carriera brillante, da manager e ricercatore, interrotta nel 2021 per colpa di Mario Draghi, il quale lo volle al suo fianco quando divenne presidente del Consiglio, nominandolo ministro della Transizione ecologica. L’esperienza ai vertici delle istituzioni è durata un anno e mezzo, poi, con la caduta dell’esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce, Cingolani è tornato ad applicare le sue conoscenze in un’azienda, ottenendo la nomina di numero uno di Leonardo, la nostra più grande impresa nel settore aerospaziale.Vi chiedete quale sia la ragione per cui oggi vi racconto la storia dell’ex ministro ora ai vertici di uno dei più importanti gruppi italiani? La risposta è semplice: un collega mi ha girato un video in cui Cingolani demolisce i luoghi comuni dei sostenitori della transizione ecologica. Il suo è un ragionamento intorno ai problemi dell’Europa, in cui parla di fattori esogeni e fattori endogeni, vale a dire di eventi incontrollabili e di scelte che potevano essere migliori e invece sono state sbagliate. In particolare, parlando del futuro nel settore della Difesa, Cingolani si è lasciato scappare una serie di riflessioni sul costo dell’energia e sull’approvvigionamento di materie prime necessarie per sostenere la transizione ecologica. «Noi», spiega l’amministratore delegato di Leonardo «pensavamo di essere furbi, andando a produrre in Cina, perché lì si pagava meno la manodopera. Poi abbiamo avuto una serie di ideologi che ci hanno detto che l’auto a batteria avrebbe risolto tutti i problemi del mondo. Bastava fare due conti per capire che era una sciocchezza. Altri ideologi in piena crisi climatica ci dicevano che si fa tutto con l’eolico e il fotovoltaico. Era fisicamente sbagliato». Cingolani spiega che «non era una questione di idee: erano i watt, era la fisica che non funzionava. Questi hanno detto tante sciocchezze. Quindi la somma di sciocchezze e di errori dal punto di vista industriale ci porta oggi a svegliarci e a dirci: “Ops, siamo nei guai”». L’ex ministro ne ha per tutti, anche per i vertici Ue: «Chi raccontava queste cose, convinto che bastassero le batterie, oggi dovrebbe pagare pegno per l’errore. Siamo stati ubriachi. Noi abbiamo avuto una Commissione europea che ha spinto in maniera ideologica certe cose e oggi ci rendiamo conto che abbiamo distrutto intere filiere industriali. Quando tu permetti alla gente di mentire, ad alti livelli istituzionali, dicendo cose che non si reggono in piedi, ad un certo punto ti svegli la mattina dicendo: abbiamo sbagliato tutto».Difficile dare torto a Cingolani. Questo giornale mette in guardia da tempo i lettori, ma soprattutto chi deve decidere, dalla follia di alcune posizioni estreme del movimento ambientalista. Ma fino a oggi chiunque osasse mettersi a discutere la tesi per cui il Paese dovesse abbandonare i combustibili fossili per inseguire le energie alternative era tacciato di negazionismo, ovvero di opinioni assimilabili a fascismo e nazismo e dunque da condannare. Ora però a dire che i problemi non si risolvono con l’eolico o il solare è una specie di scienziato, che con parole terra terra spiega ciò che una parte politica, come al solito la sinistra, non vuole sentire. Ovvero, che i problemi della sostenibilità industriale del Paese non si risolvono con i pannelli solari o le pale che sfruttano il vento, ma con investimenti seri nel settore nucleare. In pratica, Cingolani demolisce le sciocchezze degli ecologisti duri e puri alla Bonelli, ma anche di quelli che inseguendo il sogno del ritorno alla natura si sdraiano in mezzo alla strada, senza però rinunciare a nessuna delle comodità che la società moderna offre. La realtà è che se non vogliamo condannare l’Italia al declino e dunque a un futuro di povertà, alcune delle follie dei talebani verdi vanno accantonate e che a dirlo siano manager in prima linea nell’innovazione è il segno che qualche cosa sta cambiando, anche nel conformismo di una certa parte politica.Ciò detto, mi resta una curiosità: perché Cingolani queste cose è andato a dirle a un sito poco conosciuto e non le ha ribadite quando era ministro, per di più della Transizione ecologica? Invece di parlare ora, che fa il manager, forse avrebbe dovuto aprire bocca allora, quando non sarebbe stato il privato cittadino, pur importante, a mandare al diavolo i vertici Ue, ma un ministro. Anzi, perché ha accettato di guidare il dicastero della Transizione ecologica, se questa era la sua idea? Io una risposta ce l’ho: ci sono verità che rompono il conformismo e il pensiero unico e affermarle significa farsi tanti nemici. Dunque, per quieto vivere, o forse per ragioni di carriera, si tace. Ma noi no, noi non ci autocensureremo e continueranno a demolire le opinioni ideologiche dei compagni.
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