2024-05-17
La Cina «riaccende» le batterie elettriche. Così vuole dominare il mercato del riciclo
Il Dragone punta a monopolizzare una nuova industria «green» uccidendo ogni velleità europea. E gli Usa si mettono nella scia.Nel 2016 Taiyuan è stata la prima città cinese a convertire l’intera flotta di taxi in veicoli elettrici. Ora è di nuovo all’avanguardia rottamandoli e piantando, così, i semi per quella che potrebbe essere la prossima grande industria verde del mondo. La svolta sarà, infatti, conquistare il business del riciclo delle batterie.Come spiegato da un interessante approfondimento dal giornale online americano Semafor, le norme nazionali in Cina prevedono che tutti i taxi - elettrici o meno - vengano rottamati dopo otto anni o 600.000 chilometri di strada, per garantire la sicurezza e stimolare l’innovazione tecnologica. Le autorità di Taiyuan, capitale della provincia cinese dello Shanxi nonché importante polo carbonifero del Paese, hanno scelto un’azienda per riciclare le carrozzerie delle auto e un’altra per gestire le batterie usate.Il programma dovrebbe essere il primo di un enorme numero a livello nazionale: si stima che entro la fine del 2020 sono entrati in circolazione 132.000 taxi elettrici, che dovranno essere tutti sostituiti nei prossimi quattro anni. Secondo il China automotive technology and research center, la quantità di batterie Ev esauste in Cina dovrebbe passare da 294.000 tonnellate del 2021 a 1,2 milioni di tonnellate nel 2025. Entro il 2030, si prevede che il Paese ne avrà tre milioni di tonnellate all’anno. Tutto questo si traduce in un mercato da 21 miliardi di dollari. L’impegno del Dragone nel riciclaggio dei taxi apre, inoltre, la strada a un mercato del riciclo delle batterie ancora più grande in futuro, con l’aumento del numero di veicoli elettrici privati: le auto ibride e a celle a combustibile sono aumentate dai 4,9 milioni del 2020 ai 20,4 milioni dell’anno scorso.Il vero tesoro è rappresentato dalle batterie Ev esauste. Le vecchie batterie possono essere riutilizzate per alimentare altri prodotti. Il loro vero valore, tuttavia, risiede nei loro materiali: litio, cobalto e nichel che possono essere rimossi e riutilizzati. In media, i minerali delle batterie di ogni Ev valgono fino a 1.700 dollari, ha dichiarato recentemente all’agenzia Reuters il responsabile della sostenibilità di Bmw. Questa «massa nera», celle di batterie frantumate e sminuzzate, può anche aiutare i Paesi a ritagliarsi una nuova fonte di minerali strategici. E, secondo le stime degli esperti, la Cina sarà il primo Paese al mondo in grado di soddisfare l’intera domanda di materiali chiave per le batterie solo riciclandoli da quelle usate.Le aziende che vogliono dominare il settore stanno già emergendo. Una di queste è Gem (Green eco manufacture) di Shenzen, specializzata nell’estrazione di nichel e cobalto dai rifiuti digitali, che dichiara di trattare circa il 10% di tutte le batterie Ev esauste in Cina. Anche case automobilistiche come Byd e Geely hanno investito in filiali per il riciclo.Certo, lungo la strada dell’ultima sfida del Dragone ci sono anche degli ostacoli. La mancanza di regolamentazione, ad esempio, ha creato problemi. Fino all’anno scorso, meno del 25% delle batterie Ev dismesse in Cina veniva riciclato da riciclatori regolamentati. Ciò significa che la maggior parte viene gestita da officine non regolamentate o da privati che sono disposti a pagare di più per le batterie e, spesso, le smaltiscono in modo improprio (con il rischio di incendi o di contaminare l’ambiente).Al business del riciclo guardano anche gli Usa: l’industria del riciclo delle batterie è sostenuta dall’Inflation reduction act (Ira), che considera ammissibili alle sovvenzioni i materiali delle batterie Ev riciclati negli Stati Uniti. L’Ira prevede inoltre che, entro il 2027, l’80% del valore dei minerali critici presenti nelle batterie dei veicoli elettrici sia estratto o lavorato negli Stati Uniti o in un Paese con cui è stato stipulato un accordo di libero scambio, come la Corea del Sud. L’International council on clean transportation ha dichiarato di prevedere che, entro il 2030, gli Usa avranno una capacità di riciclaggio delle batterie di almeno 652.293 tonnellate all’anno, sufficiente a gestire circa 1,3 milioni di batterie Ev a fine vita all’anno.Nel frattempo, dopo Mercedes e Ford, anche Volkswagen ha deciso di rivedere i suoi piani sull’auto elettrica e modifica quella strategia votata principalmente ai veicoli a batteria, e nata dopo lo scandalo Dieselgate, che tanto aveva irritato alcuni concorrenti europei. Lo scrive Bloomberg, spiegando che il piano di Volkswagen completamente incentrato sui veicoli elettrici non esiste più. La casa tedesca, che aveva sempre detto di considerare la sua famiglia di auto elettriche ID come elemento centrale del suo sviluppo futuro, si è invece resa conto che quella gamma non le basterà e che continuerà ad aver bisogno ancora a lungo, probabilmente molto oltre rispetto a quanto aveva previsto, di più ibride, soprattutto in versione plug-in. Per quale motivo? Il solito: le vendite di auto elettriche rallentano.
Ecco #DimmiLaVerità del 30 ottobre 2025. Ospite la senatrice calabrese della Lega Clotilde Minasi. L'argomento del giorno è: "La bocciatura del ponte sullo Stretto da parte della Corte dei Conti"
Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)