2021-01-25
Cina e India tornano a spararsi. Per dare un segnale agli Usa
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Torna a salire la tensione tra India e Cina. Stando a quanto riferito da fonti locali, truppe dei due Paesi si sarebbero scontrate mercoledì scorso nello Stato indiano del Sikkim. L'esercito indiano ha riferito che si sia trattato di un incidente minore, definito come risolto.Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, non ha fornito dal canto suo dettagli sull'incidente, ma ha detto che le truppe cinesi sono «impegnate a sostenere la pace» e ha esortato l'India ad «astenersi da azioni che potrebbero aggravare o complicare la situazione lungo il confine».Secondo la ricostruzione riportata dal sito della Bbc, una pattuglia cinese avrebbe cercato di entrare in territorio indiano e sarebbe per questo stata costretta a tornare indietro. Nonostante le minimizzazioni da parte indiana, il Times of India ha riferito che ci sarebbero stato feriti da entrambe le parti. In particolare, si sarebbe verificato un «tafferuglio» che avrebbe portato i due contendenti a chiamare rispettivamente dei rinforzi.L'episodio, per quanto ufficialmente contenuto, rischia di presentare una sua gravità, in quanto si inserisce nel più complicato quadro dei difficili rapporti tra Pechino e Nuova Delhi. Ricordiamo che su gran parte del confine tra Cina e India (lungo oltre tremila chilometri) vi sono numerose controversie di natura territoriale: controversie che, nel tempo, hanno portato a incidenti di questo tipo. Lo scorso maggio, un episodio simile ha avuto luogo a Naku La, mentre - a giugno - si verificò uno scontro nella Valle del Galwan (nel Ladakh), in cui venti indiani rimasero uccisi. In quell'occasione, anche Pechino riferì di aver subìto delle vittime, pur non rendendone noto il numero. La gravità di quell'evento fece temere che potesse scoppiare un conflitto tra i due giganti (il secondo, dopo quello del 1962 che vide prevalere la Repubblica Popolare). Eppure l'allarme sembrò rientrare, anche alla luce del fatto che entrambe le parti hanno da tempo accettato di avviare una serie di negoziati per diminuire la tensione: l'ultimo round di trattative ha avuto luogo domenica scorsa, sebbene non siano stati forniti dettagli al momento. Ora, bisognerà capire se realmente le due parti sapranno arrivare a un'intesa effettiva: anche perché eccessive turbolenze potrebbero avere delle ripercussioni negative sui rapporti commerciali che intercorrono tra Nuova Delhi e Pechino. La situazione sembra comunque per ora particolarmente preoccupante.In primo luogo, come detto, i colloqui in corso non hanno comunque evitato questa schermaglia: il che mette in evidenza come le tensioni territoriali tra India e Cina siano ben lungi dal poter essere sopite per via negoziale. In secondo luogo, vale forse anche la pena notare che questo nuovo tafferuglio sia avvenuto il 20 gennaio scorso, vale a dire il giorno dell'insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca. Magari sarà un caso, ma la tempistica politica è interessante. Non dimentichiamo infatti che, soprattutto nell'ultimo anno della sua presidenza, Donald Trump avesse a più riprese giocato di sponda con Nuova Delhi in funzione anticinese. L'ex presidente americano aveva proposto un formato G11 aperto - tra gli altri - proprio all'India, con l'obiettivo di arginare Pechino sul piano geopolitico. Sempre all'India Trump aveva inoltre pensato come Paese che avrebbe potuto ospitare le catene di approvvigionamento di aziende americane che avessero scelto di abbandonare il territorio cinese. Nuova Delhi, dal canto suo, si era mostrata abbastanza favorevole a questa linea: basti pensare che, pochi mesi fa, il governo indiano avesse messo al bando oltre 200 app cinesi, parlando di rischi per la sicurezza informatica. Non si può quindi del tutto escludere che la Cina abbia voluto dare un segnale a Washington, mentre la nuova amministrazione americana non ha ancora chiarito in modo effettivo che tipo di orientamento vorrà tenere nella disputa tra Pechino e Nuova Delhi. Anche perché, negli scorsi mesi, i cinesi non sono certo rimasti con le mani in mano, rafforzando i propri legami con il Pakistan (in un'ottica che, secondo molti, segue una logica di ostilità anti-indiana). Infine, va tenuto presente che il Sikkim risulti per Nuova Delhi cruciale sul piano tattico-militare: la provocazione cinese in loco assume pertanto, davanti a questo elemento, un significato non poco inquietante.
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