2025-06-20
Cina e Russia stabilizzatori? Telefonata tra Putin e Xi: «Priorità è cessate il fuoco»
Xi e Vladimir Putin (Ansa)
Il Cremlino: Donald Trump non può rifiutare un nostro ruolo da mediatori. Oggi a Ginevra Francia, Germania e Uk fanno passerella con il ministro degli Esteri iraniano.Lo avevano detto i leader del mondo: obiettivo de-escalation tramite il dialogo. Si intrecciano dunque telefonate e colloqui, si fissano incontri, si cerca di mediare tra Israele e Iran, alla ricerca di una soluzione che per il momento pare non esserci. Una strada nuova, anche se in molti sono scettici, potrebbe essere intrapresa dal tentativo di mediazione che si è proposto di intraprendere il leader del Cremlino Vladimir Putin. Il presidente russo proprio ieri si è interfacciato con l’omologo cinese, Xi Jinping. Un’ora di conversazione telefonica dedicata al nuovo fronte di guerra. Il primo considerato il nemico numero uno dell’Europa per via del conflitto in Ucraina, il secondo, il nemico numero uno degli Stati Uniti, almeno per quanto riguarda il commercio (per il momento perlomeno).Xi Jinping ha espresso preoccupazione per la situazione in Medio Oriente. «L’attuale contesto mediorientale è critico, il che dimostra ancora una volta che il mondo è entrato in un nuovo periodo di turbolenze e cambiamenti radicali», ha detto il leader cinese. «La prima priorità è promuovere un cessate-il-fuoco e la cessazione delle ostilità. La forza non è il modo giusto per risolvere le controversie internazionali», ha detto ancora il leader cinese, secondo quanto riportato da Xinhua. «Le parti in conflitto, in particolare Israele, dovrebbero cessare il fuoco prima possibile per evitare un’escalation della situazione e impedire con fermezza il diffondersi della guerra». Il presidente cinese ha avvertito che un’ulteriore escalation causerebbe perdite maggiori non solo alle parti in conflitto, ma avrebbe ripercussioni negative anche sugli altri Paesi della regione e ha avanzato quattro proposte. La prima - secondo i media cinesi - è «promuovere con urgenza il cessate il fuoco e la fine delle ostilità»; la seconda è «dare priorità alla protezione dei civili», in nessun caso «si deve oltrepassare la linea rossa della protezione dei civili nei conflitti armati»; l’uso indiscriminato della forza è inaccettabile; la terza priorità è «avviare il dialogo e i negoziati come via fondamentale»; accettare il «contributo della comunità internazionale», che è fondamentale perché con Medio Oriente instabile significa che non c’è pace da nessuna parte. In merito all’ultimo punto, Xi ha chiesto un «ruolo più incisivo» da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. Sia la Russia che la Cina sono membri permanenti dell’esecutivo dell’Onu con diritto di veto.È comprensibile tuttavia lo scetticismo che aleggia intorno a questi insoliti mediatori. Affidare la trattativa ad un Paese protagonista di un altro fronte di guerra pare quantomeno insolito. Eppure varrebbe la pena tentare, d’altronde lo ha detto anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che pur non dicendosi convinta ha spiegato «se Putin riesce a convincere gli ayatollah ad abbandonare il progetto dell’atomica, siamo disponibili». Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha chiarito: «Trump non può né accettare né rifiutare un’eventuale mediazione del presidente russo Vladimir Putin sulla situazione in Medio Oriente, poiché tale decisione spetta ai Paesi coinvolti nel conflitto», aggiungendo: «la nostra preoccupazione aumenterà se gli Stati uniti dovessero realmente intervenire nel conflitto. Un coinvolgimento statunitense comporterebbe un’ulteriore e significativa escalation per l’intera regione». Intanto proseguono anche gli altri tentativi, oggi è previsto un colloquio tra i ministri degli esteri di Francia Gran Bretagna Germania e Iran a Ginevra. Ci sarà anche l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri Kaja Kallas che di recente ha affermato che se ci fosse l’unanimità sanzionerebbe Israele. Già questo fa capire quanto poco potranno essere incisivi dal momento, oltretutto, che né Stati Uniti né Israele parteciperanno all’incontro. Insomma rischia di essere solamente l’ennesima vetrina per leader ininfluenti.Più produttiva sicuramente le telefonate che il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha avuto ieri con il premier israeliano Bibi Netanyahu, al quale ha promesso sostegno chiedendo però moderazione, e con l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani. Coinvolgere i Paesi Arabi e del Golfo era una strategia proposta anche da Palazzo Chigi e potrebbe essere vincente. «Il cancelliere ha espresso la sua profonda preoccupazione per il programma nucleare iraniano, che, a suo dire, minaccia la sicurezza e la stabilità della regione. Entrambi hanno concordato sulla necessità di impedire che il conflitto si estenda ad altri Stati della regione e hanno sottolineato la necessità di mantenere uno spazio per gli sforzi diplomatici» ha fatto sapere il portavoce del governo tedesco. Ma, appunto, anche l’Italia si muove. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ieri ha parlato nuovamente con il segretario di Stato americano Marco Rubio e ha annunciato una telefonata imminente anche con il ministro degli Esteri iraniano.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
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