2023-01-21
L’euroultrà green sfregia l’italiano per difendere la botta Ue sulle case
Ciaràn Cuffe (Getty Images)
L’irlandese Ciaràn Cuffe interviene nella nostra lingua all’Europarlamento per spiegare le ragioni della direttiva. È lo stesso che per salvare il pianeta voleva abolire i voli low cost e far morire di fame i giovani allevatori. L’europarlamentare dei Verdi che voleva lasciare i giovani agricoltori al verde ora prende di mira gli italiani. Protagonista di un caso curioso quanto sintomatico della esasperazione del concetto di salvaguardia dell’ambiente, è l’eurodeputato irlandese dei Verdi Ciarán Cuffe, che due giorni fa si è fatto notare per un suo intervento in aula, a difesa della direttiva sull’efficientamento energetico delle case, pronunciato (malamente) in italiano. Il motivo della scelta di Cuffe, relatore della direttiva alla quale molti esponenti della maggioranza di governo in Italia sono contrari, era di rivolgersi direttamente ai colleghi critici nei confronti della norma, che se entrasse in vigore renderebbe automaticamente «fuorilegge» circa 9 milioni di immobili nel nostro Paese, che dovrebbero essere ristrutturati per rientrare nei parametri relativi alle emissioni nell’atmosfera previsti dal progetto di legge europea. «Onorevoli colleghi», ha detto tra l’altro Cuffe nel suo intervento in aula, «per far fronte alla crisi del costo della vita provocato dall’aumento del costo dell’energia, e per affrontare l’emergenza climatica, abbiamo a disposizione una soluzione facile, che inoltre isola anche Putin: isolare le case». Non solo: «Voglio che l’Unione europea e gli Stati membri affrontino queste crisi contemporaneamente», ha aggiunto Cuffe, «gli edifici sono responsabili di più di un terzo delle emissioni ad effetto serra nell’Ue. Lo scopo della direttiva sulle case green, fissando delle ambiziose norme minime di prestazione energetica, è strappare alla povertà energetica milioni di europei». In realtà, se la direttiva venisse approvata, in povertà finirebbero milioni di italiani proprietari di case, che dovrebbero spendere decine di migliaia di euro tra rifacimento di caldaie, sostituzione di infissi, isolamento delle pareti. Ma Cuffe è uno che quando si tratta di hard green non guarda in faccia a nessuno: nel dicembre del 2021 fece arrabbiare molto (eufemismo) i suoi stessi compagni di partito, con una iniziativa assai discutibile. Come riporta il sito irlandese Independent.ie, infatti, il partito dei Verdi di Dublino fu costretto a prendere le distanze dall’europarlamentare dopo che questi aveva scritto una lettera alle principali banche irlandesi, esortandole a non concedere prestiti ai giovani agricoltori. In questa lettera Cuffe sosteneva che «nel contesto irlandese, il nuovo Piano d’azione per il clima del governo intende ridurre le emissioni dell’Irlanda del 62-81% entro il 2030. È chiaro che per realizzare la transizione verso un’economia pulita, verde e rinnovabile, dobbiamo ridurre le emissioni in tutta l’economia irlandese. A questo proposito, sono preoccupato per le notizie secondo cui vengono concessi ingenti prestiti a giovani agricoltori per espandere le loro mandrie di bestiame». Incredibile ma vero, Cuffe era preoccupato perché ai giovani agricoltori veniva concesso credito per espandere le loro aziende. Il Partito Verde si dissociò da questa iniziativa, dichiarando all’Irish Independent: «Ciarán Cuffe ha scritto alle banche su questa questione in qualità di europarlamentare. Il partito non era a conoscenza delle lettere». John Paul Phelan, esponente del partito Fine Gael, ci andò giù pesante: «Va bene», attaccò il politico irlandese, «che Ciarán Cuffe si faccia pubblicità a buon mercato su un argomento che non avrà ripercussioni negative sui suoi elettori, ma cosa ne sa lui della realtà di un giovane agricoltore in Irlanda oggi? La sua lettera alle principali istituzioni finanziarie è stata inappropriata e poco informata. Ha individuato non solo un settore, ma una piccola parte, attribuendo tutta la colpa ai giovani agricoltori. Se vogliamo davvero una giusta transizione», aggiunse Phelan, «abbiamo bisogno di investimenti e finanziamenti per sviluppare nuovi metodi e innovazioni. Come si aspetta l’eurodeputato Cuffe che gli agricoltori paghino le nuove tecnologie se non hanno accesso al sostegno finanziario delle principali banche?». Non si sa. Quello che si sa è che lo scorso marzo Cuffe è tornato a far parlare di sé con un’altra iniziativa paradossale: come riportato dal sito Irishmirror.ie, infatti, il vispo politico verde si è scagliato contro i voli low cost: «I voli da 10 euro in tutta Europa», ha sentenziato Cuffe, «devono finire se il mondo vuole affrontare seriamente il cambiamento climatico». Intervenendo alla trasmissione The Hard Shoulder di Newstalk, Cuffe ha dichiarato: «Siamo in un’emergenza climatica, dobbiamo agire. Una delle prime cose che possiamo fare è volare di meno, e credo che con l’aumento del telelavoro in quest’era Covid abbiamo tutti imparato come farlo e come farlo con successo. Credo che non si possa continuare a volare a 10 euro per mezza Europa mentre il pianeta brucia». Cuffe ha quindi suggerito di usare i treni per spostarsi da un paese all’altro, lavorando mentre si è a bordo. Un’altra genialata, la specialità dell’eurodeputato verde.
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