2023-08-28
Attenzione: l'instabilità in Ciad sta crescendo
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Torna a salire la tensione in Libia. Venerdì, l'Esercito nazionale libico, che fa capo al generale Khalifa Haftar, ha reso noto di aver condotto degli attacchi aerei contro “gruppi armati stranieri” al confine con il Ciad.Reuters ha riportato che “il presidente del Ciad, Mahamat Idriss Deby, ha dichiarato domenica che l'esercito sta nuovamente combattendo il gruppo denominato Fronte per il Cambiamento e la Concordia”, il quale è ubicato in Libia. Sempre Reuters ha riferito che “il portavoce del Lna, Ahmad Mismari, ha detto di aver effettuato attacchi contro le forze straniere al confine con il Ciad dopo aver precedentemente annunciato un'operazione per proteggere la frontiera”. A supervisionare le operazioni militari al confine con il Ciad è stato il figlio di Haftar, Saddam. Sotto questo aspetto, è preoccupante quanto riportato sabato dalla testata Libya Observer, secondo cui “alla luce di questi sviluppi, si teme che la Libia possa diventare un campo di battaglia nella guerra tra le parti ciadiane”. Tuttavia, secondo quanto riferito da Agenzia Nova, “da parte loro, i rappresentanti dei Tebu, tribù di ceppo etiope presente nella Libia meridionale ma anche in Niger e Ciad, hanno accusato le forze di Haftar di voler operare una ‘pulizia etnica’, insediando al loro posto i clan arabi con il pretesto di combattere l’opposizione ciadiana”. Ad aprile, il Washington Post aveva rivelato che, secondo l’intelligence statunitense, il Wagner Group starebbe reclutando e addestrando dei ribelli per abbattere l’attuale governo del Ciad. Documenti, citati dal quotidiano d’Oltreatlantico, parlavano di uno “sforzo del gruppo paramilitare russo Wagner a febbraio per reclutare ribelli ciadiani e stabilire un sito di addestramento per 300 combattenti nella vicina Repubblica Centrafricana come parte di un ‘complotto in evoluzione volto a rovesciare il governo del Ciad’”. In tutto questo, a inizio maggio, la rivista Foreign Policy ha sostenuto che l’instabilità, provocata dalla crisi sudanese, rischierebbe di contagiare presto proprio il Ciad. Quella stessa crisi sudanese dietro cui si cela notoriamente lo zampino di Mosca e, secondo la Cnn, dello stesso Haftar, che è storicamente spalleggiato proprio dal Wagner Group. La situazione è ingarbugliata e confusa. L’incremento dell’instabilità al confine con il Ciad non è comunque una buona notizia. Nel domino delle crisi nel Sahel, dopo Sudan e Niger, questo Paese rischia sempre più di essere il prossimo a sprofondare nel caos. Uno scenario da incubo sia sotto il lato umanitario sia sotto quello dei flussi migratori verso le coste europee: flussi che, in caso dell’ennesima crisi, rischiano di aumentare ulteriormente.
Il valico di Rafah (Getty Images)
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