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2024-03-04
L'instabilità in Ciad continua a crescere
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Getty Images
A fronteggiarsi sono state le forze armate legate al presidente, Mahamat Deby, e i dissidenti guidati dall’oppositore politico Yaya Dillo, il quale è rimasto ucciso mercoledì scorso. “L’Unione europea e l’ong Human Rights Watch hanno chiesto alla giunta militare al potere in Ciad di aprire un’indagine indipendente sulla morte del leader del Partito socialista senza frontiere (Psf) Yaya Dillo, denunciando circostanze non chiare nell’accaduto ed esprimendo preoccupazione per le condizioni dei dissidenti nel Paese”, ha riferito Agenzia Nova. La medesima testata ha anche riportato che le forze di Deby avrebbero avviato lo smantellamento della sede dello stesso Psf.
Nel frattempo, secondo Deutsche Welle, sabato scorso proprio Deby ha annunciato l’intenzione di candidarsi a presidente. “Io, Mahamat Idriss Deby Itno, sono candidato alle elezioni presidenziali del 2024 sotto la bandiera della coalizione Per un Ciad Unito”, ha detto. Ricordiamo che le locali elezioni sono previste per il prossimo 6 maggio.
Attenzione: le recenti tensioni in Ciad non vanno lette come un fulmine a ciel sereno. Ad aprile scorso, il Washington Post ha rivelato che, secondo l’intelligence statunitense, il Wagner Group starebbe reclutando e addestrando dei ribelli per abbattere l’attuale governo del Paese. Documenti, citati dal quotidiano d’Oltreatlantico, parlano di uno “sforzo del gruppo paramilitare russo Wagner a febbraio per reclutare ribelli ciadiani e stabilire un sito di addestramento per 300 combattenti nella vicina Repubblica Centrafricana come parte di un ‘complotto in evoluzione volto a rovesciare il governo del Ciad’”. Non solo. A inizio maggio, la rivista Foreign Policy ha sostenuto che l’instabilità, innescata dalla crisi sudanese, rischia di contagiare presto il Ciad. Quella stessa crisi sudanese dietro cui si cela lo zampino di Mosca.
Al di là dell’instabilità interna, il peggioramento dei rapporti tra il Ciad e Bruxelles potrebbe portare a un ulteriore indebolimento dell’influenza occidentale sul Sahel. Ricordiamo che, negli ultimi due anni, Mali, Burkina Faso e Niger si sono progressivamente inseriti nell’orbita di Mosca. Non solo. A settembre scorso, questi tre Paesi hanno anche siglato un patto di sicurezza, entrando in collisione con l’Ecowas e con la Francia. Il Ciad rischia, insomma, di essere la prossima pedina del domino. Il Sahel sta ormai diventando un problema assai rilevante per l’Ue e per il fianco meridionale dell’Alleanza atlantica. Non è infatti solo la Russia ad aver rafforzato la propria presa sull’area ma anche l’Iran si sta muovendo in tal senso. Una situazione che rischia di creare pericolosi collegamenti con le attività degli Huthi nel Mar Rosso.
Frattanto, secondo Agenzia Nova, il primo ministro del Ciad, Succès Masra, è arrivato ieri a Parigi, per tenere degli incontri con i vertici della Confindustria francese. Quello stesso Masra che, come Deby, si è candidato alle prossime presidenziali del Paesi africano. Un elemento, questo, che complica ulteriormente il quadro complessivo dal punto di vista politico.
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Negli ultimi giorni si sono registrati scontri particolarmente violenti nel Paese africano, mentre la tensione continua a rivelarsi alta. A fronteggiarsi sono state le forze armate legate al presidente, Mahamat Deby, e i dissidenti guidati dall’oppositore politico Yaya Dillo, il quale è rimasto ucciso mercoledì scorso. “L’Unione europea e l’ong Human Rights Watch hanno chiesto alla giunta militare al potere in Ciad di aprire un’indagine indipendente sulla morte del leader del Partito socialista senza frontiere (Psf) Yaya Dillo, denunciando circostanze non chiare nell’accaduto ed esprimendo preoccupazione per le condizioni dei dissidenti nel Paese”, ha riferito Agenzia Nova. La medesima testata ha anche riportato che le forze di Deby avrebbero avviato lo smantellamento della sede dello stesso Psf. Nel frattempo, secondo Deutsche Welle, sabato scorso proprio Deby ha annunciato l’intenzione di candidarsi a presidente. “Io, Mahamat Idriss Deby Itno, sono candidato alle elezioni presidenziali del 2024 sotto la bandiera della coalizione Per un Ciad Unito”, ha detto. Ricordiamo che le locali elezioni sono previste per il prossimo 6 maggio.Attenzione: le recenti tensioni in Ciad non vanno lette come un fulmine a ciel sereno. Ad aprile scorso, il Washington Post ha rivelato che, secondo l’intelligence statunitense, il Wagner Group starebbe reclutando e addestrando dei ribelli per abbattere l’attuale governo del Paese. Documenti, citati dal quotidiano d’Oltreatlantico, parlano di uno “sforzo del gruppo paramilitare russo Wagner a febbraio per reclutare ribelli ciadiani e stabilire un sito di addestramento per 300 combattenti nella vicina Repubblica Centrafricana come parte di un ‘complotto in evoluzione volto a rovesciare il governo del Ciad’”. Non solo. A inizio maggio, la rivista Foreign Policy ha sostenuto che l’instabilità, innescata dalla crisi sudanese, rischia di contagiare presto il Ciad. Quella stessa crisi sudanese dietro cui si cela lo zampino di Mosca. Al di là dell’instabilità interna, il peggioramento dei rapporti tra il Ciad e Bruxelles potrebbe portare a un ulteriore indebolimento dell’influenza occidentale sul Sahel. Ricordiamo che, negli ultimi due anni, Mali, Burkina Faso e Niger si sono progressivamente inseriti nell’orbita di Mosca. Non solo. A settembre scorso, questi tre Paesi hanno anche siglato un patto di sicurezza, entrando in collisione con l’Ecowas e con la Francia. Il Ciad rischia, insomma, di essere la prossima pedina del domino. Il Sahel sta ormai diventando un problema assai rilevante per l’Ue e per il fianco meridionale dell’Alleanza atlantica. Non è infatti solo la Russia ad aver rafforzato la propria presa sull’area ma anche l’Iran si sta muovendo in tal senso. Una situazione che rischia di creare pericolosi collegamenti con le attività degli Huthi nel Mar Rosso. Frattanto, secondo Agenzia Nova, il primo ministro del Ciad, Succès Masra, è arrivato ieri a Parigi, per tenere degli incontri con i vertici della Confindustria francese. Quello stesso Masra che, come Deby, si è candidato alle prossime presidenziali del Paesi africano. Un elemento, questo, che complica ulteriormente il quadro complessivo dal punto di vista politico.
Si avvicina il cenone della vigilia e il pranzo di Natale, ed ecco un’idea sfiziosa facilissima e buonissima che mette d’accordo tutti per un antipastino veloce, o un accompagnamento per l’aperitivo da portare in tavola tiepido per aprire le giuste celebrazioni gastronomiche.
Ingredienti – Una confezione di pasta sfoglia rettangolare, una pera, 100 gr di Camembert, 100 gr di Pecorino semi-stagionato (ma i formaggi potete sceglierli a gusto vostro) 2 cucchiai di miele, 4 o 5 noci, un cucchiaio di timo secco o alcuni rametti se fresco, una mezza melagrana, alcuni rametti di rosmarino, un uovo.
Procedimento – Piegate in tre per il verso della lunghezza la pasta sfoglia: sul terzo esterno fate tanti taglietti orizzontali sì da formare una frangia, su quello centrale sistemate le fette di formaggio alternando i gusti e sopra altrettante fettine di pera che cospargerete con le noci grossolanamente sbriciolate dopo averle sgusciate, le foglioline di timo e napperete con il miele. Ora con l’altro terzo di pasta sfoglia ricoprite il cacio e pere in modo da formare uno scrigno e disponete su questo le lamelle di pasta sfoglia del primo terzo avendole un po’ attorcigliate. Ora modellate il panetto a corona. Sbattete l’uovo e pennellate la superficie. Infornate a 180 gradi per circa una ventina di minuti. Nel frattempo sgranate la melagrana. A cottura ultimata guarnite la corona con i chicchi di melagrana (sembreranno palline di Natale, ma rinfrescano molto la bocca) e qualche rametto di rosmarino.
Come far divertire i bambini – Fate decorare a loro la corona con la melagrana saranno entusiasti.
Abbinamento – Abbiamo scelto un Moscato di Pantelleria, ma vinificato fresco; ottimo l’abbinamento con Franciacorta saten spumante o con un Cartizze.
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