2023-08-31
Zittiti i dubbi sui vecchi vaccini, ci martellano con quelli nuovi
Si scaldano i motori della campagna di iniezioni «aggiornate»: no obblighi ma pressing per offrire il braccio. Peccato che su effetti avversi, extramortalità e farmacovigilanza siamo fermi a due anni fa. L’Aula indaghi.Ci risiamo col vaccino anti Covid. Non ci sono più obblighi, solo raccomandazioni - e non è poco. Per il resto, la campagna promozionale, condotta con accenti psicoterroristici, è ripartita. Senza i fasti di due anni fa, nonostante gli sforzi di Fabrizio Pregliasco. Ma sempre con le tempistiche calcolate al minuto: arriva un farmaco aggiornato e si rinnova pure l’emergenza infezioni. «Ci aspettiamo una nuova ondata in autunno», aveva anticipato agli azionisti, un mese fa, Albert Bourla, ceo di Pfizer. Quando si dice una profezia che si autoavvera. E cova uova d’oro. Ieri, l’Ema ha dato il via libera all’ennesimo preparato della multinazionale, adeguato alla variante Xbb.1.5. Parliamo della famigerata Kraken, forse l’ultima a essere battezzata con un nome minaccioso, quello del piovrone che popolava le leggende dei marinai tra Seicento e Ottocento. Nel frattempo, il ceppo è stato soppiantato da altri virus mutanti. Capirai che sorpresa. I più recenti sono Eris e Pirola - pronunciandola, attenti a non saltare la «o» a metà parola, specialmente se siete lombardi. Qui sta il primo trucco della grancassa medico-mediatica, che si muove all’unisono con i lanci dei prodotti di Big pharma. Esperti e stampa, infatti, ci tengono a sottolineare i potenziali pericoli delle varianti: qualcuno si limita a evocare la «grande attenzione» degli scienziati attorno al microrganismo, altri sostengono ci sia «allerta»; non si diramano bollettini quotidiani, comunque i contagi sono «raddoppiati» e il Covid potrebbe «essere diverso», ovvero «più preoccupante», poiché «non c’entra niente con Omicron». Per l’appunto. Il Covid di fine 2023 non è quello di Omicron, tuttavia ci chiedono di vaccinarci con un medicinale adattato a una sottovariante di Omicron. Pazienza: alle incongruenze, interessate o in buona fede, siamo abituati. E poi, ormai, gli orfani del regime sanitario si sono rassegnati a circoscrivere le loro ambizioni alla platea degli anziani e dei fragili, i quali, con il coronavirus, corrono qualche rischio. Invitarli alla profilassi è una precauzione per nulla deprecabile. Finalmente sarà una loro libera scelta se lasciarsi iniettare o meno il siero contro il Sars-Cov-2. E l’antinfluenzale. Erano l’autonomia e la dignità della persona il nodo della faccenda: non si trattava di essere contrari al vaccino; semmai all’obbligo, esplicito oppure surrettizio.Spiace solo che l’analisi della campagna di inoculazioni, condotta a partire dal 2021, sia stata accantonata. I dati sulla mortalità sono nuovamente ai livelli pre-pandemia e tanto basta a tacitare il dibattito. Strano: non si vaccina più e non ci sono più picchi di decessi. Saremo ignoranti, complottisti, paranoici, però ce lo domandiamo: esiste un nesso? O è soltanto che il virus non costituisce più un pericolo? Oppure che sono spariti lockdown e restrizioni di varia natura, le quali hanno impedito ai sani di ammalarsi ma pure ai malati di curarsi? Occorrerebbe un’indagine, per stabilire se fosse solo casuale l’aumento dei morti tra gli under 40, in concomitanza con i mesi della somministrazione di massa di dosi. Un’anomalia registrata più precisamente in Paesi che hanno raccolto informazioni con maggiore scrupolosità, tipo la Gran Bretagna. Ci sono quesiti che meritavano risposte, almeno per smentire seccamente e definitivamente chi puntava il dito sugli effetti avversi dei vaccini. A proposito: e la farmacovigilanza? La macchina delle iniezioni si sta rimettendo in moto, senza che il monitoraggio passivo, anzi, narcotizzato, sia stato migliorato. Se questi antidoti per il Covid sono così sicuri, che problema c’era a sottoporli a verifiche costanti e meticolose? Non sarebbe stato più semplice convincerli con le evidenze, i no vax, piuttosto che con divieti, costrizioni e codici a barre per entrare al bar?Tra l’altro, oggi scopriamo che quella persecuzione non è servita a niente. Stavolta non siamo noi a sostenerlo, combattenti solitari che sguainano numeri e statistiche, bensì l’ex direttore della Prevenzione al ministero della Salute, Gianni Rezza. Intervistato dal Messaggero, l’epidemiologo si avventura in un bilancio: «La vaccinazione», spiega, «è stata fondamentale per salvare vite umane specialmente in epoca pre-Omicron, quando la popolazione era in gran parte suscettibile e il virus maggiormente virulento. In epoca Omicron ha mantenuto la sua importanza, soprattutto per diminuire il rischio di malattia grave o anche letale nelle persone più fragili. L’immunità di popolazione, determinata da vaccinazione ed esposizione per via naturale al virus, ha fatto poi diminuire l’impatto clinico dell’epidemia». Cosa sta sostenendo, in pratica, Rezza? Che una volta comparso il ceppo sudafricano, il vaccino è servito prevalentemente ai nonni e ai soggetti già gravati da altre patologie. Ringraziamo il medicinale a mRna per averli protetti. Ma se lo ricorda, l’ex tecnico del dicastero, che il culmine delle angherie nei confronti dei renitenti, con il parossismo del «super green pass», arrivò proprio mentre dilagava Omicron? Il passaporto vaccinale durò fino a dopo Pasqua 2022. La puntura coatta per i sanitari fino all’arrivo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e di Orazio Schillaci in lungotevere Ripa. Intanto, a chi aveva giovato perseguitare persino gli adolescenti? Costringerli alla terza dose, dietro minaccia di didattica a distanza ed esclusione dalle attività sportive? Quanti trentenni e quarantenni ha salvato il bando da ristoranti e autobus dei refrattari? È stato utile privare dottori e infermieri dello stipendio, non si sa se per il loro bene o perché, non vaccinandosi, avrebbero dato il cattivo esempio?Per porre domande del genere, vi è una sede opportuna: la commissione parlamentare d’inchiesta. Quella su cui è piombato il monito di Sergio Mattarella, che l’ha accusata di volersi sovrapporre alla magistratura. Be’, con buona pace del Colle, i lavori partiranno. In ritardo, ma partiranno. Sì, può darsi che l’organismo delle Camere non risolverà granché. Ma se illuminerà un pezzetto in più di verità, se esporrà errori e menzogne di quelli che hanno tenuto in pugno per oltre due anni le nostre vite e i nostri diritti, sarà valso la pena lottare per metterlo in piedi.