Se Bruxelles fa la guerra all'Italia salta l'euro

Se Bruxelles fa la guerra all'Italia salta l'euro
ANSA

Che all'Italia non convenga andare alla guerra con l'Europa e subire come conseguenza l'effetto di una crescita dello spread, lo capisce anche un bambino. Anzi, lo capisce perfino Gianni Riotta, quello che non sa che la sovranità appartiene al popolo. Lo scontro in atto non è gratis e alla lunga è pagato con fior di interessi sul nostro debito. Tuttavia, quale altra strada è consentita all'Italia? Il rigore che per anni è stato imposto da Bruxelles, come cura di tutti i nostri mali? Beh, dal novembre 2011 a oggi ci siamo attenuti alle direttive dell'Ue, la quale ha approvato e condiviso tutte le decisioni dei governi di sinistra, senza respingere mai il Documento di economia e finanza. Risultato: in sette anni abbiamo accumulato circa 200 miliardi di euro di debito in più, vale a dire oltre il 10 per cento di quello che detenevamo all'inizio della medicina che ci è stata somministrata, cioè quando fu fatto fuori Silvio Berlusconi.

Colpa della mancata crescita o per lo meno di una crescita troppo (...)

«Zelensky è pronto a trattare. A Putin il Donbass non basta»
Mirko Mussetti (X)
L’analista di LimesMirko Mussetti: «Approvare il lancio di missili in Russia ci renderebbe parte del conflitto, l’Italia fa bene a essere prudente. Con Trump la guerra non sarebbe scoppiata».
«Sarà Conte a vincere la sfida con Grillo ma il M5s è morto»
Paolo Becchi
L’ex «ideologo» del Movimento Paolo Becchi: «Il motore era Casaleggio, il progetto è finito con lui. Il Cav mi chiese di presentarglielo».
Dietro il tentato attentato a Trump un fanatico pro Ucraina
La polizia sul luogo dell'attentato a Donald Trump. Nel riquadro Ryan Wesley Routh (Getty Images)

Donald Trump ha subito un secondo attentato. L’Fbi ha infatti reso noto di «stare indagando su quello che sembra essere un tentato assassinio» del candidato repubblicano, che è illeso ed è stato prontamente messo in salvo.

«Il collante del campo largo è soltanto il giustizialismo»
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L’ex ministro Enrico Costa: «Ho lasciato Azione perché non voglio finire subalterno ai pentastellati. Le mie battaglie garantiste le combatterò a fianco di chi è più in linea con le mie idee».
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