2024-08-14
Chi sognava l’Italia piena di turisti ora mugugna perché «sono troppi»
Da anni sentiamo dire che il nostro Paese deve sfruttare al massimo il patrimonio artistico. Oggi finalmente è così, ma gli snob osano lamentarsi del boom di arrivi «mordi e fuggi». Come se la colpa fosse delle famiglie.Ora è iniziato il tormentone estivo dell’overtourism, troppo turismo in Italia e in molte città. I giornaloni si rincorrono a dedicare paginate intere alla questione, che poi è una questione inesistente: che ci sia tanto turismo non vuol dire che è over, vuol dire che sono decenni che non è stato fatto quello che doveva essere fatto perché di turismo ne arrivasse di più e trovasse tutte le strutture necessarie per gestirlo. Tutto qua. Il resto son pippe mentali, e ho l’impressione che da questa discussione estiva, un po’ per il caldo che non aiuta e un po’ per l’attività in sé, qualcuno arrivi in autunno con qualche diottria in meno. Ma questo riguarda loro e non noi.Da anni ci hanno liofilizzato gli attributi sostenendo che il turismo sarebbe stato, doveva essere, era impellente farlo divenire il petrolio d’Italia. Gli stessi cervelloni - ora che finalmente è arrivato, e in modo sostanzioso - ci dicono che è troppo. Capite l’assurdità di questo tipo di affermazioni? Se è, come è, il petrolio d’Italia, il petrolio vuol dire ricchezza, che per un Paese come il nostro - soprattutto in questo momento - è indispensabile. Quindi, dire oggi che il turismo è troppo equivale ad affermare che la ricchezza che produce è troppa. Questa è l’unica logica conseguenza di quel ragionamento sbagliato perché al di fuori di qualsiasi ragionevolezza. Eppure insistono. Hanno trovato il nuovo giochetto sul quale ragionare, il nuovo filone di discussione che non fa chic non affrontare, soprattutto nei luoghi frequentati da coloro che l’overtourism non sanno neppure cosa sia, perché non hanno mai frequentato quei terribili luoghi plebei frequentati dalle famiglie normali che decidono di spendere le loro vacanze andando a godersi le bellezze artistiche e naturali che il nostro Paese offre in abbondanza.Basta con le città invase da un turismo che non porta ricchezza ma che è solo mordi e fuggi, cioè riguarda famiglie normali - la maggioranza di esse - che disponendo di risorse limitate, conseguenza di redditi bassi o medio-bassi, spendono poco, vanno spesso in una città e non vi pernottano, fanno insomma ciò che possono fare. Vogliamo mettere una specie di divieto di ingresso nelle città italiane ai turisti secondo il reddito, una specie di turismometro e cacciare quelli del cosiddetto turismo povero. Ma quale testa di suino può fare dei ragionamenti dei quali queste sono solo le logiche conseguenze? Ora: è ovvio, palese, scontato e nauseante ricordare che per il ricco il problema non esiste, non esiste un problema di overyachting, overspending o, infine, di overluxuring. Lo capisce bene anche un cretino. E quello sembra non disturbare nessuno, anzi. Ma dalla dinette di qualche yacht il troppo turismo, povero e magari anche «maleodorante», disturba, infastidisce, diviene argomento di discussione di gente che nella vita ha avuto il culo di trovarsi con dei soldi di troppo, ma il cui cervello ragiona come il culo medesimo.Il problema non è diminuire i flussi di turisti, che sarebbe come bloccare una fonte di introito per un’azienda perché causano troppo lavoro, ma è solo questione di organizzarsi, prevedere, prepararsi, non mugugnare perché sta accadendo quello che da anni abbiamo desiderato che accadesse. Vogliamo togliere la possibilità alla maggior parte delle famiglie italiane e di altri Paesi di giungere corposamente in Italia, nelle nostre città? Cioè, ancora una volta, per un evidente mancanza di leggi e interventi politico-amministrativi adeguati negli ultimi 25 anni il cetriolone deve finire sempre come compagno di strada dei più poveri. È incredibile come alcuni giornaloni in Italia guardino alla realtà così da lontano da non vederla proprio, animino delle discussioni inutili, si pongano dei problemi che non esistono e, se esistono, propongano delle soluzioni - mai precise, sempre moralistiche -che non stanno né in cielo né in terra. La realtà per loro è un orpello: quello che conta sono le loro idee, più o meno idiote che siano come quest’ultima sull’overtourism. Ma perché non fate qualche paginata di interviste alle famiglie colpevoli di portare in Italia, poca o tanta che sia, un po’ di ricchezza in questo settore? Perché non chiedono loro, e non a qualche amministratore palesemente incapace e fuori posto, se ritengono questo un problema serio tale da dedicargli tutto questo spazio. Aprite gli occhi e con le diottrie che vi rimangono sforzatevi di dare un po’ di spazio alla realtà e non alle vostre solitarie fornicazioni.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.