2022-04-18
Dal cherosene al Saf, carburante «sostenibile» per l'aviazione
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Lo chiamano Saf, sigla di carburante aeronautico sostenibile, ed è apparso una quindicina d'anni fa come progetto sperimentale, quando iniziò la corsa dell'aviazione verso idee meno inquinanti. Dopo tre lustri di prove e dimostrazioni il settore è quasi arrivato a una soluzione.Fino a poco tempo fa le autorità aeronautiche permettevano l'uso del carburante sintetico o di origine vegetale soltanto se usato in percentuale con il cherosene tradizionale (detto Jet-A), mentre da pochi mesi hanno acconsentito che su determinati voli sia utilizzato Saf al 100%. Il problema era legato inizialmente alla necessità di accumulare esperienza in fatto di manutenzione dei motori così alimentati, quindi di dimostrare di poter operare senza problemi anche alle basse temperature (il cherosene congela a -45 °C, ciò lo rende adatto al volo in alta quota). Successivamente, con gli accordi di Tokyo e Parigi, il comparto aeronautico e in particolare l'aviazione d'affari prima e quella commerciale dopo, hanno dovuto accelerare la transizione e oggi, seppure lentamente, sempre più compagnie aeree utilizzano una percentuale di carburante «green» che varia dal 50 al 100%.Recentemente a supporto di questa tecnologia si è anche costituito un gruppo di investitori chiamato Climate Action 100+ (Ca100+) formato da 700 soci di 166 aziende, i quali si stanno impegnando per ridurre le emissioni e rafforzare le informative finanziarie relative al clima. Ca100+, forte di quanto pubblicato dall’Agenzia internazionale per l’energia (Aie, parte dell'Ocse), che segnala la necessità di volare globalmente con almeno il 16% di Saf per rispettare gli obiettivi internazionali contro i cambiamenti climatici, si propone di creare una finanza basata proprio sulla transizione ecologica che comprenda anche l'aviazione. Ed anche se per adesso il Saf non è ancora disponibile in tutti gli aeroporti, giganti degli idrocarburi come AirBp stanno diffondendo velocemente il nuovo carburante. La chimica del Saf è molto simile al cherosene tradizionale ma produce meno emissioni di carbonio rispetto al Jet-A. Alcune materie prime utilizzate nella sua composizione sono olio da cucina e altri oli usati, ma non di palma, rifiuti solidi provenienti da abitazioni e aziende come imballaggi, carta, tessuti e avanzi di cibo che altrimenti andrebbero in discarica o sarebbero destinati all'incenerimento. Altre fonti sono grassi animali di scarto, segatura del legno e colture energetiche, comprese le piante e le alghe a crescita rapida. Per alimentare i moderni motori turbofan degli aeroplani il carburante deve avere la medesima densità energetica, incendiarsi al di sopra dei 680 gradi centigradi, non lasciare depositi incombusti nocivi nelle turbine e appunto non congelare se portato a temperature molto basse. Per garantire queste caratteristiche, dal 2021 l'Organizzazione Internazionale del'Aviazione Civile (Icao), ha adottato uno standard tecnico, lo Astm D4054, e uno operativo (chiamato Corsia, da Carbon offsetting and reduction scheme for international aviation). Se pensiamo che un volo intercontinentale tra l'Europa e gli Usa comporta emissioni di Co2 pari a una tonnellata per passeggero, è evidente che stante la ripresa dei voli e la loro futura crescita, in attesa di veder volare velivoli a idrogeno ed elettrici questa soluzione è l'unica possibile. Riguardo le emissioni, considerando che sia per produrre il Jet-A, sia nel bruciarlo, si produce anidride carbonica, il Saf permette di ridurla dell'80% sul ciclo vita e del 25% durante il volo. Presto sarà possibile anche disporre di Saf prodotto esclusivamente da rifiuti urbani, come sta facendo Fulcrum, azienda di Reno (Nevada) con la quale sta collaborando proprio AirBp. Oggi il costo del Saf è superiore a quello del cherosene tradizionale, ma ciò dipende essenzialmente dalle materie prime usate e dal procedimento di produzione, che stanno però evolvendo rapidamente. Con l'avanzamento tecnologico della filiera il prezzo del carburante sostenibile calerà fino a essere concorrenziale con quello del Jet-A, diventando anche più diffuso di quanto non lo sia ora.Uno dei vantaggi è che Saf può essere usato immediatamente senza necessità di modificare sistemi di rifornimento, stoccaggio e motori, e finora senza dimostrare controindicazioni. Per ottenere un aumento della produzione occorre però certezza delle politiche a lungo termine del trasporto aereo al fine di ridurre i rischi d'investimento, nonché costante attenzione alla ricerca. Per incoraggiare l'utilizzo, talune compagnie offrono ai passeggeri la possibilità di finanziare l'uso di Saf al fine di ridurre le emissioni associate al loro biglietto, in pratica si paga qualcosa in più ma si è certi di volare con un carburante un po' più «verde».