2025-03-22
La Cgil si oppone pure alle assunzioni di Poste
Prima non hanno firmato il contratto integrativo, adesso Landini e la Uil boicottano anche l’accordo sulla riorganizzazione che stabilizza 2.800 lavoratori. Mossa della disperazione: azione contro i comportamenti antisindacali del gruppo di Matteo Del Fante.Ci sono gli aumenti e la regolarizzazione dei precari, quindi tutte le condizioni per arrivare, senza colpo ferire, ad un accordo, ma la Cgil si sfila dal tavolo e non firma. È quello che è accaduto a Poste Italiane, ennesimo caso di una strategia conflittuale messa in atto da tempo dal sindacato di Corso Italia. Dopo aver clamorosamente rifiutato la firma del contratto integrativo, ora è in atto il tentativo di contrastare la riorganizzazione dell’azienda portata avanti dall’amministratore delegato, Matteo Del Fante, in cui la componente dell’organico insieme allo sviluppo della tecnologia (al quale va l’80% degli investimenti) è una voce importante. Tant’è che è stata mantenuta stabile la rete degli uffici (13.000) aggiungendo servizi e non è stata ridimensionata la consegna (la metà dei 120.000 dipendenti si occupa ancora del servizio postale universale), abolita invece in altri Paesi. In questo sviluppo e riorganizzazione puntato al dinamismo di una domanda dell’utenza in evoluzione, si inserisce l’accordo per la sperimentazione della nuova Rete corriere pacchi. «È l’atto conclusivo di un percorso iniziato a novembre scorso, sottoscritto anche dalla Cgil che però poi ha ritirato la firma e arrivata al tavolo conclusivo si è definitivamente sfilata», afferma il segretario generale della Slp Cisl, Raffaele Roscigno. Eppure l’accordo rappresenta un passo avanti significativo per il settore, garantendo nuove assunzioni, trasformazioni contrattuali, tutele economiche e organizzative per i lavoratori. L’intesa è stata sottoscritta oltre che dal sindacato di categoria della Cisl anche da Confsal Com, FAilp Cisla, Fnc-Ugl Com. «Siamo riusciti a definire criteri chiari per il funzionamento della nuova rete, limitando l’eccessiva flessibilità richiesta dall’azienda e tutelando i lavoratori di fronte all’introduzione di nuovi sistemi di calcolo e strumenti di intelligenza artificiale», commenta Roscigno.Vediamo i contenuti. Come spiega il sindacalista, «arriveranno nuove politiche attive del lavoro per il 2025, la mobilità nazionale per 1.474 portalettere e 80 addetti allo smistamento, 1.558 trasformazioni da part-time a full-time nei settori recapito e stabilimenti, 1.200 nuove stabilizzazioni tra recapito e stabilimenti». Oltre al superamento del precariato per tanti lavoratori, ci saranno anche miglioramenti economici per la rete corriere, come spiega i sindacalista, con una indennità giornaliera di 4 euro, indennità per spostamento area di competenza (massimo 5 eventi mensili con riconoscimento di 4 euro aggiuntivi per evento). Previsto un compenso di 46 euro per coprire eventuali assenze, da suddividere tra i corrieri dell’area di competenza. Per la parte organizzativa, ogni corriere avrà una linea assegnata all’interno di un’area di competenza composta da 3-4 linee, evitando così un’eccessiva elasticità operativa.C’erano tutte le condizioni per compattare le sigle sindacali, ma la Cgil ha puntato i piedi. Una posizione che sta diventando una strategia. La rottura del fronte sindacale si era già manifestata sulla firma dell’integrativo.Non solo. I due sindacati hanno portato l’accordo preliminare sulla riorganizzazione, completato giovedì con la firma di Cisl, Ugl e autonomi, presso il Tribunale di Roma. Hanno depositato un ricorso contro Poste Italiane per «comportamento antisindacale durante le trattative del piano industriale su digitalizzazione e innovazione tecnologica, mercato privati per i prodotti finanziari, logistica e portalettere». E per spiegare l’iniziativa hanno emesso un comunicato battagliero. «A seguito dell’apertura di un conflitto di lavoro da parte di alcune organizzazioni sindacali (quelle che, a differenza di Slc Cgil e Uilposte, hanno poi firmato gli accordi), l’azienda ha colto l’occasione per implementare onerosi interventi previsti dal proprio piano industriale, all’interno di una procedura che dovrebbe invece affrontare (e magari risolvere) problemi specifici dei lavoratori». «Tale procedura, a nostro giudizio illegittima», veniva spiegato in una nota, «ha di fatto estromesso Slc Cgil e Uilposte dalle trattative, impedendoci di tutelare gli interessi dei nostri iscritti. Tutto ciò ha prodotto un grave danno ai lavoratori e alle lavoratrici: le tre riorganizzazioni, smarcate in fretta e furia dopo una trattativa approssimativa, peggioreranno pesantemente le condizioni di vita e di lavoro dei colleghi impattati». Eppure nel piano era prevista l’assunzione di 4.600 corrieri da completare in due anni.Nel ricorso i due sindacati di categoria, oltre a chiedere la condanna di Poste per condotta antisindacale, sollecitavano «di fermare le riorganizzazioni e riaprire le trattative per raggiungere una nuova intesa». Ma a svelare che poi la faccenda è tutta politica, ci aveva pensato la Cgil che in occasione dello sciopero generale a novembre si era infastidita per la firma dell’accordo sulla riorganizzazione e aveva lanciato un comunicato di fuoco dicendo che «Poste Italiane fa da promoter al Governo firmando un accordo soltanto con la Cisl e altre tre organizzazioni sindacali».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.