2019-04-11
C’è un network con base inglese che fa arrivare i migranti in yacht
Da una nota riservata dell'Europol emerge la realtà inquietante degli scafisti di lusso: sono insospettabili manager globali con partita Iva che gestiscono i viaggi «sicuri» dall'Iraq a Grecia e Turchia, fino in Italia.Suite 14C. Dietro quest'anonima targhetta, in un altrettanto anonimo business center di Rossendale, nel Lancashire, in Inghilterra, potrebbero nascondersi i capi di un gigantesco traffico di esseri umani che, dall'Iraq, passando per la Turchia e la Grecia, arriva fino in Italia. Una rete articolata e fittissima di marinai e nocchieri che si destreggiano sulle onde del Mediterraneo seguendo le rotte tracciate da spregiudicati uomini d'affari ben piantati sulla terraferma. Intrecciati l'uno agli altri da società che funzionano come «agenzie di viaggio» illegali per i disperati provenienti dal Medioriente che voglio rifarsi una vita nel vecchio continente. Perché l'era dei barconi sfasciati coi motori sgangherati è tramontata, ed è sorta quella degli insospettabili trafficanti «globali» con partita Iva. Una nota riservata dell'Europol, che la Verità ha potuto leggere, descrive le ramificazioni e le attività dell'organizzazione e i suoi protagonisti.L'indagine degli 007 dell'agenzia europea della lotta al crimine registra una prima svolta con lo sbarco di 21 migranti iracheni a Gallipoli, il 24 novembre scorso. Arrivano in Puglia a bordo di una barca a vela, la Eros, timonata da un trafficante georgiano che risponde al nome di Igorj Janasha (57 anni), successivamente arrestato. Il natante è intestato a una società - la Eros Yachting ltd - domiciliata presso un business center in Inghilterra. Passano poche settimane e, il 17 gennaio di quest'anno, finiscono in manette i tre skipper di un altro yacht, il Coguar, battente bandiera olandese. Si tratta di Serhii Bohdanov (41 anni), Oleksandr Mudryk (31 anni) e Vasyl Polukoshnyl (46 anni). I poliziotti li fermano mentre stanno provando a far arrivare in Turchia, dalla Grecia, 62 profughi da traghettare poi, forse, in Italia. Scattano i controlli sul veliero che risulta di proprietà di una società, la Moody Maritime ltd, domiciliata nello stesso centro uffici della Eros Yachting. Bohdanov, per giunta, è arruolato su una seconda barca a vela olandese, la Asterix. Di cui è titolare l'azienda Waterfall Yachting ltd. E anche questa ha il proprio domicilio nel medesimo business center di Rossendale. Dove sono registrate, hanno scoperto gli agenti dell'Europol, altre 250 compagnie marittime. Alcune di queste, è il sospetto degli investigatori, potrebbero essere direttamente coinvolte nel grande affare dei migranti in barca a vela o funzionare come coperture per i boss che lo gestiscono.Le coincidenze non si fermano qui. Perché tutte e tre le barche a vela erano state ormeggiate nel porto turco di Marmaris, nei mesi precedenti. E soprattutto perché le rispettive società non condividono solo l'indirizzo del business center, ma anche la stessa stanza. La suite 14C, appunto. Gli 007 scoprono poi che, dietro la maniglia di quella porta placcata, operano altre due sigle di interesse investigativo. La Sky Maritime e la Nazar Sailing school, gestita - quest'ultima - da un professionista iracheno che ha la stessa identità di un temibile trafficante che fa affari nello stretto della Manica coi migranti che vogliono andare a vivere sotto Sua Maestà Elisabetta II. Difficile che possa trattarsi di una innocente omonimia.È sempre un iracheno, d'altronde, a programmare dalla Turchia il viaggio di 51 connazionali che, il 10 gennaio scorso, rischiano di annegare davanti alle scogliere di Torre Melissa, a Crotone, a causa dell'affondamento della barca a vela Talofa. A raccontarlo agli 007 italiani è uno dei profughi tratti in salvo dalla guardia costiera. Spiega che, alcuni giorni prima, si è messo in contatto con un uomo di nome Edris che, in cambio di 6.500 dollari, si è offerto di farlo arrivare in Italia sano e (quasi) salvo. Il migrante è volato dall'Iraq a Istanbul in aereo, ed ha alloggiato per una notte in quella che i servizi segreti definiscono «safe house», una casa sicura, indicata da Edris. Giunto ad Atene, è stato ospitato, sempre su indicazione del suo uomo, in un hotel utilizzato come centro di accoglienza dei migranti senza identità, dove non è necessario esibire documenti. Stessi protagonisti e stesso identico giro si celano dietro un altro sbarco, avvenuto a Capo Rizzuto. E ancora un iracheno, Alyasin Madmoud, è stato arrestato l'8 febbraio scorso dopo aver accompagnato 36 migranti, stipati in un camion Iveco bianco, presso la spiaggia di Arilla, a Corfù. Dove ad attenderli c'era uno skipper nato ad Aleppo, in Siria, di nome Ahmad Mustafa, pure lui fermato. Avrebbe dovuto caricare i migranti sulla sua veloce barca a vela Fiart, battente bandiera italiana, e condurli nottetempo sulle coste del nostro Paese, probabilmente in Puglia. I servizi segreti italiani, come raccontato da Panorama nel numero uscito ieri, hanno individuato due metropoli che funzionano da «centrali operative» irachene per la gestione dei flussi migratori provenienti dall'ex Mezzaluna fertile - Torino e Milano -, e tre città-satellite -Pavia, Genova e Foggia - che si occupano della logistica e della ripartizione degli «ospiti». Nel capoluogo lombardo, gli 007 hanno filmato addirittura, in un business center come quello di Rossendale, una riunione tra trafficanti. Una specie di «sStati generali» dell'immigrazione clandestina per concordare nuove «offerte» da offrire a migranti della buona «borghesia» irachena. Uomini e donne che sono disponibili a pagare un biglietto maggiorato, ma pretendono sistemazioni più sicure e confortevoli rispetto alle carrette del mare. Come le barche a vela, o addirittura gli aerei di linea.