Oggi in cdm le norme sul premierato e l’approvazione del Piano Mattei

È un Consiglio dei ministri ricco di dossier quello in programma stamattina. Da quanto si apprende, sarà innanzitutto presentato il testo della riforma dedicata all’introduzione del premierato. Non a caso, proprio sul premierato era emersa lunedì «piena condivisione» in seno alla maggioranza, dopo una riunione a cui avevano partecipato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, oltre ai sottosegretari Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano. Nel cdm odierno è inoltre previsto il decreto legislativo, volto a inserire disposizioni in materia di accertamento tributario e ad attuare il concordato preventivo biennale, previsto dalla delega fiscale. Si tratterà poi del decreto legislativo concernente la «definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base e di accomodamento ragionevole e della valutazione multidimensionale per l’elaborazione ed attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato». Nel cdm di stamane dovrebbe invece mancare il decreto Energia che, tra le altre cose, riguarda anche la spinosa questione delle concessioni idroelettriche.
È tuttavia probabile che, durante il Consiglio dei ministri gli occhi saranno principalmente puntati sul decreto legge dedicato al Piano Mattei: parliamo, cioè, di un caposaldo della politica estera dell’attuale governo italiano. L’idea alla base del progetto, che dovrebbe avere durata quadriennale, è quella di avviare iniziative di partnership e cooperazione con i Paesi africani su base paritaria: una terza via rispetto all’arroganza post coloniale francese e al terzomondismo ipocrita di russi e cinesi. Si tratta di una logica che, anche in considerazione dei recenti sommovimenti politici che caratterizzano il continente africano, potrebbe risultare vincente. L’Occidente ha infatti bisogno di uscire da schemi ormai logori e inefficaci, se vuole seriamente contrastare la crescente influenza sino-russa in Africa (a partire dalla delicata regione del Sahel, che è uno snodo cruciale per quanto riguarda i flussi migratori diretti verso le nostre coste).
«Il Piano Mattei persegue la costruzione di un nuovo partenariato tra Italia e Stati del continente africano, volto a promuovere uno sviluppo comune, sostenibile e duraturo, nella dimensione politica, economica, sociale, culturale e di sicurezza», si legge non a caso nel testo del decreto. Sono numerosi i settori in cui, secondo il piano, la cooperazione andrebbe promossa. Tra gli altri, vengono citati investimenti, esportazioni, innovazione, salute, agricoltura, sicurezza alimentare, energia, infrastrutture digitali, cambiamento climatico e contrasto all’immigrazione irregolare. L’obiettivo sembra quindi quello di muoversi su più piani intrecciati, cercando di adottare un approccio organico alla politica africana e mediterranea.
Non solo. Il decreto punta anche a istituire una cabina di regia, di cui faranno innanzitutto parte il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri, il quale avrà funzione di vicepresidente. L’organo sarà inoltre composto «dagli altri ministri, dal presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dal direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, dai presidenti dell’Ice-Agenzia italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, della società Cassa depositi e prestiti spa. e della società Sace spa». La cabina, che sarà anche aperta al mondo imprenditoriale e a quello accademico, si occuperà di coordinare e monitorare l’attuazione del piano. Infine, a supporto di quest’organo direttivo, sarà istituita una «struttura di missione». Tutto questo, mentre il governo si impegnerà a presentare ogni anno al Parlamento una relazione dedicata allo «stato di attuazione del piano».






