2021-05-28
Catturati sei soldati armeni: sale la tensione tra Erevan e Baku
True
Le truppe azere hanno catturato sei soldati armeni al confine con l'Armenia nella regione di Kalbajar. A renderlo noto, tra gli altri, è stato il sito della Bbc. Secondo il ministero della Difesa dell'Armenia i sei erano impegnati in lavori di ingegneria. L'Azerbaigian, dal canto suo, ha sostenuto che fossero implicati in attività di «sabotaggio» vicino a un villaggio, chiamato Yukhari Ayrim. Duro il commento del presidente dell'Unione degli armeni d'Italia, Baykar Sivazliyan, che a La Verità ha dichiarato: «La cattura di sei militari armeni, mentre stavano aggiustando una postazione sul confine franata parzialmente per le piogge insistenti degli ultimi giorni, fa parte del comportamento sempre più aggressivo delle autorità azere che sistematicamente agiscono per tenere la tensione alta sul confine armeno-azero. Disturbati dalla presenza delle forze di pace russe e spalleggiati dalla politica estera turca, aizzano la parte azera a creare continuamente motivi di inquietudine soprattutto vicino ai villaggi sperduti armeni, lontani dagli occhi delle truppe russe. I rapimenti di civili, comprese le donne e bambini e il loro trattamento brutale, oggetto di interventi dell'Unione europea e di singoli Paesi, sono una aperta violazione dei diritti umani e delle convenzioni internazionali». «Il panturchismo», ha proseguito, «non tollera l'esistenza della nazione armena sul proprio territorio ancestrale, perciò ogni occasione viene usata per allontanare gli armeni dal proprio territorio: la culla della loro civiltà da quattromila anni. Questo è stato tentato già 106 anni fa, durante il primo Genocidio del Ventesimo secolo (e parzialmente riuscito). Cittadini italiani di origine armena, attendono un intervento chiaro e coraggioso del governo italiano per fermare questi comportamenti incivili e disumani». «È l'ora», ha concluso Sivazliyan, «che un paese civile come l'Italia e il suo governo inizino a separare la politica estera del Paese dagli interessi economici».La tensione tra Baku e Erevan era del resto già tornata a salire ieri, quando – secondo Reuters – «l'Azerbaigian ha accusato le forze armene di aver sparato alle sue truppe attraverso il confine internazionale dei due Paesi il 24-26 maggio». Tutto questo, mentre – all'inizio del mese – l'Armenia aveva accusato gli azeri di essere penetrati per circa 3,5 chilometri nel proprio territorio. Insomma, mentre i riflettori del media internazionali non sembrano granché puntati su queste vicende, le fibrillazioni locali non accennano affatto a placarsi. Ricordiamo che, dopo il conflitto dell'autunno scorso in Nagorno-Karabakh, Baku sia riuscita a guadagnare terreno nella regione, mentre un cessate il fuoco è stato negoziato dalla Russia: Russia che ha inviato in loco delle forze di pace, per monitorare la tregua e proteggere di fatto la popolazione armena. Non dimentichiamo del resto che, negli scorsi mesi, si sono registrate non poche tensioni. In particolare, gli azeri hanno compiuto atti di vandalismo contro il patrimonio culturale cristiano armeno, mentre si sono verificati forti attriti sulla questione dei prigionieri. Gli armeni hanno tacciato Baku di aver eseguito delle catture dopo la cessazione delle ostilità: un'accusa a cui gli azeri hanno replicato, sostenendo che i soggetti arrestati sarebbero colpevoli di atti di terrorismo. In tutto questo, non si placano anche gli attriti, esplosi – come dicevamo – poche settimane fa, sui confini tra Armenia e Azerbaigian. Questa difficile situazione non costituisce un duplice problema: per la popolazione armena e per l'impatto geopolitico nell'area. L'Iran, per esempio, sta mostrando una crescente preoccupazione in riferimento alle dispute territoriali tra le due parti. Tutto questo, mentre in Nagorno-Karabakh si gioca anche una sotterranea partita di influenza politica tra Russia e Turchia. Non dimentichiamo infatti che, in quel conflitto, Ankara abbia spalleggiato energicamente Baku, proprio perché il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, considera quell'area come un fondamentale avamposto per irradiare la propria influenza geopolitica su Caucaso e Asia centrale. Per ora, resta problematico il (relativo) silenzio americano. E' pur vero che, il mese scorso, Joe Biden abbia riconosciuto formalmente il genocidio armeno: una presa di posizione, questa, che ha irritato non poco la Turchia, la quale ha addirittura intimato al presidente statunitense di fare marcia indietro. Bisognerà tuttavia capire quale sarà la linea concreta della Casa Bianca sul Nagorno-Karabakh e, più in generale, sulle tensioni tra Erevan e Baku. Per il momento di segnali chiari ne sono arrivati pochi: è vero che a metà maggio il Dipartimento di Stato americano ha chiesto all'Azerbaigian di ritirare le forze vicino al confine con l'Armenia. Tuttavia la Casa Bianca aveva poco prima anche approvato un piano di assistenza militare a Baku (circostanza, questa, che ha suscitato malumori all'interno dello stesso Partito democratico). Non è comunque escluso che Biden possa discutere di questa delicata questione in occasione dell'incontro con Vladimir Putin, previsto per il 16 giugno a Ginevra. Se quel vertice dovesse inaugurare una fase distensiva tra Washington e Mosca, potrebbe trattarsi di una buona notizia per gli armeni.
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)