2022-04-15
Castelli, la manager amata a sinistra che fa collezione di nomine pubbliche
Michaela Castelli (Imagoeconomica)
La legale è stata mantenuta ai vertici Nexi, il sindaco Beppe Sala la vuole confermare in Sea, è presidente Acea e ha una dozzina di incarichi. Avanza l’onda economica rosa per le poltrone sponsorizzate dalla politica.C’è una manager che da sola soddisfa la parità di genere in Italia. È Michaela Castelli, l’asso pigliatutto anche in questa tornata di nomine pubbliche. La ceo per antonomasia delle partecipate ha sbaragliato i rivali ed è stata mantenuta al vertice di Nexi, colosso nazionale di servizi e infrastrutture per il pagamento digitale necessario a istituzioni, banche, aziende, pubbliche amministrazioni e privati. La conferma è arrivata con un cda lampo in Cassa depositi e prestiti (azionista pubblico), guidata dal maggio scorso da un fedelissimo di Mario Draghi, Dario Scannapieco, ex vice della Banca europea per gli investimenti particolarmente sensibile a soddisfare le recondite armonie del centrosinistra lettiano ai tavoli che contano.La vita d’inferno di Castelli continua. Fino a un anno e mezzo fa assommava 12 poltrone, con il rischio del part-time operativo in società d’importanza strategica. Ma tutto ciò dev’essere secondario rispetto alle logiche politiche, visto che Giuseppe Sala (Roma chiama e Milano risponde) è intenzionato a confermarla in deroga anche in Sea, la sigla che controlla Linate, Malpensa e ha una quota in Sacbo per Orio al Serio. Qualcuno comincia a chiedersi come mai, in una stagione in cui l’economia di guerra diventa una necessità per tutti, Cdp decida di attribuire circa 500.000 euro a una presidente a singhiozzo. In queste valutazioni si nota l’assenza del centrodestra, non pervenuto, anzi proprio tagliato fuori. Castelli rappresenta la perfetta sintesi in campo economico-finanziario del potere Pd-5stelle. Oltre a Nexi e Sea, ha ottenuto a Roma dall’ex sindaca Virginia Raggi la presidenza del gruppo Acea, la multiservizi per acqua, energia e ambiente con nove milioni di abitanti come bacino d’utenza e con ricavi per tre miliardi. In più è la numero uno di Utilitalia, l’associazione delle aziende locali di servizio pubblico che gestiscono acqua, ambiente ed energia. E avranno un ruolo strategico in alcuni sviluppi specifici della transizione ecologica del Recovery fund, come confermato il giorno della conferma dal ministro Roberto Cingolani. Laureata in giurisprudenza alla Statale con master in diritto finanziario alla Bocconi, nove anni di esperienza in Borsa, consulente aziendale, Castelli è romana, ha 52 anni ed è figlia di uno dei più stretti collaboratori di Cesare Geronzi. L’area progressista la porta in palmo di mano: alcuni ricorderanno l’accorata lettera di ringraziamento firmata da Rossella Muroni (Leu) e pubblicata da Avvenire per ringraziarla (aveva la maglia di Acea) del riallaccio della corrente dopo l’intervento del cardinal elemosiniere Konrad Krajewski nel condominio occupato a Roma. Oggi è la manager che meglio cavalca l’onda rosa anche dal punto di vista economico: con la somma degli incarichi in aziende private (Recordati, Corneliani, Autogrill, Doria) l’anno scorso ha superato il milione di euro di compensi. Inoltre ha realizzato il sogno di Lewis Carroll, dominare il tempo. Ma non può dormire sugli allori perché all’orizzonte stanno spuntando due rivali che potrebbero darle filo da torcere in approccio multitasking nell’occupare poltrone di peso. La prima è Marina Natale, molto considerata dal direttore generale del Mef, Alessandro Rivera, anch’essa entrata in consiglio d’amministrazione Nexi dopo il blitz di Cdp. La Natale, varesina di 60 anni con una solida carriera nel mondo bancario, è già nel board di diverse quotate, Webuild e Fiera Milano, ma soprattutto è amministratore delegato di Amco, la società del Mef strategica negli Npl, vale a dire nel gestire miliardi di crediti incagliati. La seconda è Marinella Soldi che nonostante la presidenza della Rai in quota centrosinistra ha vinto la riconferma in Nexi. Ora, come riesca a contemperare due impegni simili la numero uno della maggior azienda culturale del Paese (con un problema praticamente al minuto e 600 milioni di debiti), a noi comuni mortali risulta incomprensibile. Oggi il cumulo delle cariche sponsorizzate è una tendenza ancora più invasiva che nella Prima repubblica. In teoria una gestione simile sarebbe sconsigliabile, anzi dannosa. A sostenerlo è curiosamente Castelli, che al Sole 24 Ore ha detto (lettura distopica): «Bisogna evitare un’eccessiva concentrazione degli incarichi in capo alle stesse figure. In mancanza, il rischio concreto è da un lato di avere consigli in cui è difficile gestire una dialettica efficace, circostanza che porta le strutture a limitare il confronto allo stretto necessario, dall’altro che i comitati non siano in grado di svolgere l’importante ruolo istruttorio, rendendo più complesse, farraginose e lente le dinamiche consiliari». Ovviamente tutto ciò vale per gli altri.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
Continua a leggereRiduci