
Resteranno sotto quota 10%. Crédit agricole non presenterà una sua lista per il cda.Il patto di sindacato di Banco Bpm che riunisce le casse previdenziali e le fondazioni bancarie non ha in corso «ragionamenti» in merito alla possibilità di superare la quota del 10% nel capitale dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna. Tra l’altro, con una quota vincolata dell’8,28% il patto avrebbe comunque un po’ di strada da fare prima di approssimarsi a questa soglia rilevante. Per oltrepassare la quale non è escluso che possa servire l’autorizzazione della Bce, ma la natura del patto - che è di consultazione e non un sindacato di voto - potrebbe rendere non necessario il via libera della Vigilanza. L’accordo, però, non si allargherà. Nemmeno con le quote degli altri enti entrati di recente nel capitale dell’istituto milanese come Enasarco, Enpaia ed Enpaf. Sullo sfondo, il governo Meloni sta lavorando a un regolamento sugli investimenti che fissi dei paletti, ma che lasci autonomia alle casse previdenziali che potranno così meglio indirizzare le proprie risorse a sostegno della crescita del Paese. Entro fine giugno i ministeri dell’Economia guidato da Giancarlo Giorgetti e del Lavoro guidato da Marina Calderone, sentita la Covip, stileranno delle linee guida sulle quali, entro sei mesi, le casse dovranno modellare i propri regolamenti di investimento.Intanto, il blocco di soci italiani del Banco non avrebbero ancora avviato discussioni formali sul rinnovo del consiglio di amministrazione del Banco. Esclusa la presentazione di una lista dei pattisti, la rappresentanza di fondazioni e casse potrebbe avvenire attraverso l’inserimento di qualche nome gradito agli enti nella lista che il cda uscente sta mettendo a punto in vista dell’assemblea di aprile. Quanto al primo azionista francese, ovvero il Crédit agricole che in tasca ha il 9,2% del gruppo di Piazza Meda, non presenterà il proprio elenco di candidati per il board. «Premesso che non è ancora il tempo, non abbiamo intenzione» di presentare liste per il rinnovo del cda di Banco Bpm, «faremo tutto il possibile per evitare liste che possano andare in competizione tra di loro», ha dichiarato ieri il responsabile dell’Agricole in Italia, Giampiero Maioli, a margine della presentazione dell’accordo per la sponsorizzazione delle classiche del ciclismo targate Rcs sport. «Non è il nostro scenario», ha aggiunto, «abbiamo sempre detto che abbiamo una partnership di lungo corso con Banco Bpm che abbiamo voluto rafforzare entrando nel capitale, firmando l’accordo di bancassurance. Lungi da noi l’idea di presentare situazioni ostili». L’ipotesi al momento più probabile è dunque che i francesi appoggino la lista del board del Banco che confermerà Castagna esprimendo comunque nella rosa uno o due candidati.La Banque verte non ha nemmeno espresso alcuna intenzione di superare il 10% del capitale della banca di Castagna. «Non ci sono mai due storie uguali», ha risposto Maioli a chi gli faceva notare che l’investimento sembra ricalcare quello nel Credito Valtellinese, finito con un’Opa e con l’acquisizione dell’istituto valtellinese. La quota nel Banco, insomma, resta ferma. Anche perché, ha spiegato il banchiere, l’Agricole «è focalizzata sulla partnership bancassicurativa che procede in modo positivo». Va ricordato che Banco Bpm ha scelto Crédit agricole per le polizze nel settore danni e protezioni. L’istituto di Piazza Meda ha sottoscritto un accordo vincolante con Crédit agricole assurances per la costituzione della partnership. L’accordo, comunicato a fine dicembre, prevede l’acquisizione da parte di Caa della partecipazione del 65% in Banco Bpm assicurazioni e, subordinatamente al riacquisto da parte della banca della partecipazione attualmente detenuta da Cattolica ass., del 65% in Vera ass. che, a sua volta, detiene il 100% di Vera protezione e l’avvio di una partnership commerciale della durata di 20 anni nel settore danni/protezione. L’operazione si basa su una valorizzazione del 100% delle compagnie assicurative pari a 400 milioni. Di conseguenza, per la cessione del 65% delle compagnie assicurative Caa corrisponderà a Banco Bpm 260 milioni. Il prezzo di cessione sarà comunque soggetto ad aggiustamento a valle della due diligence e verrà corrisposto per cassa alla data del closing. «Adesso c’è tutta la fase tecnica che impegnerà qualche mese, però mi sembra che le cose stiano andando nel modo immaginato e mi sembra positivo», ha proseguito Maioli. A chi gli domandava se il gruppo franco italiano volesse ancora estendere l’accordo al ramo vita, ieri ha poi risposto: «Quando Banco Bpm aprì alla possibilità di cedere i rami assicurativi noi ci eravamo proposti per l’intero» pacchetto. «Poi loro hanno fatto una valutazione di internalizzazione che ovviamente noi rispettiamo e ci siamo concentrati nei danni e oggi siamo impegnati nel concludere l’accordo nel modo migliore possibile».
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