2025-10-31
        La Cassazione assolve la toga contraria ai dogmi sanitari presa di mira da Renzi e i suoi
    
 
Nel 2023 il giudice Susanna Zanda rigetta alcune querele dell’ex premier: solo allora il Csm la punisce per aver reintegrato una psicologa sospesa nel 2022. Lunedì l’assoluzione.Si è presa la sua rivincita il giudice fiorentino Susanna Zanda, nota per le sue posizioni critiche verso le misure sanitarie adottate in pandemia dopo aver emesso sentenze contro le restrizioni. Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione l’hanno infatti assolta senza rinvio: il procedimento è definitivo. Il casus belli è stato un decreto d’urgenza di luglio 2022, e una successiva ordinanza di ottobre 2022, con cui Zanda, giudice del tribunale civile di Firenze (difesa dinanzi alle Sezioni Unite della Cassazione dall’avvocato Olga Milanese), aveva reintegrato una psicologa toscana che era stata sospesa dall’ordine professionale regionale perché vaccinata «con sole due dosi», sic. Nel decreto cautelare, Zanda aveva vagliato fonti istituzionali e studi di riviste scientifiche internazionali come Lancet, denunciando che i vaccini anti Covid producevano «un dilagare del contagio […] e il prevalere numerico delle infezioni e decessi proprio tra i soggetti vaccinati e con tre dosi»: esattamente ciò che accadde tra dicembre 2021 e gennaio 2022 quando gli italiani, forzati alla terza dose dopo l’entrata in vigore del green pass e del super green pass, erano corsi a vaccinarsi e, subito dopo, in Italia esplose il «gran contagio di Natale» che coinvolse la maggioranza della popolazione, in gran parte vaccinata. Del resto, era già chiaro allora che i vaccini non bloccassero l’infezione. Nel provvedimento, Zanda scriveva anche che i vaccini avevano già causato nel breve termine molti decessi ed eventi avversi gravi, fatalità purtroppo registrata anche nel medio termine, stante l’alto numero di segnalazioni pervenute nonostante la farmacovigilanza passiva (il caso più recente, quello di una donna di 52 anni cui il Tribunale civile di Asti due settimane fa ha riconosciuto il «nesso di causa» tra la vaccinazione anti Covid e un grave danno neurologico che ha impedito per sempre alla donna di camminare). Infine, definiva il green pass strumento eversivo rispetto allo spirito immanente della carta fondamentale.Per mesi nessuno muove un dito. Poi, il giudice inizia a decidere su alcune cause instaurate presso il Tribunale di Firenze dal presidente di Italia Viva Matteo Renzi, che chiedeva un risarcimento danni per diffamazione a mezzo stampa contro alcune testate nazionali. Il 31 gennaio 2023, Zanda emette la prima sentenza di rigetto nei confronti di Renzi, cui fanno seguito quelle, sempre di rigetto, del 9 e 27 febbraio 2023 e altre due, l’11 e il 28 luglio 2023, difendendo il diritto di cronaca e la libertà di stampa tutelati dalla Costituzione. È a questo punto che nella vicenda interviene il senatore renziano di Italia Viva, Ivan Scalfarotto, che il 4 aprile 2023 presenta al Senato un atto di sindacato ispettivo nel quale riprende, quasi un anno dopo il decreto di Zanda, le dichiarazioni da lei verbalizzate nei provvedimenti del 2022 dichiarandosi «colpito» dall’«utilizzo di giudizi antiscientifici sulla validità dei vaccini, ma soprattutto dal ricorso ad affermazioni che si spingono a definire come “eversiva” un’iniziativa del governo e del parlamento (il green pass, ndr), nonché a considerazioni palesemente in contrasto con le norme vigenti e i pronunciamenti della Corte costituzionale». Nell’atto, Scalfarotto chiede di sapere «se il ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto riportato» e «quali iniziative di propria competenza intenda intraprendere a tutela dell’onorabilità e della reputazione della magistratura». Immediatamente dopo il sollecito di Scalfarotto, la procura generale si muove, formulando nei confronti di Zanda una serie di accuse inerenti ai provvedimenti di riammissione della psicologa. Il 17 maggio 2023 viene avviato il procedimento disciplinare, assegnato alla commissione del Consiglio superiore della magistratura (Csm). Nella commissione della sezione disciplinare del Csm, il presidente nominato è l’avvocato Fabio Pinelli, che aveva sollevato in Corte costituzionale un conflitto di attribuzione contro la Procura di Firenze, denunciando una «seria violazione delle prerogative costituzionali» del leader di Italia Viva. Poco prima della sentenza del procedimento disciplinare, uno dei componenti della commissione viene sostituito dal consigliere del Csm, avvocato Ernesto Carbone, ex deputato renziano, fedelissimo del leader di Iv. Il 24 gennaio 2025, il penultimo atto: la sezione disciplinare del Csm infligge a Zanda una sanzione disciplinare di censura, per avere adottato provvedimenti «con grave violazione di legge determinata da ignoranza o negligenza inescusabile, nonché sostanzialmente privi di motivazione e sulla base di grave e inescusabile negligenza», «senza svolgere accertamenti medico-scientifici e sulla base di personali convinzioni inerenti all’inefficacia dei vaccini, al loro carattere sperimentale, alla mancanza di sicurezza degli stessi». La incolpano, insomma, di aver compromesso «la propria credibilità di magistrato ed il prestigio dell’Ordine giudiziario».Zanda ricorre alle Sezioni Unite della Cassazione: in pubblica udienza, l’avvocato Milanese rileva che la sentenza del Csm «assume le sembianze di un atto punitivo ad personam, non dipeso da un asserito e non dimostrato non corretto svolgimento delle sue funzioni magistratuali, quanto piuttosto da pregresse decisioni adottate dalla dottoressa Zanda nei confronti di noti personaggi politici». Secondo Milanese, «gli evidenti legami politici con il deputato Renzi di due dei membri della Sezione disciplinare che ha giudicato l’operato della dottoressa Zanda compromettono irrimediabilmente la pretesa terzietà e imparzialità dell’organo giudicante». Lunedì scorso, l’atto finale: il giudice fiorentino è assolto senza rinvio, il caso è chiuso e con questo anche un’altra brutta pagina della storia pandemica, quella che ha tolto lavoro e stipendio a chi ha messo in dubbio dogmi di salute pubblica mascherati da evidenze scientifiche - ormai ampiamente smentiti - sulla utilità, efficacia e sicurezza dei «vaccini» contro il Covid.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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        «The Traitors Italia» (Amazon Prime Video)