2025-06-06
L’opposizione ha gridato al regime ma le spiate a Casarini erano sue
Giuseppe Conte (Imagoeconomica)
La relazione del Copasir sul caso Paragon conferma che il primo via libera alle intercettazioni preventive contro la Ong Mediterranea risale al governo Conte 2. I servizi non indagarono su Cancellato.Le operazioni condotte dagli 007 italiani sono due. Per la prima «la delega è stata rilasciata al termine del 2019 dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, si è svolta mediante l’utilizzo di intercettazioni telefoniche, senza il ricorso allo spyware Graphite, si è conclusa nel mese di marzo 2020». Lo scopo era «accertare la legittimità di un’attività di gestione di flussi migratori». La seconda, sempre autorizzata da Conte a partire, questa volta, dal 26 maggio 2020, «di natura più ampia», era «finalizzata a prevenire la minaccia alla sicurezza nazionale da parte di individui sospettati di svolgere attività di favoreggiamento dell’ingresso di soggetti stranieri nel territorio nazionale». Nel clima di nuova apertura progressista, quello del primo governo giallorosso di Giuseppe Conte, come anticipato dalla Verità, si accende la prima luce rossa sull’attivista impegnato nei salvataggi in mare: l’ex tuta bianca diventato il commodoro della nave Mare Jonio di Mediterranea saving humans, Luca Casarini. La relazione del Copasir sull’utilizzo dello spyware Graphite da parte dei servizi d’informazione per la sicurezza della Repubblica, presieduta dal dem Lorenzo Guerini, chiarisce che l’attività di sorveglianza nei confronti di Casarini & Co. È cominciata con la firma giallorossa. È continuata durante il secondo governo Conte, con quello di Mario Draghi ed è terminata durante il governo di Giorgia Meloni. Ma chiarisce anche che era tutto regolare: l’autorizzazione è passata dal procuratore generale della Corte d’appello di Roma. Graphite, lo spyware israeliano prodotto da Paragon solutions, «entrerà in scena solo anni dopo». L’Aise lo acquista «il 13 dicembre 2023». E lo attiva nei primi mesi del 2024. Viene utilizzato solo dai servizi segreti, non dalle forze di polizia, e «sotto rigido controllo interno». A dicembre 2024 Meta individua e chiude la falla. Il 31 gennaio 2025 partono le notifiche di sicurezza agli utenti colpiti. In Italia sono sette. Il 4 febbraio 2025 il Copasir apre un’indagine. Dopo audizioni e sopralluoghi, nella relazione finale dichiara: «È stato tutto regolare». Le intercettazioni su Casarini, Caccia (braccio operativo della Mare Jonio) e David Yambio (portavoce di Refugees in Libya) sono confermate. Per il direttore di Fanpage Francesco Cancellato e per il cappellano di bordo della Mare Jonio don Mattia Ferrari la questione è un po’ diversa. Per il primo «l’unico elemento che, allo stato, confermerebbe un’eventuale intrusione del dispositivo, sarebbe rappresentato dalla notifica ricevuta dal giornalista». E siccome si è accertato che non era un target dei servizi segreti italiani, resta il sospetto che sia stato destinatario di attenzioni straniere. Ma potrebbe anche non essere stato affatto spiato. Per Don Ferrari, invece, è stata esclusa un’attività captativa. Ma l’utenza in uso a Yambio è risultata intestata al sacerdote. Niente Graphite, però. L’attività d’intercettazione, spiega il Copasir, «è stata disposta dall’autorità giudiziaria nell’ambito di un procedimento penale». A ogni modo, due Procure, quella di Roma e quella di Napoli, hanno aperto fascicoli esplorativi per presunte intercettazioni abusive. La relazione del Copasir certifica che l’Italia ha usato uno spyware venduto con licenze blindate per spiare criminali e terroristi. E lo ha fatto con tutte le carte in regola. Il fatto che tutto abbia avuto inizio con un governo guidato dal Partito democratico e dai Cinque stelle, e non, come sostenuto da alcune ricostruzioni superficiali, durante l’esecutivo Lega-M5s, è una verità politica pesante. Soprattutto alla luce delle polemiche cavalcate dall’attuale opposizione e dalle stesse Ong che hanno accusato il governo Meloni di repressione. Proprio Cancellato sui social nel febbraio scorso se ne è uscito con un «il governo Meloni sta provando a insabbiare il caso Paragon». Matteo Renzi tuona contro le intercettazioni «illegali» e chiede a Mantovano «di smettere di spiare i giornalisti». Per Maria Elena Boschi «la cosa più grave è che risultano intercettati in modo illegittimo attivisti, politici, giornalisti che hanno fatto inchieste su Fdi e addirittura un sacerdote vicinissimo al papa». Angelo Bonelli, leader di Avs: «Il governo ha fatto un uso politico dei servizi segreti». Ilaria Salis: «Il caso Paragon è un attacco gravissimo e mirato contro attivisti, giornalisti e Ong». E poi c’erano le ricostruzioni giornalistiche. Ricostruzioni che volevano il governo alle prese con dei diversivi: la pista delle toghe e quella di funzionari infedeli che cercavano di accreditarsi con il governo mettendo nel mirino i suoi nemici; l’ipotesi di una guerra all’interno dei servizi d’intelligence, un governo straniero usato di sponda, l’azione di un’agenzia privata. Tutto sbugiardato ora dalla relazione del Copasir. Per la Ong Mediterranea si trattava di «un’operazione segreta degna di un regime». Ma la realtà è un’altra. Il Copasir, nelle conclusioni della relazione, evidenzia un problema: è emerso il rischio che i messaggi delle società di messaggistica con cui vengono avvertiti i clienti della violazione della privacy svelino operazioni di intelligence, e non solo, legittimamente autorizzate. Tutti informati e attività investigative saltate. Proprio come in questo caso.
(Ansa)
Il ministro Guido Crosetto in occasione dell'82°anniversario della difesa di Roma: «A me interessa che gli aiuti a Gaza possano arrivare, le medicine possano arrivare, la vita normale possa riprendere». Nonostante tutto, Crosetto ha ben chiaro come le due guerre più grandi - quella Ucraina e quella a Gaza - possano cessare rapidamente. «Io penso che la decisione di terminare i due conflitti sia nelle mani di due uomini: Putin e Netanyahu».