2021-03-08
Caro Zingaretti, non si vergogni solo per il Pd
Caro Nicola Zingaretti, sarò sincero: dell'eterno dibattito all'interno del Pd non me ne importa una mazza. Da quelle parti cucinate segretari come se fossero salamelle alla festa dell'Unità, ve li pappate uno dopo l'altro in un clima di eterna rissa tutti contro tutti, che non sarebbe divertente da raccontare neppure in un Paese ricco e in salute. Figuriamoci di fronte al disastro che stiamo vivendo.Anzi, devo dire che vedere qualche giornalone che, nel giorno in cui si annunciavano nuovi record di morti, mancanza di vaccini e un milione di nuovi poveri, titolava a tutta pagina come notizia principale «Pd sotto choc», mi ha fatto persino un po' innervosire. Mi pare infatti che ristoratori, albergatori, commercianti, camerieri, italiani in coda alla Caritas per avere un piatto di minestra e pensionati in attesa del vaccino avrebbero qualche ragione in più del Pd a essere sotto choc.Dunque, caro Zingaretti, non le scrivo per intromettermi nelle vostre vicende interne di cui, ribadisco, non mi frega nulla. Le scrivo perché sono felice di riscoprire in lei il senso della vergogna. Nel rassegnare le dimissioni ha detto infatti «mi vergogno di un Pd che da venti giorni parla solo di poltrone». E questo le fa onore perché pensavamo che ormai lei fosse senza vergogna. Aveva detto: «Mai con i Cinque stelle», e poi senza vergogna si era alleato con i Cinque stelle. Aveva detto: «O Conte o elezioni», e poi senza vergogna aveva accettato il governo Draghi. Aveva detto: «Il Pd è il partito che valorizza le donne», e poi senza vergogna le donne del Pd le aveva messe in cantina. Dopo tutto questo e altro ancora, sinceramente, ci eravamo quasi convinti che lei, dopo essersi proclamato interprete della serietà politica, sarebbe stato in grado di ballare la samba con le piume di struzzo davanti al Quirinale senza arrossire nemmeno un po'. In effetti, finora aveva dimostrato di essere davvero un perfetto senza vergogna.E invece adesso con soddisfazione scopriamo che il suo senso di vergogna è sopravvissuto a tante dure prove. Dunque esultiamo con lei. E lungi dal chiederle dei passi indietro, come sta facendo qualcuno, ci arrischiamo a chiederle un passo in avanti. In effetti: ora che ha scoperto il senso di vergogna, perché non si vergogna un po' anche di quello che succede nel Lazio di cui è governatore? Perché non si vergogna dei 13 milioni di soldi pubblici buttati nelle mascherine fantasma della Ecotech? Perché non si vergogna delle condizioni disastrose dell'Umberto I nonostante i 100 milioni a disposizione da anni per le ristrutturazioni (mai spesi)? Perché non si vergogna delle Case della salute che erano il fiore all'occhiello della sua campagna elettorale e che ora non se la passano benissimo? Perché non si vergogna del suo potente assessore D'Amato, che avrebbe usato (così dice la Procura) i fondi regionali destinati una cooperativa pro Amazzonia per finanziare la sua campagna elettorale? Ci pensi, caro ex segretario: ora che ha scoperto la vergogna, se la tenga cara. Le servirà sempre di più.
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