2018-07-26
Caro senatore semplice Renzi ci spieghi come ha fatto
L'ex capo del Pd sta in Parlamento, ma il suo stipendio non è certo garantito per 30 anni Intanto si fa pagare per conferenze e programmi in tv: non c'è conflitto d'interessi?Chiunque in vita sua abbia comprato un immobile con un mutuo sa che il primo requisito richiesto dalla banca è il reddito. La capacità di pagare le rate del finanziamento, e dunque di rimborsare i soldi prestati dall'istituto di credito, è data infatti da quanto entra in casa ogni mese. Se si è dipendenti, dunque, bisogna esibire la propria busta paga, mentre a un lavoratore autonomo o a un professionista è richiesto di mostrare la propria dichiarazione dei redditi. I dati forniti, assieme all'età dell'aspirante mutuatario e alla sua situazione finanziaria (comprensiva di patrimonio ed eventuali altri debiti con il sistema), vengono poi valutati da un algoritmo che decide se si è affidabili oppure no e per quanto. Un tempo il prestito era discrezionale, ma dopo i crac bancari, e soprattutto le norme imposte dalla Banca centrale europea, le regole sono stringenti. Di fatto è il computer a decidere. E non di rado, quando la somma richiesta sia ritenuta troppo elevata oppure il richiedente non abbia un lavoro giudicato stabile, boccia la domanda.Vi chiedete perché la faccia tanto lunga con procedure di mutuo e direttive bancarie? Semplice, perché ieri, a proposito della notizia della nuova casa di Matteo Renzi, finanziata con un mutuo da 1 milione di euro concesso da un primario istituto di credito, mi chiedevo come avrà fatto l'ex presidente del Consiglio a convincere la banca a dargli quei soldi. L'ex segretario del Pd, infatti, non credo abbia potuto esibire una dichiarazione dei redditi con i fiocchi, perché dopo aver lasciato Palazzo Chigi per ritirarsi al Nazareno non ha di certo fatto crescere le sue entrate. Ufficialmente il Pd non gli pagava lo stipendio perché, stante la situazione del partito, costretto a mettere i dipendenti in cassa integrazione e a rincorrere nelle aule di tribunale i parlamentari morosi, di soldi in cassa ce n'erano pochi. Da quel che si sa Renzi ha incassato gli anticipi per la vendita del libro edito da Feltrinelli, ma considerando che ne sono state vendute 40.000 copie e che il prezzo di copertina era di 16 euro, anche se la casa editrice gli avesse liquidato il 20 per cento in diritti d'autore avrebbe incassato 128.000 euro lordi, su cui poi però avrebbe dovuto pagare le tasse. Del resto, è stato lo stesso senatore semplice di Scandicci a esibire mesi fa l'estratto conto della sua banca, dichiarando di non essersi certo arricchito quando faceva il premier. Dunque, tra reddito e disponibilità economiche, non aveva certo molti atout per convincere la banca a mollargli 1 milione tondo tondo.A maggior ragione se si considera che l'ex presidente del Consiglio ha in corso altri mutui. Un paio sono quelli contratti per comprare e ristrutturare la casa di Pontassieve dove è vissuto con la famiglia fino a prima di prendere in affitto un appartamento a Firenze. In totale si tratta di un'esposizione per 460.000 euro anche se, essendo stati contratti un bel po' di tempo fa, la cifra da restituire agli istituti di credito dovrebbe essersi dimezzata. Poi c'è un altro prestito stipulato tempo fa da Renzi e dai fratelli per l'acquisto della casa dei genitori. In questo caso si tratta di una somma di 325.000 euro, anche questa già in parte restituita. Anche se ridotti, i mutui risultano ancora non estinti e dunque la valutazione della banca nuova erogataria del finanziamento non può non tenerne conto. E poi c'è un altro aspetto: per il lavoro che fa, Renzi è da considerarsi un precario. Lo stipendio (12.000 euro netti, un salario che lui stesso definì ottimo) potrebbe infatti perderlo nel caso in cui venisse sciolto il Parlamento e non venisse rieletto. Certo, a breve non è un rischio che egli corra (anche se, essendo lui all'opposizione, dovrebbe lavorare per far cadere il governo e per tornare alle elezioni), ma siccome il mutuo stipulato è di 30 anni nessuno, neanche una banca, può immaginare il futuro. Qualcuno potrebbe obiettare che Renzi ha una villa, quella di Pontassieve, che ha già annunciato di voler vendere. È vero. Ammettiamo dunque che, come scrivono alcuni, l'ex segretario Pd venda la sua precedente abitazione per 800.000 euro, ma prima dovrà estinguere i mutui, cioè restituire alle banche quanto ancora rimane, e l'operazione non è che si possa fare in un minuto, perché Renzi dovrà incassare i soldi della compravendita e girarli agli istituti di credito, i quali provvederanno a togliere l'ipoteca e quindi sarà possibile rogitare e ricevere dall'acquirente il resto dei soldi. Come avrete capito, il garbuglio di mutui dimostra che Renzi è uomo dalle mille risorse e soprattutto non è tipo da arrendersi facilmente di fronte all'insormontabilità dei conti e al rigore delle direttive Bce. Resta da capire come abbia fatto in pochi mesi a passare da 15.000 euro sul conto a 400.000, quelli versati come caparra, e come riuscirà a pagare la ristrutturazione della nuova villa di cui già scrivono i giornali. Lui spiega: conferenze e programmi tv, per uno dei quali sarebbe già pronto un contratto Mediaset. Ma un senatore che sta all'opposizione e che deve sperare che il Parlamento non venga sciolto e in più cerca incarichi per parlare a pagamento, non è per caso in conflitto d'interessi? Ah, saperlo…