2020-09-14
Caro Mattarella, dopo il voto sia coraggioso
Caro presidente Mattarella, a sentire gli spifferi che arrivano dal Quirinale sembra che anche lei non ne possa più. E la cosa ci rincuora a tal punto che prendiamo coraggio e osiamo scriverle una cartolina.Più volte in questi mesi i nostri lettori ci hanno sollecitato a chiederle conto del suo silenzio. Conte calpestava il Parlamento a suon di Dpcm? Lei taceva. Conte avanzava a colpi di fiducia? Lei taceva. Conte affastellava decreti incoerenti e farraginosi? Lei taceva. Conte nuotava nei misteri? Lei taceva. Conte si prendeva i servizi segreti con un colpo di mano? Lei taceva. Conte spalancava le porte ai cinesi senza dirlo a nessuno? Lei taceva. Conte proclamava l'emergenza pur in assenza di emergenza? Lei taceva. Più Mutarella che Mattarella (copyright Veneziani).A un certo punto c'è venuto il dubbio che avesse perso la voce. E che qualcuno o qualcosa gliel'avesse fatta perdere. Nelle ultime ore, però, ci sembra di intuire che qualcosa sia cambiato. E percepiamo, oltre la solita spessa coltre di ovatta quirinalizia, qualche sussulto di insofferenza da parte sua. Nel firmare il decreto Semplificazioni, per dire, ha manifestato per iscritto il suo mal di pancia per il fatto che dentro quel testo ci fossero delle norme che, come al solito, non avevano nulla a che fare con l'oggetto del decreto. Un vecchio vizio dei governi italiani, si capisce. Che con Conte, però, ha assunto forme ormai patologiche.Ora: che le nuove regole del codice della strada, compresa la possibilità dei netturbini di imporre multe, non abbiano nulla a che fare con la realizzazione delle infrastrutture, che era l'oggetto del decreto, ciò per cui si chiedeva l'urgenza, potrebbe capirlo persino la Azzolina. Ma non è la prima volta che accade. Nelle scorse settimane lei ha lasciato passare, senza alzare il sopracciglio, anche di peggio. E allora che è successo? Si è stufato? Innervosito? Sembrerebbe, dal momento che i bene informati dicono che ci sia la sua irritazione anche dietro la rinuncia di Giuseppi a fare la passerella Rai-elettorale a Domenica In.Due indizi sono solo due indizi, ma se arriva il terzo sarà una prova. E allora, caro presidente, nella settimana che ci porterà al voto, ci permettiamo di scriverle. Abbia coraggio. Non si fermi. Gli italiani hanno un gran bisogno di sentirsi ascoltati e magari anche tutelati. Se, per esempio, si dovesse accorgere, magari anche dal prossimo risultato elettorale, che il Parlamento non rappresenta più il Paese, se dovesse accorgersi che la maggioranza degli italiani non si rispecchia nella maggioranza di governo, e che questo scollamento rischia non solo di rendere impossibile la ripresa del Paese ma di mettere in pericolo la tenuta stessa delle istituzioni, ebbene, non esiti a fare il passo che le compete. Il più democratico che ci sia. Noi gliene saremmo grati. E le chiederemmo scusa per aver dubitato di lei.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)