2025-02-15
«Contro il caro energia bisogna separare in bolletta il costo di gas e rinnovabili»
Emanuele Orsini, presidente di Confindustria (Ansa)
La proposta di Confindustria per combattere la corsa dei prezzi: «Aziende in crisi. Necessario anche snellire Industria 5.0». Giorgetti promette un intervento del governo.In un clima di crescente preoccupazione, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha commentato i dati dell’Istat, che evidenziano 23 mesi consecutivi di calo nella produzione industriale. Il risultato del 2024, con una contrazione del 3,5%, ha superato le previsioni, con il solo mese di dicembre che ha registrato un calo del 7,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, Orsini ha messo l’accento sul problema dei costi dell’energia che vanno a impattare pesantemente sui bilanci aziendali. Il capo degli industriali ha suggerito di lavorare sul meccanismo di formazione dei prezzi in bolletta. Il quadro negativo non si limita al calo della produzione: l’utilizzo della capacità produttiva è sceso al 75%, valori che ricordano il terzo trimestre del 2020, ai tempi del picco pandemico. Parallelamente, le esportazioni hanno subito una battuta d’arresto, con un decremento di 3,6 miliardi di euro nei primi undici mesi del 2024. Questi segnali evidenziano insomma come l’industria italiana stia perdendo terreno in un mercato globale sempre più competitivo.«È indispensabile concentrare l’attenzione di tutti per affrontare le difficoltà che si addensano sulla nostra produzione industriale», ha dichiarato Orsini, invitando a un’analisi approfondita delle dinamiche settoriali. Secondo il numero uno di Viale dell’Astronomia, il rallentamento della manifattura italiana non si configura come una crisi di sistema - a differenza di quanto accade in Germania, la cui recessione trascina verso il basso l’intera crescita europea - ma è il risultato di problematiche specifiche di ciascun comparto. Tra i settori più colpiti, l’automotive con una contrazione del 43%, mentre moda, tessile e abbigliamento rallentano oltre il 18%. Anche la metallurgia, i macchinari e il comparto legno-carta soffrono, con perdite che oscillano tra il 9% e il 18%. Questi dati posizionano l’Italia tra i Paesi europei con la performance più debole. In particolare, dicembre ha segnato un brusco calo del 7,1%, peggiore rispetto alla maggior parte del continente: in Francia la flessione si è limitata allo 0,4% e in Spagna si è registrata una crescita del 1,4%.Sul fronte dell’industria automobilistica, Orsini sollecita un intervento immediato a livello europeo: «Serve azzerare le multe per i produttori, rivedere il bando sul motore endotermico e garantire la neutralità tecnologica». Un ulteriore nodo critico riguarda i settori energivori, messi in ginocchio dall’aumento vertiginoso dei costi. «Il meccanismo di formazione del prezzo dell’energia dipende da noi: è possibile disaccoppiare in bolletta la remunerazione della produzione da gas da quella da rinnovabili, e va fatto subito», ha spiegato il presidente di Confindustria. La proposta potrebbe rappresentare un suggerimento per il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti che, giusto due giorni fa, aveva parlato senza dare troppi dettagli di una norma per abbattere i costi. «Nelle prossime settimane un provvedimento con riferimento alle dinamiche dei prezzi dovrà essere assunto», ha detto Giorgetti durante il question time al Senato. «L’andamento dei prezzi dell’energia e le bollette non dipendono dal governo ma da dinamiche estranee, speculative», e per questo una «riflessione su ciò che è significato il passaggio al libero mercato degli utenti del mercato elettrico deve essere fatta». Assoutenti calcola che le tariffe del gas sono più alte del 21% rispetto allo scorso anno: una spesa annua «più cara di 309 euro a famiglia» e un contesto «che rischia di peggiorare». Per invertire la rotta, Orsini chiede un «piano serio di rilancio industriale, di prospettiva triennale» affiancato da interventi immediati. Sul fronte europeo, l’Italia deve spingere la Commissione a intervenire sulla questione automotive e a rimodulare il sistema Ets (il sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra) per evitare ulteriori problemi.A livello nazionale, Orsini sottolinea l’urgenza di «scelte rapide e nette». Senza un’industria robusta, non si può parlare di crescita né di coesione sociale. Tra le misure urgenti, spicca la necessità di disaccoppiare in bolletta la remunerazione della produzione derivante da gas da quella da rinnovabili e di rivedere il sistema degli incentivi. «Per far ripartire gli investimenti servono scelte di realismo. Rischiamo di perdere l’opportunità dei 6,3 miliardi di incentivi destinati a Industria 5.0, una misura troppo complicata che, con i limiti imposti a livello europeo, disincentiva le imprese», ha avvertito Orsini. In tal senso, il presidente propone di dare pieno vigore all’Ires premiale, eliminando le limitazioni per ampliare la platea dei beneficiari, e di riattivare Industria 4.0 dotando il piano di nuove risorse finanziarie. «Ora serve agire con decisione e ridurre drasticamente la burocrazia per mettere a terra le misure necessarie alla crescita del Paese. Ci aspettiamo che governo e forze politiche di tutti gli schieramenti si uniscano in questo appello ad agire, liberando il potenziale delle imprese italiane. Confindustria è pronta a fare la sua parte», ha concluso il presidente.
Giancarlo Giorgetti (imagoeconomica)