2023-12-04
Caro Bonelli, ha visto che roba il patriarcato?
Angelo Bonelli (Imagoeconomica)
Caro geometra Nicola Bonelli, caro co-portavoce di Europa verde rimasto senza co, le scrivo questa cartolina per esprimerle la mia solidarietà perché per lei sono tempi particolarmente duri. Prima è stato abbandonato dalla sua co-portavoce, Eleonora Evi, che l’ha accusato di una «gestione patriarcale» del partito, poi ha scoperto di avere come presidente in Sinistra italiana (l’alleanza creata tra i suoi ecologisti e i comunisti di Nicola Fratoianni) niente meno che Nichi Vendola, l’uomo che proprio lei aveva denunciato per l’Ilva di Taranto e fatto condannare a oltre tre anni di carcere (inchiesta Ambiente svenduto).Povero geometra Bonelli: ha speso mesi per cercare di crearsi l’immagine di uomo rispettoso degli altri e della natura e in poche ore viene a) smascherato come un maschio tossico e b) costretto a condividere il partito con uno che svende l’ambiente. Se le avessero costruito una centrale a gas in tinello le avrebbero fatto meno male.Certo: potrebbe sempre tornare alla sua professione precedente, se solo ne avesse mai avuta una. Purtroppo, da questo punto di vista, il suo curriculum è più vuoto dei suoi discorsi. Dopo il diploma da geometra, infatti, non risulta aver mai svolto altro lavoro che quello del politico. Nei documenti ufficiali risulta solo come «attivista» o «dirigente di». Senza nemmeno grandi successi. Dopo l’esordio come consigliere di circoscrizione a Ostia, infatti, ha inanellato alle varie elezioni una serie di trombature che al confronto Cicciolina è vergine: trombato alle elezioni politiche del 1992, 1994, 2008 e 2013; trombato alle elezioni europee del 2014 e del 2019; trombato come sindaco di Taranto alle elezioni del 2012. Ce l’ha fatta ad entrare in Parlamento solo nel 2006 e l’anno scorso. Nel 2008, dopo una delle tante sconfitte, annunciò il suo ritiro: «Faccio un passo indietro». Infatti.Infatti eccola ancora qui, sulla scena, pronto a scagliarsi contro ogni polvere sottile, a parte la cipria, ovviamente, che le serve per le sue numerose apparizioni nei talk. L’unica cosa di davvero verde che le è rimasta, in effetti, pare il verde da prezzemolino tv. Eppure dicono che sia timido. Di sicuro la lingua ogni tanto le si inceppa come ha testimoniato Striscia la Notizia collezionando le sue papere: il «governo Braghi», «i soldi degli itiliani», le «generazioni fature»… Lei non si offende. È un grande incassatore. E se proprio litiga con qualcuno lo invita a prendere un tè freddo perché, ha confessato, il caffè non le piace. Si capisce: troppo forte. A berne un po’ c’è persino il rischio di svegliarsi.Fra le sue imprese memorabili la richiesta di istituire il reato di negazionismo climatico per mandare in carcere chi nega il catastrofismo. È molto più permissivo, invece, con chi imbratta i beni artistici, ma solo se lo fa in nome dell’ambientalismo (altrimenti, pene esemplari). Ora, come dicevamo, si trova in imbarazzo: da una parte l’accusa di patriarcato e dall’altra un presidente come Vendola, da lei stesso denunciato come nemico dell’ambiente. Roba da diventare verdi sì, ma per la bile. Perciò non posso fare a meno di scriverle per abbracciarla forte e farle coraggio. Qualche tempo fa per lamentare la siccità in Italia si presentò in Parlamento con delle pietre raccolte nell’Adige. Vorremmo evitare che tornasse a rilanciarle nel fiume con attaccato il suo collo.