2024-11-25
Caro Augias, giù il gomito e fuori le ricevute
Caro Corrado Augias, le scrivo questa cartolina per ringraziarla: da una vita lei ci dà lezioni di stile, ma ora si sta superando. Ospite fisso dei programmi di La7, oltre che protagonista del suo, è circondato da un’aura sacrale e fa calare ogni parola dall’alto, come un oracolo. Anche l’altro giorno, quando ha sistemato il ministro Nordio, con l’eleganza che le è propria: «Quello alza il gomito», ha detto, dimostrando ancora una volta fino a che profondità può arrivare il suo pensiero. Perché contestare le idee di un ministro quando gli si può dare tranquillamente dell’ubriacone? «Andiamo avanti», ha detto il conduttore Giovanni Floris. Dalla gioia avrebbe voluto brindare, ma non l’ha fatto anche perché in studio non c’era mica Nordio. C’era lei. Il principe della sobrietà. Uno che non alza mai il gomito. Al massimo alza il cachet.È noto, infatti, quello che disse di lei in un’aula di tribunale Giuliano Soria, ex presidente del Premio Grinzane Cavour: «Augias era il più vorace, quasi assillante nel chiedere pagamenti in nero. Sfiorava l’indecenza». Lei ovviamente smentì: «Ho sempre fatturato tutto regolarmente», disse. Allora Soria la sfidò a esibire le ricevute. Non se ne è saputo più nulla: dev’essere finito tutto a tarallucci e vino (senza alzare il gomito, ovviamente), anche se quelle ricevute in realtà non le abbiamo viste mai. Pochi mesi dopo, un’interrogazione parlamentare (numero 2-00387) faceva riferimento a suoi rapporti con i servizi segreti cecoslovacchi negli anni Sessanta, con nome in codice «Donat». Lo si definiva «un funzionario con frequentazioni importanti». Lei minimizzò: «Solo blande frequentazioni». Il solito «Enigma», come il suo programma.Di programmi tv ne ha fatti tanti, e molti di successo. Poi 40 libri, sei opere teatrali, tre onorificenze di cui due italiane e una francese (la Legion d’onore, restituita dopo che era stata data anche ad Al Sisi), un asteroide dedicata: lei, caro Augias, non è un giornalista né uno scrittore. Lei è un monumento. Una specie di santone laico. Il guru del moralismo. Per questo viene chiamato a ogni ora del palinsesto La7: per esibire i suoi pacati giudizi. «Meloni? Delira», «Deplorevole», «Fa il gioco delle tre palle», «Usa la tecnica del chiagni e fotti», «Non governa ma fa esercizio di vendetta», «Il governo? Approssimativo e incompetente», «La destra? Collerica e fanatica». Un anno fa ha lasciato la Rai: «Mi hanno spinto via», ha lamentato con l’aura del martire. Talmente martirizzato che mentre era già passato a La7 ha continuato per mesi a condurre un programma sulla Rai. Uno e bino per «La gioia della musica». Oltre che, naturalmente, per la gioia del suo portafoglio.La sua carriera, Premi Grinzane e 007 a parte, è stata gloriosa. Certo: l’hanno accusata di aver piazzato una figlia in Rai, ma ci scandalizziamo per un po’ di nepotismo? Certo: l’hanno accusata di aver copiato un libro, ma ci scandalizziamo per un po’ di plagio? I mostri sacri come lei sono inattaccabili anche quando smettono di essere sacri. Come quando colpevolizzano una bambina di 6 anni stuprata e uccisa da un pedofilo perché «aveva i boccoli da sedicenne». O come quando rispondono alle mail farlocche pensando che siano vere. Nessuno la critica, mai. Si bevono sempre tutto quello che dice: «andiamo avanti», e via, un sorso di Augias dopo l’altro, fino a sembrare, loro sì, ubriachi. Altro che Nordio.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.