2022-06-07
Cappa di omertà di partiti e televisioni per neutralizzare il voto sulla Giustizia
I quesiti di Lega e radicali spariti dai dibattiti in modo da evitare il superamento del quorum. Matteo Salvini invoca Mario Draghi e Sergio Mattarella.Referendum con il battiquorum: domenica prossima, 12 giugno, gli italiani sono chiamati a esprimersi sui cinque quesiti sulla Giustizia proposti da radicali e Lega e ammessi dalla Consulta, oltre che per il primo turno delle amministrative, che coinvolgeranno circa 950 Comuni, per complessivi 8,5 milioni di elettori. La vera sfida dei promotori è superare in termini di partecipazione alle urne l’asticella del 50% più uno degli aventi diritto al voto: se non verrà superato il quorum, i referendum saranno tutti annullati. Ricordiamo prima di tutto, in sintesi, gli argomenti dei cinque quesiti. Il primo (scheda rossa) chiede di abrogare la parte della legge Severino che prevede l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, membri del governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali nel caso di condanna per reati gravi; il secondo (scheda arancione) propone di eliminare la «reiterazione del reato» dai motivi per cui i giudici possono disporre la custodia cautelare in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini e quindi prima del processo; il terzo (scheda gialla) propone di separare le funzioni tra giudici e pm e viceversa nella carriera di un magistrato; il quarto (scheda grigia) chiede che gli avvocati, parte di Consigli giudiziari, possano votare in merito alla valutazione dell’operato dei magistrati e della loro professionalità; il quinto (scheda verde) punta a eliminare l’obbligo per un magistrato di raccogliere da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura al Csm. Si vota in su solo giorno, domenica prossima, dalle 7 alle 23: gli italiani hanno la possibilità di decidere su materie importantissime, ma l’ostacolo al cambiamento, come spesso accaduto in Italia quando si vota per i referendum, è l’astensionismo. Gli elettori chiamati a esprimersi sono 51,5 milioni di elettori, 25.039.273 uomini e 26.493.922 donne: la vera incognita è capire se la metà più uno di questi 51,5 milioni andrà effettivamente a votare. L’effetto trascinamento del voto per le amministrative si farà sentire in quelle città dove si vota in contemporanea anche per rinnovare sindaci e consigli comunali, ma si tratta di meno del 20% degli elettori totali, quindi la battaglia per riuscire a superare il quorum si annuncia durissima, considerato pure che domenica prossima molti italiani potrebbero preferire andare al mare. «Il 9 giugno fate come me, andate al mare», suggerì Bettino Craxi agli italiani nel 1991, in occasione del referendum promosso da Mario Segni per la riduzione da tre a una preferenza per l’elezione della Camera dei deputati: il suo consiglio non fu raccolto dagli elettori, il 9 giugno alle urne si recò il 62,5% degli aventi diritto e i sì furono il 95,6%. Si trattava, in quel caso, di un referendum del quale si parlava tantissimo, sui giornali e in tv, mentre sui quesiti di domenica prossima è calata una cappa di silenzio da parte dei media e dei partiti politici, Lega e radicali esclusi, che potremmo definire addirittura omertosa. L’Ansa riporta i dati dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, secondo la quale tra il 22 e il 28 maggio scorso i tg della Rai hanno dedicato l’1,10% del totale del tempo ai referendum, mentre nei programmi extra tg si scende addirittura allo 0,33%. La scorsa settimana, ricordiamolo, la stessa Agcom ha richiamato la Rai e tutti i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici operanti in ambito nazionale, affinché garantiscano «un’adeguata copertura informativa sui temi oggetto dei referendum indetti per il prossimo 12 giugno, allo scopo di offrire ai cittadini un’informazione corretta, imparziale e completa sui quesiti referendari e sulle ragioni a sostegno delle due opzioni di voto». Appare evidente il tentativo del palazzo di far naufragare i referendum, un motivo in più per recarsi alle urne: l’orario di apertura dei seggi (dalle 7 alle 23) consente di coniugare voto e tintarella in spiaggia. Ieri - quinto giorno di sciopero della fame di Roberto Calderoli contro il silenzio sul referendum - il leader della Lega, Matteo Salvini, ha tenuto un punto stampa davanti a Palazzo Pirelli con il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, per sensibilizzare sui quesiti: «Siamo qui per cercare di abbattere il muro della censura», ha detto Salvini, «del silenzio, del bavaglio e dell’omertà che c’è intorno ai referendum sulla giustizia di domenica prossima, che sono un’occasione storica, rivoluzionaria, pacifica di cambiamento. Aspettiamo che tutti dicano qualcosa», ha aggiunto Salvini, «a prescindere dal sì o dal no, aspettiamo che il presidente Mattarella, che è garante della Costituzione, e il presidente Draghi, che guida il governo di questo Paese, ricordino agli italiani la grande capacità di cambiare e di scegliere».