2023-12-27
Il capo dei vescovi contro «La Verità»
Matteo Zuppi (Imagoeconomica)
Il cardinale Matteo Zuppi, difesa choc di Luca Casarini: «Se le Ong sono complici degli scafisti lo è anche la Guardia costiera». Poi ci attacca: «Perché si pubblicano quelle intercettazioni?». Perché esiste la libertà di stampa, monsignore. E lei dovrebbe parlarci di ciò che rivelano: un’intesa innaturale.Non so chi abbia suggerito al presidente dei vescovi italiani di concedere, alla vigilia di Natale, un’intervista al Corriere della Sera, per spiegare come mai diverse diocesi italiane abbiano finanziato le attività nautiche di Luca Casarini. Tuttavia, so che, quale che sia il suggeritore, l’idea mi pare pessima perché, nel colloquio prefestivo con Aldo Cazzullo, il cardinale Matteo Zuppi altro non sa fare che chiedersi perché le conversazioni dell’ex capo delle Tute bianche, ossia di un manipolo di contestatori che facevano a botte con la polizia, siano finite su un giornale, ovvero sulla Verità. Il capo dei vescovi italiani non prende le distanze da un noto antagonista, uno che di professione ha sempre fatto una sola cosa, ossia scontrarsi con il sistema. No, il presidente della Cei non si domanda che cosa c’entrano Casarini e la sua banda con il Vangelo e, soprattutto, che cosa abbia a che fare un seguace di Toni Negri, ossia un filosofo marxista condannato a 12 anni per associazione sovversiva, con la Chiesa. Le poche cose che so di catechismo a me fanno pensare che un tipo uscito dai centri sociali abbia niente da spartire con un ministro di Dio, ma evidentemente mi sbaglio, perché il cardinale Zuppi sembra più preoccupato di difendere Casarini che di convincere i fedeli che ancora partecipano alla Santa Messa. È l’alto prelato a parlare della crisi che oggi incontra la parola di Dio. Alla domanda di Cazzullo, che lo interroga su che cosa sia la Chiesa oggi, il cardinale risponde citando, non papa Wojtyla o papa Ratzinger, ma Carlin Petrini, ovvero il patron di Slow food, come se fosse necessario un gastronomo per accorgersi che nessuno richiede il corpo di Cristo. «Lui mi ha raccontato della Bra della sua giovinezza: ogni cento metri c’era un prete. È un mondo che sta finendo. I ragazzi arrivano fino alla cresima, poi non li vediamo più, e non c’è davvero “neanche un prete per chiacchierar”». Forse il presidente della Cei pensa che tutto si risolva tra una degustazione organizzata dal fondatore di Slow food e una canzone di Adriano Celentano. Sta di fatto che quando Cazzullo gli obietta la frase di Pupi Avati, il quale teme che la Chiesa si stia riducendo a una Ong, con i preti a far da assistenti sociali, il cardinale Zuppi altro non sa dire che «il Vangelo non è un distillato di verità». E allora cosa lo è? Forse una guida di Slow food? Oppure una frase azzeccata di Fabrizio De André, che per descrivere la morte di un blasfemo racconta che le guardie gli «cercarono l’anima a forza di botte»? I riferimenti culturali del capo dei vescovi sembrano presi dalla musica pop per sembrare più attuali? Pazienza, a lui piaceva la musica beat. Sarà questo che ha avvicinato uno dei massimi esponenti dei vertici della Chiesa a un personaggio come Casarini? Può essere. Sta di fatto che monsignor Zuppi non pare preoccuparsi delle parole che l’ex leader dei disobbedienti scambiava su di lui insieme a con il cappellano della Mare Jonio. Più che salvare le vite, Casarini era interessato a salvare il bilancio della sua attività marittima che faceva acqua? Per Zuppi il problema non è quel che dice Casarini, ma perché noi della Verità lo abbiamo reso pubblico. Lo spiego all’alto prelato per l’ennesima volta, sperando che possa comprendere. I giornali nel nostro Paese sono liberi perché esiste l’articolo 21 che garantisce la libertà di stampa e per quanto i regimi in altri Paesi abbiamo provato a imbavagliare chi scrive, da noi non ci sono ancora riusciti. Dunque, noi pubblichiamo tutto ciò che ci pare interessante. Questo dispiace al governo? Pazienza. Dispiace alla magistratura? Ce ne faremo una ragione. Dispiace anche al monsignore? Chiederemo perdono. Ma fino a che ci sarà consentito - e ci è consentito dalla Costituzione - pubblicheremo tutto ciò che dispiace ai signori di cui sopra, cardinali e Casarini compresi. Dunque, è inutile che il cardinal Zuppi si nasconda dietro presunte denunce che il leader delle Tute bianche intenderebbe presentare contro di noi per aver riportato le sue parole. Molto meglio, per rendere onore alla verità, sarebbe se il monsignore ci spiegasse perché lui e i suoi sottoposti hanno benedetto un’intesa contro natura con chi ancora oggi sogna la sovversione. Non in nome di Dio, ma di Marx.Ps. Nessuno in Italia ha intenzione di imporre il presepe per legge, come lascerebbe intendere Zuppi nella sua intervista, il quale si dice contrario. Semplicemente, ci si chiede se sia giusto proibirlo per legge. E forse, il capo dei vescovi dovrebbe preoccuparsi di questo, invece che parlare di Slow food. Ma questa è una nostra opinione, che non vìola le norme concordatarie perché, fino a prova contraria, i giornali possono criticare chiunque. Anche il capo dei vescovi.
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